Questo poema russo è, contemporaneamente, fiaba poetica e trattato spirituale. Il pellegrino, risoluto a procedere per villaggi e foreste, alla ricerca del significato delle parole dell'apostolo Paolo "Pregate senza intermissione", viene soccorso da uno starets che, come fosse il genio della fiaba, gli consegna la "formula magica" - l'antica invocazione del Nome di Cristo - e due talismani, un libro e un rosario. L'autore di questi racconti è ignoto. Secondo la tradizione sarebbe un contadino della provincia di Orel che, al ritorno dalla Terra Santa, si sarebbe fermato sul monte Athos per scrivere la storia del suo viaggio
La dottrina dei dodici apostoli è una breve e chiara esposizione della fede cristiana; un piccolo catechismo e insieme una raccolta di norme liturgiche e disciplinari. È un testo antichissimo – redatto forse in Siria verso il 50-60 d. C. – che mostra di non conoscere i Vangeli nella loro versione attuale, in quanto successivi.
Ci dà informazioni preziosissime sulle prime comunità cristiane. Tratta della formazione dei catecumeni e dei missionari; della scelta dei vescovi e dei diaconi; dei rapporti interni alle giovani e piccole Chiese; dell’importanza del lavoro svolto con serietà e impegno; della responsabilità data e richiesta all’assemblea dei fedeli.
Di massima importanza sono i brani relativi al battesimo, all’eucarestia – che aveva ancora una forma molto diversa dall’attuale – e all’agape fraterna, che all’epoca precedeva l’eucarestia.
Non conosciamo il suo autore. Il testo integrale è stato scoperto solo alla fine del 1800, all’interno di un manoscritto ritrovato a Gerusalemme. Ma l’Opera era già nota a causa delle citazioni che ne avevano fatto i Padri della Chiesa; segno che essa era, già nei primi secoli, molto diffusa per la sua autorevolezza.
Quest'opera vivace nasce da un'idea fedele del concetto di sovranita sorta con Carlo Magno e riflette sia l'ideale delle Crociate che l'interesse di quel periodo, agitato da forti lacerazioni all'interno della Chiesa per l'Apocalisse Giovannea. Il lettore attento sapra cogliere, aiutato dalla chiara ed esauriente introduzione di franco cardini, i molti aspetti di quest'opera scritta in un pe riodo dominato da grandi personaggi quali barbarossa e san francesco, e agitato dai movimenti catari e gioachimiti che si opponevano agli interessi terreni della chiesa. E' il per iodo in cui nasce l'europa, n on ancora del tutto cristianizzata, ma in cui e`ancora importante bisanzio e in cui avanza l'impero ottomano che minacc ia nuovamente gerusalemme. Tutto questo e`rappresentato nel ludus tramite i personaggi del rex teotonicorum (barbarossa), i gentilies ( i pagani), il rex graecorum (l'imperatore d i bisanzio) e l'anticristo ch e esprime le ansie apocalittic
Le “Virtù” costituiscono una compilazione di materiali d’origine diversa concernenti una delle figure più venerate e più popolari del deserto egiziano, Macario il Grande. Secondo la tradizione copta il deserto nel quale Macario si ritirò a vivere ricevette il nome di Scete, cioè “bilancia del cuore”, dopo che un angelo discese dal cielo e pesò il cuore di Macario. Le “Virtù” ci parlano di questo monaco dal cuore grande, dilatato, che lasciatosi ammaestrare dalle sofferenze patite, divenne padre spirituale dotato di grande discernimento e di grande misericordia. Di lui si dice che come Dio copre il mondo con la sua protezione, così abba Macario copriva i peccati dei suoi fratelli con la sua dolcezza e la sua bontà. Per tutti aveva una parola di speranza e di incoraggiamento a perseverare nella sequela del Signore mite e umile di cuore, ricominciando ogni giorno il proprio cammino in un abbandono umile e confidente, fiduciosi nel perdono del Signore, resi saldi dall’invocazione incessante del suo nome. Nella comunione dei santi, Macario, l’uomo dal cuore grande, accoglie anche chi si accosta a queste pagine e lo guida con sapienza e amore sulle vie dell’umiltà e della misericordia.
Il Liber de Duobus Principiis è l’unico testo giunto in modo integrale dell’eresia catara.
Questa è stata per molto tempo considerata l´espressione di una dissidenza priva di una base teologica organizzata. La scoperta del Liber de Duobus Principiis ha permesso di riconsiderare la questa affermazione, offrendo l´occasione di conoscere più a fondo i contenuti teologici e filosofici del catarismo.
In particolare, il Liber de Duobus Principiis con la sua visione dualistica della realtà fa riflettere sull´angoscioso problema del Male all´interno di un settore della società italiana che intorno alla seconda metà del XIII secolo aveva smarrito l´orizzonte della speranza cristiana.
La presente edizione è la prima a livello mondiale che riporta il testo critico siriaco e la traduzione a fronte in una lingua moderna.
Scriveva Thomas Merton: “Classiche e indimenticabili sono le pagine della ‘Nube della non-conoscenza’, opera di un anonimo scrittore inglese del XIV secolo. Non è mai stato scritto un libro sul misticismo con una così realistica aderenza al senso comune”.
Riscoperto poco più di un secolo fa, dopo un lungo periodo di oblio, questo gioiello della letteratura spirituale medievale fu proposto per la prima volta in traduzione integrale italiana da Àncora nel 1981, dopo che autori come Elemire Zolla ne avevano proposto alcuni brani negli anni Sessanta.
Un libro che parla dell’essenziale, rivolto a tutti coloro che vogliono fare esperienza del Mistero:
“Non bisogna essere nati maestri per capire il senso genuino di questo facile esercizio attraverso il quale chiunque può unirsi a Dio in carità perfetta, per mezzo di un’umiltà piena di amore”.