Un manuale di resistenza cristiana per comprendere il senso ultimo della nostra vita e della nostra vocazione umana attraverso la lettura pastorale e filologica dell'Apocalisse.
«Oso dire: Padre», perché mai e poi mai potrei farlo se lui stesso non me lo avesse chiesto. «Oso dire: Padre», perché il mistero dischiuso da questa parola è immenso. «Oso dire: Padre», perché ho scoperto che solo questo nome può rendermi felice. Si è appena concluso il lungo dibattito intorno alla nuova traduzione italiana del Padre Nostro, eppure c'è ancora così tanto da dire in uno scavo infinito dentro un pozzo inesauribile. La lectio di don Bartoli sulla "preghiera del Signore" ci prende per mano e ci aiuta a misurare la nostra preghiera su quella di Gesù, alla scoperta della nostra identità di figli e del volto di un Padre che ci ama al di là di ogni nostra immaginazione.
Giona, ovvero il Disertore, che fugge dalla chiamata di Dio ad annunciare il castigo di Ninive, la grande città del Nemico, il regno del Male. Ma perché Giona fugge? Perché sa che il suo Dio ha un grave difetto: è capace di un amore senza misura, che sa perdonare a tutti, ma proprio a tutti. Ma se Giona è il Disertore, Dio è il Persecutore che insegue Giona fin nel ventre del pesce in cui è finito e lo obbliga a compiere la missione per cui è stato scelto. Con le conseguenze che Giona temeva sin dal principio... Una storia biblica, ironica e paradossale, che ci parla di vocazione e misericordia, riletta a due voci con profondità e brillantezza da un prete e da una consacrata.«Questa è una vera lectio divina! Non consente al lettore di leggere e basta, ma lo costringe a "essere letto"!» (Fabio Rosini).
Una riflessione serrata, travolgente, spiazzante sugli atteggiamenti e i gesti che la Chiesa raccomanda nel tempo quaresimale. «Per fortuna che c’è la Quaresima! Per fortuna, o per Grazia, c’è un tempo in cui siamo invitati a ritornare in noi stessi. Hai voglia a cercare di illuderti o ingannarti, hai voglia a dare la colpa al mondo che è cattivo, alla famiglia che ti ha educato o a quel che ti pare; alla fine, se sei onesto con te stesso, non puoi che ammetterlo: io, io ho sbagliato. Può sembrare una parola dura, ma è il presupposto della salvezza, perché se io sono responsabile significa che io posso cambiare». Scritta come una lettera inviata a «Marco», cui don Bartoli si rivolge affettuosamente come a «uno dei miei ragazzi più brillanti, anche se dopo la laurea ti sei allontanato un po’…», questa riflessione sul significato della Quaresima ci fa riscoprire i “fondamentali” della fede cristiana.
"Questa esplorazione del Cantico è fatta di sentieri nel folto del bosco, colpi di sonda nell'oceano, aperture verso nuovi cammini. Una meditazione che si fa sorgente di vita." Bruno Forte