Dai banali errori di calcolo di Cristoforo Colombo, agli investimenti sbagliati di Rockefeller, fino alla boccaccesca scoperta degli effetti del Viagra, la storia è piena di errori clamorosi che hanno reso celebri i loro autori, trasformandosi in successi. In questo volume G.B. Zorzoli ci propone alcuni tra i casi più interessanti: oltre a quelli già menzionati troviamo errori politici che spianarono la strada alla ricerca sulle energie rinnovabili, imbrogli scientifici - è il caso della misura della carica dell'elettrone - che consentirono il boom dell'elettronica, della digitalizzazione e di Internet, fino alla distrazione che consentì a Fleming di isolare la muffa battericida che chiamò Penicillina. Perché è pur vero che sbagliando s'impara.
Grande scienziato, innamorato del proprio mestiere, Peter B. Medawar ha scritto un'apologia della scienza, brillante e appassionata: la scienza è "una grande e splendida impresa, la più felice che gli esseri umani abbiano mai intrapreso". Con lucidità, e anche con garbata ironia, Medawar procede, per via di esempi, a illustrare al lettore quel che la scienza davvero è, come si fa scienza, quali siano le ragioni del suo successo - quando ha successo quali i legami tra scienza e politica o tra scienza e cultura, quale l'importanza dell'immaginazione creativa e della fortuna nelle scoperte scientifiche. Soprattutto, Medawar vuole difendere la scienza dall'accusa di non sapere rispondere agli "interrogativi ultimi" sull'origine, sul destino e sul significato dell'uomo. Sono interrogativi, egli dice, che richiedono risposte trascendenti, dominio della metafisica o della religione, e che non possono essere oggetto di analisi e di comprensione scientifica. Al contrario, per tutti i problemi che la scienza è in grado di risolvere non ci sono limiti al suo potere: l'arte della ricerca scientifica è appunto l'"arte dei risolvibile". Il discorso di Medawar si chiude con una nota di ottimismo. Tutti noi possiamo in qualche modo contribuire a cambiare il mondo e a migliorarlo, e quindi il destino nostro sarà quello che noi stessi avremo saputo crearci.
Jill Bolte Taylor ha trentasette anni, una laurea ad Harvard e un lavoro come neuroscienziata e ricercatrice universitaria quando, una mattina, un capillare esplode improvvisamente nell'emisfero sinistro del suo cervello provocandole un danno cerebrale esteso e devastante. Il suo percorso verso la completa guarigione è durato otto lunghissimi anni, nel corso dei quali ha potuto sperimentare la duplice veste di medico e paziente. E da questo insolito doppio ruolo ha ricavato spunti, consigli e suggerimenti terapeutici utili a chiunque sia rimasto vittima di un ictus o di un trauma cerebrale e a coloro che li curano e li circondano. Ma "La scoperta del giardino della mente" non è soltanto la cronaca dettagliata e diretta di una straordinaria ripresa fisica, è soprattutto la testimonianza di un'esperienza umana unica. Jill, infatti, non è più stata la stessa di prima: l'ictus, mettendo temporaneamente fuori gioco il preponderante e razionale emisfero sinistro, ha dato spazio alla creatività e alle sensazioni, emozioni e intuizioni proprie dell'emisfero destro; e oggi, pur continuando a occuparsi di ricerca, la neuroscienziata scrive, canta e realizza sculture in vetro colorato, felice di vivere e forte di una nuova pace interiore.
Benoît Mandelbrot è stato uno dei più grandi matematici del Novecento: il suo approccio visionario e assolutamente originale alla geometria ha aperto la strada a un intero nuovo filone di ricerca noto come teoria dei frattali. Incurante delle iniziali diffidenze della comunità scientifica, ha dato forma a qualcosa in bilico tra il bidimensionale e il tridimensionale, colpendo l'immaginazione anche dei non matematici. Sempre fedele alla sua natura di spirito libero e anticonformista, ha inseguito per tutta la vita il "sogno kepleriano" di unire conoscenze in campi diversi per arrivare a una svolta epocale nelle scienze, realizzando quello che per secoli è stato un sogno vano: misurare l'irregolarità della natura. Questo suo ultimo libro è la riflessione finale, sincera e definitiva su un percorso intellettuale per molte ragioni straordinario, ed è però soprattutto il messaggio di indipendenza e di libertà intellettuale di un "ribelle" che ha proceduto caparbiamente in una direzione diversa da quella degli altri per tutta la vita.
Negli ultimi 400 anni le scienze fisiche hanno conosciuto due grandi rivoluzioni: la prima ebbe inizio con Copernico e la seconda prese avvio grazie allo sviluppo delle teorie della meccanica quantistica e della relatività. Dalla metà del diciannovesimo secolo, le scienze della vita sono state radicalmente trasformate da una grande rivoluzione, messa in moto da Charles Darwin. In contrasto con quei due campi, le scienze della mente non sono state ancora protagoniste di una sola grande rivoluzione. È possibile accostarsi al mistero della coscienza da tre prospettive diverse: quella religioso-metafisica, quella scientifica, e una terza in cui confluiscono gli sforzi di entrambe. A quest'ultima categoria appartiene lo studio di Wallace, che imposta il suo libro sull'ipotesi in base alla quale "il problema della misurazione nella meccanica quantistica, il problema temporale nella cosmologia quantistica e l'hard problem nella scienza del cervello sono profondamente intrecciati". Wallace pone in discussione l'assunto naturalistico secondo cui la coscienza è un fenomeno puramente fisico, discostandosi in tal modo dalla scienza standard. Poi prosegue esplorando la tesi prescientifica da dove emerge che i fenomeni mentali hanno un'origine extracerebrale rintracciabile in un ambito del reale diverso. Nella parte conclusiva esamina la nozione della "grande perfezione" (Dzogchen) nel Buddismo tibetano
La Terra è il pianeta blu. Ma la nostra conoscenza del mare è spesso approssimativa e superficiale. L'autrice ci guida alla scoperta dei suoi abitanti adottando un punto di vista tutto particolare: il loro! Scopriremo così come si muovono, in che modo si corteggiano e riproducono, come percepiscono quanto li circonda e interagiscono tra loro. Nel mare troviamo un gran numero di specie viventi, molte ancora da scoprire. Conoscere la ricchezza e la fragilità del mondo sommerso significa anche porsi il problema di tutelarlo e difenderlo da un uso sconsiderato delle sue risorse. Perché tutti dobbiamo vivere e far vivere il mare
Uno dei più brillanti fisici della nuova generazione delinea un nuovo, sorprendente approccio allo studio dell'universo, interamente fondato sulla caratteristica più ovvia e insieme enigmatica del tempo: il fatto di avere una direzione. Ma il dilemma della freccia del tempo non inizia con telescopi giganteschi o potenti acceleratori di particelle. Si presenta in cucina ogni volta che rompiamo un uovo in padella: possiamo trasformare l'uovo in una frittata, ma non la frittata in un uovo. Eppure, nel bizzarro mondo quantistico, che soggiace agli stessi fenomeni, il tempo è reversibile, e la catena degli eventi può essere percorsa a ritroso. La contraddizione insita in questa semplice, umile rottura di simmetria apre lo spiraglio per arrivare a comprendere i misteri del nostro universo - e di altri ancora. La freccia del tempo puntata risolutamente dal passato al futuro, spiega Carroll, deve la sua esistenza a proprietà dello spazio-tempo che precedono lo stesso Big Bang questione che non si poneva ai tempi di Einstein. A conclusione di un'ampia esplorazione dei risultati e dei problemi della termodinamica, della relatività e della meccanica quantistica, egli suggerisce dunque che il nostro universo faccia parte di un multiverso, una grande famiglia di mondi, in alcuni dei quali altri esseri umani sperimentano lo scorrere del tempo in direzione opposta, e una diminuzione dell'entropia - il che ci riconduce al grandioso paesaggio cosmico di Susskind.
La decifrazione del corredo genetico di numerosi animali, incluso l'uomo, e la loro analisi comparata hanno confermato senza ombra di dubbio le potenti intuizioni che portarono Darwin a elaborare la sua teoria sull'evoluzione della vita da un unico discendente comune. Il DNA, protagonista assoluto di "Al di là di ogni ragionevole dubbio", è da questo punto di vista un vero e proprio libro dove sta scritta la nostra storia, di individui e di specie, e dove sono contenuti gli indizi rivelatori della nostra diversità e di come essa si sia evoluta. Ma il libro del DNA è anche la prova scientifica definitiva in grado di confutare gli argomenti e la retorica di chi ancora si ostina a negare, di fronte all'evidenza dei fatti, la scienza dell'evoluzione. Carroll lo dice con chiarezza; è tutto scritto in questo "libro". Basta aprire alla prima pagina, e cominciare a leggere.
Perché proviamo certe sensazioni? In che modo i nostri pensieri e le nostre emozioni influiscono sulla nostra salute? In questo libro l'autrice cerca di rispondere a queste e altre domande che scienziati e filosofi pongono da tempo. Dopo la scoperta che esiste una base biomolecolare delle emozioni, l'autrice illustra i nuovi sviluppi scientifici e fornisce una chiave per comprendere noi stessi, i nostri sentimenti e il legame che esiste tra mente e corpo. Prefazione di Deepak Chopra.