«Gli immigrati sono troppi». «Hanno tutti il telefonino». «Sono tutti terroristi». «Ci rubano il lavoro». «Non pagano le tasse». «Basta salvataggi in mare». Sono alcuni dei luoghi comuni e delle fake news che si ascoltano per strada o si leggono sui social o sui giornali e che contribuiscono a definire l'orientamento dell'opinione pubblica. Le storie vissute dai migranti, raccontate - come avviene in questo libro - da chi li incontra quotidianamente, contribuiscono a sfatare le dicerie, presentando la realtà dei fatti e le reali dimensioni dei fenomeni. Un contributo che, a partire da chi frequenta direttamente o indirettamente luoghi di incontro e condivisione con i migranti, può aiutare a comprendere meglio le persone oltre i pregiudizi.
«Anche nei momenti in cui l'uomo tocca il fondo e rasenta il confine con l'essere bestia, c'è sempre un foro di luce dal quale è possibile vedere la speranza di ricominciare da capo». Questo libro racconta storie di persone che hanno sbagliato per i motivi più diversi: l'educazione (non) ricevuta, l'ambiente di vita, il miraggio dei soldi facili, gli eventi traumatici improvvisi, le violenze domestiche, i momenti di rabbia o di follia, l'incapacità di uscire da situazioni infernali. Ma racconta soprattutto storie di donne e uomini che hanno avuto la possibilità di un riscatto morale, civile o spirituale, grazie alle pene alternative al carcere, al conforto di chi ha dato loro fiducia e le ha considerate innanzitutto persone, alle famiglie che hanno saputo aspettare e offrire loro una ragione di speranza, alle comunità che le hanno accolte senza giudicare, a chi ha saputo offrire loro la possibilità di un lavoro e di sentirsi utili.