En este libro-programa del P. de Lubac se pergilan los dos rasgos esenciales de la realidad católica: la dimensión `social` (la solidaridad universal como acontecimiento salvífico de la humanidad) y la dimensión `histórica` (la significación de la temporalidad y de la historia).
El plan divino de la creación y redención es uno, como una es también la humanidad en cuanto realidad creada. La Iglesia fundada por Cristo está empeñada en la obra de unificación de la humanidad dividida por el pecado y el egoísmo: en ella se inaugura la reconciliación universal.
La dialéctiva permanente entre persona y comunidad y entre inmanencia y trascendencia definen su ser y su obrar como sacramento de Cristo en el mundo. La Iglesia se encuentra con el hombre entero; como éste, debe ser visible y tangible, al mismo tiempo que invisible y espiritual; salvación individual y salvación del género humano no pueden separarse.
`La existencia socialmente más perfecta y más dichosa que pueda imaginarse sería sin duda la cosa más inhumana del mundo, si no estuviera acompañada de una auténtica renovación de la vida interior; de la misma manera que la vida interior no sería más que pura mistificación si se replegara sobre sí misma en una especie de egoísmo refinado.`
(Hans Urs von Balthasar, El cardenal Henri de Lubac
"'Gloria' è la prima parte della grande esposizione balthasariana della fede cattolica. Prendendo le mosse dagli attributi dell'essere (bello, buono, vero), Balthasar ha trattato in questa prima parte della "bellezza" del mondo e della "gloria" di Dio, nella seconda ( Teodrammatica) della libertà finita e infinita, e nella terza (Teologica) l'insieme delle questioni concernenti la verità creata, la verità divina, nonché il loro reciproco rapporto. Gli scribi e i farisei della nostra epoca, i quali trasformano la bibbia in fredde chiacchiere che uccidono lo spirito e 0 cuore, io non li voglio certo a testimoni della mia fede intima e viva. So bene come costoro sono arrivati a questo punto, e poiché Dio perdona loro di aver ucciso Cristo peggio dei giudei, perché riducono la sua parola a lettera morta e riducono lui, il vivente, a vuota immagine idolatrica, poiché Dio perdona loro, perdono loro anch'io. Solo vorrei esporre me e il mio cuore non là dove viene frainteso, e perciò sto zitto davanti ai teologi di professione... altrettanto volentieri quanto davanti a quelli che non vogliono più saperne di tutto questo per la ragione che, cresciuti fin dall'infanzia nella fede della morta lettera e del terrore, hanno perduto la voglia di ogni religione che pure è il primo e il supremo bisogno dell'uomo... Era necessario che tutto ciò si verificasse nel modo come ora è ovunque e in particolare nella religione, e quanto alla religione le cose stanno quasi al modo come stavano quando Cristo venne al mondo. Ma proprio come dopo l'inverno succede la primavera, è sempre venuta dopo la morte dello spirito nuova vita, e la realtà santa è sempre santa, anche se gli uomini non lo avvertono. E c'è pure qualcuno che nel suo cuore è più religioso di quanto egli voglia o possa dire, e forse anche qualche nostro predicatore dice di più di quanto altri suppongono, perché le parole da lui adoperate vengono comunemente e in mille maniere fraintese." (Hölderlin)