"L'ebraica parola Cabala vuol dire tradizione ricevuta; e con essa i Rabbini indicano la legge tramandata oralmente agl'Israeliti fin dagli antichissimi tempi. Più particolarmente poi questa parola è riservata a quel complesso d'insegnamenti mistici o ascetici, che dirigono gl'Israeliti nelle loro preghiere e nelle loro meditazioni. Il più splendido maestro di Cabala fu nel secondo secolo dell'era cristiana il Rabbino Simeone Ben Yohhaï: e le sue lezioni vennero raccolte nel libro intitolato 'Zohar', che vuol dire chiarezza. Dal 1843 il Dott. Franck nel suo libro 'La Kabbale' pretese di mostrare che i cabalisti ebrei son tutti panteisti, e che il fondo della Cabala è il panteismo; e ciò per procacciare a questo sistema un sostegno non dispregevole. Nel libro del signor Drach, orientalista insigne, si dimostra evidentemente che quell'imputazione è onninamente falsa, e che essa potè essere sostenuta dal Dott. Franck, perché in luogo di ricorrere ai testi ebraici più accreditati dei libri cabalistici, ricorse a tradizioni errate e a citazioni difettose. Questo opuscolo del Dott. Drach nella sua brevità ha grande forza di raziocinio, e suppone una conoscenza profonda della lingua e della erudizione ebraica."
Fiabe umoristiche e sentimentali trasmesse in occasioni e in luoghi diversissimi fra loro, i racconti ci svelano un mondo in cui madri e nonne intrattenevano i bambini con storie di magia, vite di patriarchi e di profeti; i rabbini si affidavano a semplici parabole per illustrare grandi verità; cucitrici e sarti, venditori ambulanti e carrettieri si narravano favole antichissime per ingannare il tempo e rendere più piacevole la vita.