La narrazione dell'itinerario intellettuale di uno storico della cultura è uno scavo nel ricordo personale e collettivo: una "archeologia" della memoria e dei popoli che è la cifra del pensiero di Assmann. Noto, e avversato, per le sue analisi sulla radice violenta dei monoteismi, in questa intervista l'egittologo racconta gli esordi, i grandi maestri che lo avvicinarono all'antica cultura egizia ed ebraica (Eberhard Otto, Georges Posener, Jacob Taubes, Guy Stroumsa), la storia del concetto di "distinzione mosaica" - dove "religione" sta per "distinzione" tra vero e falso, tra fedeltà e tradimento di Dio - dall'antichità all'età moderna, nel confronto con pensatori come Lessing e Mendelssohn nel '700 e, nel '900, Gandhi, Sloterdijk, Freud per la prospettiva psicanalitica, fino a Gadamer e Lévi-Strauss. L'idea di "traducibilità" dei nomi di Dio da una religione all'altra, propria degli antichi politeismi, e la moderna ermeneutica della religio duplex - doppia verità, universale e rivelata - permettono di ripensare il monoteismo oltre se stesso: un movimento della memoria e del concetto che va dalla religione esclusiva di Mose alla possibilità di una religione universale.
"Mette conto prendere le mosse dal celebre incipit di Thomas Mann alle 'Storie di Giacobbe', costituente il primo tomo della 'Joseph-Tetralogie', non solo perché l'opera indicata segna uno dei più densi ripensamenti del Dio biblico che il Novecento abbia prodotto; non solo, occorre aggiungere, perché Jan Assmann ha dedicato ad essa un denso volume, ma anche perché vale quanto lo scrittore di Lubecca osserva nel finale di quella celebre pagina: ci sono eventi in cui la memoria, cosciente dell'inesausta ulteriorità che segna il destino della ricerca storica - di orma in orma, di duna in duna, e così in un 'regressus ad infinitum' -, anziché sprofondare nella sabbia mobile di un'origine inattingibile, perduta per sempre, anziché smarrirsi nella selva inestricabile delle tracce, si ferma, si acquieta, sosta su un lembo estremo, si arresta su una soglia. Un inizio di questo genere. legato alla memoria storica, è quanto Assmann ha fissato nella 'distinzione mosaica'. (dall'introduzione di Roberto Celada Ballanti)