Félix Grandet, ex commerciante arricchitosi attraverso spregiudicate speculazioni, vive in un regime familiare di stretta avarizia al quale sottopone la figlia Eugénie, a lui del tutto sottomessa. L'arrivo di un cugino, Charles, viene a turbare questo equilibrio. La ragazza se ne innamora e giunge a donargli il prezioso tesoro di monete d'oro affidatogli dal padre. Charles parte per l'India in cerca di fortuna e per Eugénie inizia l'attesa del ritorno. Fiduciosa in un amore che crede ricambiato accetta di vivere segregata nella sua stanza, punita dal padre. Charles ritorna, ma sposa un'altra ed Egénie accetta un matrimonio bianco con un anziano pretendente che la lascia vedova ben presto.
Due figure di donna - l'una corposa e reale, l'altra inafferrabile ed immaginata - sono, con Poussin, Porbus, Frenhofer, personaggi storici o d'invenzione, i protagonisti di questo racconto lungo, la cui stesura occupò Balzac in momenti diversi per ben sei anni. Aperto a più chiavi di lettura, questo grande racconto "romantico" affianca agli "amori paralleli" di Poussin e Frenhofer e all'intrecciarsi di sentimenti e passioni, il problema del rapporto tra artista ed opera d'arte, tra arte e realtà.
"Le opere qui presentate appartengono a una delle fasi più intense (1830-33) della creatività balzachiana. Lo scrittore si concentra nella descrizione di una società in rapida trasformazione, attraverso la rappresentazione di ambienti e personaggi della nobiltà. Ed è significativo che tra i pezzi di quello che sarà il grande puzzle della Comédie vengano in primo piano, in quell'inizio degli anni '30, quelli riservati al mondo femminile: la donna come catalizzatrice di milieu e di situazioni che, pur integrandosi con lo sfondo storico della Restaurazione, si mantengono in una sfera d'autonomia che le rende universali." Dalla prefazione di Piero Pagliano.