È più solidale una società dove si divide in parti diseguali la ricchezza in un mondo di collaborazione e di pace, o si è più solidali laddove si divide in maniera comunque diseguale la miseria in un mondo di oppressione e di terrore, dove vige il principio per il quale "chi non ubbidisce non mangia"? Se il mercato è il meccanismo che, esigendo la pace e fondando la libertà politica, genera il maggiore e più diffuso benessere, è allora errato vederlo come uno dei mezzi che, per quanto imperfettamente, contribuisce a realizzare il comando evangelico dell'amore? Per tutto ciò, possono ancora i cattolici pensare al profitto come a un furto? L'autore nel testo propone risposte a queste a altre domande che ossessionano le coscienze di molti cattolici.
Se nell'individualismo si insiste a vedere la resa al basso istinto dell'egoismo, il relativismo e il nichilismo sarebbero addirittura il cancro dell'Occidente. Le accuse, dunque, sono delle più gravi. Ma sono esse anche sostenibili e ben fondate? Individualismo si oppone ad altruismo o piuttosto al collettivismo? E non è nei gorghi della teoria e della pratica del collettivismo che vennero e vengono travolte libertà, dignità e responsabilità delle singole persone? Se, poi, con relativismo si intende la constatazione empirica di un pluralismo di concezioni etiche che sfidano la nostra libertà e la nostra responsabilità, questo relativismo è la fisiologia o la patologia dell'Occidente? Su questi interrogativi vertono le considerazioni dell'autore.
La ricerca è costruzione senza fine, reperimento di problemi, invenzione di ipotesi, realizzazione di strumenti, costruzione di prove, ricerca degli errori, proposta e prova di nuove teorie in un processo senza fine. Nonostante la lunga storia di quella controversia sul metodo che ha visto tutta una serie di tentativi volti a negare l'unità del metodo scientifico, oggi appare sempre più chiaro che le teorie scientifiche si costruiscono, si provano, si confermano o si rigettano attraverso un'unica metodologia. E questa è appunto la metodologia della ricerca, il metodo del tentativo e dell'errore, ossia quella procedura che, partendo dai problemi, mette a prova le ipotesi proposte e ne cerca la soluzione.
In breve, "razionale è una persona a cui importa più di imparare che di avere ragione". E val la pena ripetere con Albert Einstein che "nel campo di coloro che cercano la verità non esiste nessuna autorità umana; e chiunque tenti di fare il magistrato viene travolto dalle risate degli dèi". I rapporti tra teorie scientifiche e idee metafisiche; la riconquista razionale di quello spazio che rende possibile una scelta religiosa; le ragioni della libertà; l'oggettività dell'informazione; l'oggetto e il compito delle scienze sociali; questioni relative alla metodologia della clinica, sono queste alcune tematiche che, alla luce di una esplicita concezione anti-fondazionistica, vengono sviluppate nel presente volume.