Il saggio mostra uno scenario dove risulta chiaro che la società medievale, a partire dal monachesimo di S. Benedetto e proseguendo con l'analisi della Scuola francescana, racchiude in sé il cuore del rapporto tra etica, mercato ed economia. Nel libro il lettore troverà incarnati questi principi, che servono non per promuovere un ritorno nostalgico al passato, ma una nuova agorà per guardare all'avvenire, tenendo presenti i valori antropologici che provengono dal pensiero francescano e che si trovano in sintonia con le aspirazioni dell'uomo contemporaneo.
Un sociologo e un economista beatificato? Proprio questo è toccato in sorte al trevigiano Giuseppe Toniolo (1845-1918), studioso, organizzatore di cultura e fra gli ispiratori della dottrina sociale della Chiesa. Il carisma che lo caratterizza è costituito dalla sua complessiva visione e comprensione dei "segni dei tempi": la precaria e incerta condizione dei cattolici italiani fra il 1870 e la nascita del Partito Popolare Italiano di don Luigi Sturzo (1919), avvenuta appena un anno dopo la sua morte. Immerso in questo clima storico-politico, Toniolo sviluppa un cattolicesimo sociale moderato e riformista e, al contempo, in un'epoca in cui le grandi masse si affacciano per la prima volta sulla scena, sceglie una via alternativa a capitalismo e socialismo, prendendo quel tanto che c'è di buono in entrambi, teorizzando la cultura della persona umana nell'economia e il rapporto che questa deve avere con l'etica per costruire una società all'insegna della solidarietà e della sussidiarietà. La sua figura occupa un posto importante nella storia del pensiero e dell'organizzazione del laicato cattolico. Questo agile profilo biografico curato da Oreste Bazzichi delinea efficacemente la parabola di un uomo che ha saputo coniugare fede e vita professionale, partecipazione religiosa e attività laicale, rigore scientifico e solidarietà, impegno sociale e vita spirituale.
La teoria e la pratica dell'economia di mercato sono germogliate ben prima dell'etica protestante e del fondatore della scienza economica, Adam Smith. I maestri francescani del XIII, XIV e secolo, conciliando l'attività speculativa con la pratica pastorale del vivere quotidiano, si sono scoperti economisti di notevole valore, anticipando alcune acquisizioni teoriche fondamentali.
Nell’ampia letteratura e nella gamma svariata di fonti, lo studio sceglie un percorso ed un’ottica di lettura in grado di apportare un contributo nuovo – nell’ambito dottrinale della Scuola francescana medievale e tardo-medievale – alla genesi delle idee della scienza economica. Tale scelta non vuole togliere nulla alla validità delle ricerche che partono da ottiche diverse, più legate alla Scuola tomista e alle forme letterarie degli umanisti laici; tenta piuttosto di far emergere una ricca fonte, in larga misura ancora inesplorata e meno conosciuta, per quanto riguarda l’indiscusso contributo della Scuola francescana al dibattito sull’usura ed all’elaborazione della teoria del giusto ed equo interesse, sostenendone concretamente la validità, anche sul piano pratico, con l’originale invenzione dei Monti di Pietà. L’apporto di tale patrimonio di intuizioni e di idee non è passato inosservato; anzi ha costituito la base per gli sviluppi successivi dell’economia politica, fino alla moderna scienza economica.
Oreste Bazzichi, nato a Stazzema (LU), è laureato in Teologia e insegna Sociologia alla Facoltà Teologica S. Bonaventura – Seraphicum (Roma). La sua attività di studioso e di docente è rivolta prevalentemente all’analisi dei rapporti tra etica ed economia. Collabora a diversi periodici e fa parte della redazione della rivista della Fondazione Giuseppe Toniolo «La Società». Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Antropologia cristiana (ESA, 1981); Spunti per una teologia dell’impresa (SIPI, 1984); Cent’anni di Rerum novarum (AVE, 1991); Alle origini dello spirito del capitalismo (Dehoniane, 1991); Etica cristiana da applicare (AVE, 1993); Alle radici del capitalismo. Medioevo e scienza economica (Effatà, 2003).
Nel cercare le radici della scienza economica molti studiosi hanno finito per concentrare la loro attenzione sulle dottrine sviluppate a partire dal XV secolo in Inghilterra e nei Paesi del Nord-Europa. Fin troppo note sono le tesi di Max Weber, che individua nella riforma calvinista il seme dello sviluppo del capitalismo moderno. In realtà, la scienza economica affonda saldamente le sue radici nel basso Medioevo. L'intento di questo libro è quello di mostrare come lo spirito del capitalismo sia intrinseco alla riflessione giuridica e teologico-morale sin dall'alto Medioevo e si sia manifestato molto prima della Riforma protestante.