Fino dai primi secoli della Chiesa molti furono gli esegeti del primo capitolo della Genesi 1. Per ricordarne solo alcuni, citeremo Origene e e S. Basilio di Cesarea fra i Greci, Lattanzio e S. Agostino5 fra i Latini. Possono spiegare questo interesse, che si prolunga nel corso del tempo, sia le ragioni liturgiche che consentivano di commentare testi largamente impiegati durante le celebrazioni quaresimali sia, soprattutto, la necessità d'illustrare, specie in contrapposizione con i vari sistemi ereditati dalla filosofia classica, l'origine del mondo, punto di partenza per la storia della salvezza.
Si comprende perciò come anche S. Ambrogio abbia ritenuto opportuno affrontare tale argomento, probabilmente nel corso della Quaresima del 387, e precisamente nei sei giorni della Settimana Santa dal 19 al 24 aprile.
Più di vent'anni di laboriosa redazione per un' opera importante e attesa, nella quale Agostino dà una risposta fiduciosa alle difficoltà della ragione e introduce alla vita di comunione con la Trinità. Queste pagine fondono insieme l'indagine del filosofo, l'acume del teologo e l'ardore del mistico.
Discorrendo con il figlio sedicenne Adeodato, Agostino s'interroga sul ruolo del linguaggio nella relazione educativa, a partire dal rapporto tra le parole e le cose. Il dialogo, qui proposto con testo latino a fronte e note di commento, inaugura la riflessione occidentale sul ruolo del maestro e sul significato dell'insegnamento. Una delle prime, spiazzanti conclusioni è che le parole non insegnano e i maestri non hanno alcun ruolo nella formazione dei discenti. Si tratta, però, di un risultato non definitivo, in un confronto aperto che non intende offrire risposte risolutive, ma affrontare dialetticamente il problema filosofico dell'educazione. Le domande ancora attuali che il dialogo pone costringono a ridefinire il compito del maestro e riportano al centro la necessità di avvicinare il discente al sapere aiutandolo a rintracciare la motivazione nella propria interiorità.
Traduzione dall'originale inglese di Maria Campatelli.
Revisione sul testo siriaco di Manel Nin.
La natura del mistero cristiano è così sorprendente che spesso è più capace di descriverla il linguaggio della poesia, dove parabola, mito e simbolo possono forse avvicinarsi alla realtà spirituale con maggior successo della semplice descrizione teologica. Sia il cristianesimo occidentale che quello orientale hanno magnifiche tradizioni di poesia religiosa che sono state indebitamente trascurate, soprattutto in occidente, alla ricerca di un tipo di teologia più cerebrale. Ma oggi tuttavia sta probabilmente per noi diventando più chiaro che proprio il poeta può essere il miglior teologo. E forse il più grande dei poeti-teologi cristiani è proprio sant'Efrem, un rappresentante del primo cristianesimo orientale, morto già più di 1600 anni fa in quello che è oggi un angolo sperduto della Turchia sud-orientale.
Con le parole, con le immagini, con la musica. Per diffondere tra gli uomini il messaggio inviatole da Dio, Ildegarda di Bingen si affida al valore razionale e speculativo delle parole, ai colori vivi e brillanti delle miniature, ai suoni tersi e melodiosi che rendono l'anima vibrante.
"Le rivelazioni, di cui fu favorita s.Margherita M. Alacoque, non aggiunsero alcuna nuova verità alla dottrina cattolica. Ma la loro importanza consiste in ciò che il Signore, mostrando il Suo Cuore sacratissimo, in modo straordinario e singolare, si degnò di attrarre menti degli uomini alla contemplazione e alla venerazione dell'amore misericordioso di Dio per il genere umano" Così Pio XII (nell'enc. Haurietis Aquas n.63) giudica la straordinarietà della vita di S.Margherita M. Alacoque. Di lei possiamo ripetere ciò che S.Giovanni Crisostomo ha detto di S.Paolo: "Il cuore di Paolo era il cuore di Cristo". Il cuore di Margherita era il Cuore di Cristo; perché se il suo Sposo le aveva dato la sua croce, le aveva donato anche il suo amore e il suo cuore
Padre Marie-Dominique Molinié, grande amico di santa Teresa, proponeva a tutti coloro che volessero approfondire il proprio cammino di fede e giungere alla determinazione di seguire veramente la volontà di Dio, di fare un ritiro personale di dodici giorni leggendo "Storia di un'anima", un capitolo al giorno. Dodici giorni per gli undici capitoli di "Storia di un'anima": il dodicesimo giorno infatti si è chiamati a suggellare il ritiro con un duplice dono di se stessi: la lettura dell'Offerta all'Amore Misericordioso, preceduta dalla lettura dell'Atto di Consacrazione a Maria di san Luigi Maria Grignion de Montfort.