Elizabeth Bennet è carina, brillante, una perfetta ragazza da marito. Ma, a differenza delle sorelle e in barba ai consigli della madre, non smania per darsi in sposa al primo pretendente. Ha un sogno: vuole innamorarsi e - una vera eresia per i suoi tempi - sposare l'uomo che ama. Non sembra cosa facile, ma quando si presenta alla porta di casa Bennet un nuovo interessante vicino, il giovane Mr Darcy, il più appare fatto. Lui è bello, intelligente, pieno di fascino, eppure le cose tra i due non riescono a ingranare e tra fraintendimenti, pettegolezzi, reciproche incomprensioni sembra proprio che Lizzy e Darcy non vogliano rassegnarsi ad ammettere quello che i loro cuori hanno già perfettamente capito.
“Nessuno che avesse veduto Catherine Morland negli anni della sua infanzia avrebbe supposto che fosse nata per divenire un’eroina.” Comincia così, scherzando apertamente col romanzo sentimentale, la prima opera di Jane Austen, pubblicata postuma nel 1818. La protagonista, pronta all’amore e incline all’autosuggestione, si invaghisce di un bravo giovane afflitto dal peso di un padre calcolatore, che credendola un’ereditiera la invita nella loro dimora, pronto a favorire il legame. E qui la Austen si prende gioco anche del romanzo gotico alla moda, accendendo in Catherine un gusto per il brivido facile che si nutre di equivoci. Bath, i balli, le lacrime, borghesi speranze e illusioni giovanili: una danza garbata di ragioni e sentimenti in cui assieme all’amore trionfa il buonsenso.
Quando Elizabeth Bennet conosce Mr Darcy, scapolo ricco e in età da matrimonio, lo trova arrogante e presuntuoso. Ma questa è solo la prima impressione per la giovane brillante e libera che a differenza delle sorelle ha un sogno molto preciso: sposarsi per amore e non per calcolo. Il capolavoro di Jane Austen pubblicato nel 1813 non smette di essere letto, amato e adattato per il piccolo e il grande schermo. Le vicende delle cinque figlie di Mrs Bennet ci riportano nella campagna inglese del Derbyshire e nella Londra di fine settecento, ma i fraintendimenti tra i personaggi mostrano con una lucidità senza tempo le logiche illogiche dell'amore.
Titolo originale: ''Pride and Prejudice''.
"La bella Cassandra" (1787), che per ironia condivide il nome con la maggiore delle sorelle Austen, è una giovane donna che si lancia nel mondo per fare fortuna e la cui storia, convenzionale fino al parossismo, si trasforma in una parodia dei romanzi sentimentali e gotici molto apprezzati all'epoca.
Suggestivo e coinvolgente, "Orgoglio e pregiudizio" è non solo il romanzo più popolare di Jane Austen, ma anche quello in cui meglio l'autrice dipinge un perfetto quadro della società inglese settecentesca. Un facoltoso giovanotto proveniente dall'Inghilterra del Nord, Charles Bingley, prende in affitto Netherfield Park, una tenuta nello Hertfordshire, suscitando la curiosità e l'eccitamento delle famiglie residenti nel circondario e della famiglia Bennet in primo luogo, che, con cinque figlie da maritare, vede nella circostanza dei potenziali sviluppi matrimoniali. Storie d'amore e matrimoni, compromessi rifiutati e ricerca di un posto nella società sono al centro della vicenda, che proprio grazie alla sua semplicità esalta in maniera distintiva lo stile arguto e brillante della Austen, portando l'opera ad un livello creativo che resta tra i massimi della letteratura inglese. Introduzione di Sara Poledrelli.
Elinor era affettuosa. E i suoi sentimenti erano saldi: ma sapeva come controllarli. Marianne era sensibile e brillante però entusiasta in tutto; le sue pene e le sue gioie non conoscevano misura. Era tutto tranne che prudente. Età di lettura: da 13 anni.
Pubblicato anonimo nel 1816, "Emma" appartiene agli scritti cosiddetti "della maturità" di Jane Austen. Tema centrale nel romanzo è il fraintendimento in amore. Emma, la protagonista, rimasta padrona assoluta della casa dove vive dopo il matrimonio della sorella, si trova a gestire il piccolo mondo che le ruota intorno con una buona volontà alquanto presuntuosa. Accolta in casa una giovane ragazza, Henriette Smith, Emma cerca di maritarla adeguatamente. Tra i possibili pretendenti sceglie per lei Elton, il vicario del paese, inducendola a rifiutare al con tempo l'offerta di Martin, un rispettabile agricoltore del luogo. Ma ogni piano salta quando in realtà si scopre che Elton, in fondo un arrampicatore sociale, voleva invece sposare Emma. Fra i tanti personaggi che la circondano, l'unico in grado di dire la verità a Emma, e di farle notare i suoi difetti e le sue debolezze, è l' amico Knightley, suo vicino e fratello maggiore del cognato. Alla fine sarà proprio lui a sposarla, mentre Henriette convolerà a nozze con il giovane Martin, precedentemente respinto. Anche in questo romanzo Jane Austen pone al centro della sua narrazione le atmosfere, i desideri e i vissuti della gentry inglese di inizio Ottocento, riuscendone a restituire gli odori e le dinamiche più profonde.
"Persuasione" è l'ultimo romanzo scritto da Jane Austen; iniziato nel 1815, fu pubblicato postumo nel 1818. Al centro della vicenda Sir Walter Elliot, uomo orgoglioso e pieno di sé, e le sue tre figlie, Elizabeth, Anne e Mary. Rimasto vedovo assai presto, Sir Walter affida la giovane figlia Anne alla sua tutrice perché ne curi l'educazione. Ma, innamoratasi di un giovane ufficiale di Marina, su sollecitazione della sua mentore che ne sottolinea di continuo la mancanza di mezzi Anne rompe il fidanzamento. Otto anni dopo però lo rincontra. Amaramente pentitasi del passo compiuto a suo tempo, decide quindi di giocarsi ogni possibilità. Anne diventa così sempre più consapevole dei propri desideri. "Persuasione" ci racconta la presa di parola di una donna, che riconosce finalmente il desiderio più profondo del proprio cuore ed evolve di pari passo con la propria consapevolezza. Deliziosa satira sociale dell'Inghilterra di inizio Ottocento, il libro è una struggente storia d'amore di due amanti separati da differenze di classe, nonché il romanzo della piena maturità letteraria di Jane Austen. Prefazione di Sara Poledrelli.
Primo romanzo della Austen, "L'abbazia di Northanger" è percorso da una sottile vena d'ironia, mai eccessiva ma graffiante: il bersaglio principale è l'ingenuo e un po' esaltato romanticismo dei romanzi cosiddetti "gotici" o "neri", tanto in voga in Inghilterra nella seconda metà del Settecento. Catherine, fanciulla dall'immaginazione fervida, dedida alla lettura di tenebrosi romanzi, insegue misteriosi manoscritti nell'antica dimora medievale del generale Tilney, padre del suo fidanzato, che la portano sulle tracce di un atroce delitto di cui si sarebbe macchiato il generale stesso. Introduzione di Attilio Bertolucci, prefazione di Gianna Lonza.
"Orgoglio e pregiudizio" è il primo romanzo, e insieme il capolavoro, di Jane Austen, "l'artista più perfetta tra le donne" secondo Virginia Woolf. Fu pubblicato nel 1813, ma quando ne iniziò la stesura, la Austen aveva ventun anni e un'amica di famiglia l'aveva definita "la più graziosa, sciocca, leziosa farfalla in cerca di marito che sia dato incontrare". Frivola e ironica, immersa nel mondo campagnolo e borghese cui apparteneva fatto di tè, balli, flirt della buona società e ridicoli incidenti della vita quotidiana, sapeva giocare su questi tenui motivi con una grazia e una profondità uniche. In "Orgoglio e pregiudizio", raccontando la storia delle cinque sorelle Bennet e dei loro corteggiatori, evoca, con tocchi sobri e precisi, un incantevole e penetrante quadro della provincia inglese alla fine del Settecento. Con uno scritto di William Somerset Maugham. Introduzione di Isobel Armstrong.
Pride and Prejudice è certamente l'opera più popolare e più famosa di Jane Austen, vero e proprio long-seller, ineccepibile per l'equilibrio della struttura narrativa e lo stile terso e smagliante, ed emblematica della "cristallina precisione" austeniana. Attraverso la storia delle cinque sorelle Bennet e dei loro corteggiatori, lo sguardo acuto della scrittrice, sorretto da un'ironia spietata e sottile, annota e analizza con suprema grazia fatti, incidenti, parole di un microcosmo popolato da struggenti personaggi femminili, sospesi tra l'ipocrisia dell'Inghilterra vittoriana e la voglia di un amore romantico e senza compromessi.