Carl Simonton – oncologo, radiologo e pioniere dell’attuale psiconcologia – già negli anni settanta, con il suo team, aveva scoperto la connessione tra fattori psicoemotivi e salute. Da allora egli ha messo a punto e proposto il suo metodo a migliaia di pazienti e ai loro familiari fino alla sua morte, nel 2009. Oggi il metodo Simonton viene utilizzato in alcuni dei più prestigiosi istituti di cura oncologici internazionali ed europei e si sta diffondendo ovunque, vista la sua efficacia nel diminuire lo stress e, quindi, nel rafforzare il sistema immunitario.
Cornelia Kaspar, stretta collaboratrice di Simonton, presenta qui questa pratica straordinaria e ne integra nuovi e recenti sviluppi.
I racconti di chi è passato attraverso l’esperienza della malattia e il metodo illustrato con ricchezza di consigli pratici, esercizi e visualizzazioni, aiutano chi è affetto da patologie gravi a mobilitare le capacità innate di guarigione del nostro corpo e a nutrire la speranza. Essi mostrano a familiari e amici dei malati come affrontare le loro stesse paure e dare il giusto sostegno ai loro cari; insegnano a tutti noi a percorrere la strada della salute prima che la malattia si presenti.
"La politica è anzitutto arte. Il che significa che chi la pratica deve essere un artista. Un uomo di genio. Una persona di fantasia. Disposta sempre meno alle costrizioni della logica di partito e sempre più all'invenzione creativa che gli viene chiesta dalla irripetibilità della persona. La politica è, poi, arte nobile. Nobile perché legata al mistico rigore di alte idealità. Nobile, perché emergente di incoercibili esigenze di progresso, di pace, di libertà. Nobile, perché ha come fine il riconoscimento della dignità della persona umana, nella sua dimensione individuale e comunitaria."
La raccolta antologica, ricca di inediti, propone gli scritti di don Tonino Bello antecedenti l'episcopato, e ogni altro testo partorito nella terra d'origine, il Salento de finibus terrae: finestra aperta a vasti orizzonti umani, storici, geografici e di senso religioso. Si completa, così, l'Opera omnia del Servo di Dio, finora mancante degli scritti composti fra il 1954 e il 1982. Pagine che illuminano le radici spirituali dell'alessanese avviato alla santità, richiamano i principali contenuti della sua vita di fede, l'indole e lo spessore umano; contengono le persuasioni del seminarista in formazione e le sue prime esortazioni educative; illustrano la proposta valoriale che infiamma la gioventù tricasina; enucleano i temi generatori che sostengono l'impegno del sacerdote ugentino e delineano il profilo culturale e pastorale che caratterizzerà il "vescovo conciliare".
“C’è, nella storia, una continuità secondo ragione, che è il futurum. È la continuità di ciò che si incastra armonicamente, secondo la logica del prima e del dopo. Secondo le categorie di causa ed effetto. Secondo gli schemi dei bilanci, in cui, alle voci in uscita, si cercano i riscontri corrispondenti nelle voci in entrata: finché tutto non quadra.
E c’è una continuità secondo lo Spirito, che è l’adventus.
È il totalmente nuovo, il futuro che viene come mutamento imprevedibile, il sopraggiungere gaudioso e repentino di ciò che non si aveva neppure il coraggio di attendere.
In un canto che viene eseguito nelle nostre chiese e che è tratto dai salmi si dice: “Grandi cose ha fatto il Signore per noi: ha fatto germogliare i fiori tra le rocce!”. Ecco, adventus è questo germogliare dei fiori carichi di rugiada tra le rocce del deserto battute dal sole meridiano.
Promuovere l’avvento, allora, è optare per l’inedito, accogliere la diversità come gemma di un fiore nuovo, come primizia di un tempo nuovo. Cantare, accennandolo appena, il ritornello di una canzone che non è stata ancora scritta, ma che si sa rimarrà per sempre in testa all’hit parade della storia”.
Ogni viandante ha bisogno di una guida che lo indirizzi sulla strada: don Tonino può esserlo oggi in maniera ancora molto attuale, per la sua capacità di accorgersi delle deviazioni inopportune, di evidenziarle come tali e di saper proporre un’alternativa più ricca di senso. Per questo motivo, specie per chi muove i primi passi del proprio cammino, potrebbe essere utile portare in bisaccia un po’ dell’esperienza di questo prete pugliese.
Don Tonino (così amava firmarsi e così tutti affettuosamente chiamavano mons. Tonino Bello) nacque ad Alessano (Lecce) nel 1935. Ordinato sacerdote nel 1957, fu educatore in seminario e parroco. Nel 1982 divenne vescovo di Molfetta, Ruvo, Giovinazzo e Terlizzi. Costruttore infaticabile di pace e di dialogo, dal 1985 presidente nazionale del movimento Pax Christi, fu pastore mite e difensore dei poveri, degli immigrati e degli ultimi che ospitò anche a casa sua. Colpito da un male incurabile, visse il suo calvario facendone un “luminoso poema”. Morì il 20 aprile 1993. Scrittore ispirato e profeta della speranza, si è imposto all’attenzione del pubblico per la profondità del suo messaggio e la freschezza del suo stile. La pubblicazione delle sue opere è stata possibile grazie all’accurato lavoro della Fondazione Don Tonino Bello in collaborazione con le Edizioni San Paolo.
"Perché un'idea possa camminare deve entrare nella struttura. Però a un certo momento deve anche trascendere la struttura e uscirne, altrimenti si assolutizza la struttura. Questa è portata per natura stessa ad autoconservarsi; le lotte più feroci le fanno tante persone di potere non per raggiungere il potere ma per conservarlo. La conservazione del potere provoca più sangue di quanto non comporti la conquista del potere. Bisogna costantemente avere questa capacità critica per sapersi estraniare dalla struttura, per saperne uscire."
I profeti hanno licenza di circolare ancora oggi. Uno di questi è don Tonino Bello. L’eco della sua parola continua a rimbalzare zampillante e chiara anche sul declivio scosceso della sofferenza per dirci che “ai primi tornanti del calvario Lui non cerca deviazioni di comodo, ma vi si inerpica con noi fino alla croce. Poi irromperà la Pasqua... e la terra riacquisterà i suoi colori!’’.
don Tonino (così amava firmarsi e così tutti affettuosamente chiamavano mons. Tonino Bello) nacque ad Alessano (Lecce) nel 1935. Ordinato sacerdote nel 1957, fu educatore in seminario e parroco. Nel 1982 divenne vescovo di Molfetta, Ruvo, Giovinazzo e Terlizzi. Costruttore infaticabile di pace e di dialogo, dal 1985 presidente nazionale del movimento Pax Christi, fu pastore mite e difensore dei poveri, degli immigrati e degli ultimi che ospitò anche a casa sua. Colpito da un male incurabile, visse il suo calvario facendone un “luminoso poema-. Morì il 20 aprile 1993. Scrittore ispirato e profeta della speranza, si è imposto all’attenzione del pubblico per la profondità del suo messaggio e la freschezza del suo stile. La pubblicazione delle sue opere è stata possibile grazie all’accurato lavoro della Fondazione Don Tonino Bello in collaborazione con le Edizioni San Paolo.
La Chiesa è nata come forte elemento di comunione, ma nel tempo ha perso questo suo ruolo diventando momento e struttura di conservazione. È come se si fosse addormentata e, al suo risveglio, il mondo per il quale era stata creata fosse scomparso. Come fare dunque per ritrovare la giusta via? Che cosa bisogna fare perché la parrocchia sia «comunione di comunità» o «comunità per la comunione»?
La parrocchia, per don Tonino, deve riscoprire la sua essenziale natura missionaria, superando ogni forma di frammentazione e di autarchia, e deve accogliere la ricchezza dei doni spirituali presenti nei gruppi, nelle associazioni e nei movimenti.
don Tonino nacque ad Alessano (Lecce) nel 1935. Ordinato sacerdote nel 1957, fu educatore in seminario e parroco. Nel 1982 divenne vescovo di Molfetta, Ruvo, Giovinazzo e Terlizzi. Costruttore infaticabile di pace e di dialogo, dal 1985 presidente nazionale del movimento Pax Christi, fu pastore mite e difensore dei poveri, degli immigrati e degli ultimi che ospitò anche a casa sua. Colpito da un male incurabile, visse il suo calvario facendone un “luminoso poema”. Morì il 20 aprile 1993. Scrittore ispirato e profeta della speranza, si è imposto all’attenzione del pubblico per la profondità del suo messaggio e la freschezza del suo stile. La pubblicazione delle sue opere è stata possibile grazie all’accurato lavoro della Fondazione Don Tonino Bello in collaborazione con le Edizioni San Paolo.
I pensieri qui raccolti dalle sue più diverse pubblicazioni o interventi intendono esprimere l’integrale generosità di una vita spesa per Dio e per altri, in particolare per la dignità e la difesa dei più bisognosi, degli ultimi, degli indifesi.
Don Tonino Bello è stato una spina nel fianco, se così possiamo dire, sia per la Chiesa sia per la società. La sua parresia evangelica è andata oltre ogni confine. Comunione, evangelizzazione e scelta degli ultimi sono stati i perni su cui egli ha sviluppato tutta la sua attività nella Chiesa (la «Chiesa del Grembiule») e nella società. Rimane uno dei profeti del Novecento.
Tonino Bello, nato ad Alessano (LE) il 18 marzo 1935, rimarrà sempre, anche da vescovo, «don Tonino». Studia in seminario, prima a Ugento poi a Molfetta. Frequenterà l’Onarmo (Opera nazionale assistenza religiosa e morale degli operai). L’8 dicembre 1957 è ordinato sacerdote e dopo un anno viene nominato maestro dei piccoli seminaristi. Nei successivi diciotto anni è capace di mediare tra severità del metodo ed esigenze giovanili. Collabora per la diocesi alla rivista Vita nostra. Alla fine degli anni Settanta è nominato parroco di Tricase, la cui esperienza gli fa toccare con mano l’urgenza dei poveri, dei disadattati, degli ultimi. Nel 1982 viene nominato vescovo di Molfetta, Ruvo, Giovinazzo eTerlizzi (BA) e nel 1985,presidente di Pax Christi. Nell’agosto 1991 avverte i primi sintomi del male che lo condurrà alla morte, avvenuta a Molfetta il 20 aprile 1993.
Contenuto
Fede, speranza, carità. Virtù teologali. Architravi di santità. Don Tonino Bello ha frequentato queste dimensioni dello spirito nella ferialità del vivere; le ha interpretate e testimoniate con esemplarità nell’esperienza episcopale. Diventano, ora, briciole di riflessione dagli scritti del grande pastore. Poche parole, autentiche e rigeneranti, che, se accolte in radice, valgono più di mille libri, generano più di mille vocazioni, disegnano più di mille arcobaleni.
Destinatari
Raccomandato ai giovani. Ma è anche una grande testimonianza per tutti.
Autore
TONINO BELLO (Alessano 1935 - Molfetta 1993) è stato vescovo di Molfetta-Ruvo di Puglia-Giovinazzo-Terlizzi. Testimone di Cristo, amante dei poveri e della povertà, campione del dialogo, infaticabile costruttore di pace, ha attraversato la navata del mondo facendo della propria vita un’esperienza di servizio e di santità. Con la parola, lo scritto e i gesti ha indicato un sentiero di rinnovamento della vita cristiana aperto alle sfide del terzo millennio. Nel 2007 la chiesa cattolica lo ha proclamato Servo di Dio, avviando il processo di beatificazione e canonizzazione.
Contenuto
Via Crucis che don Tonino Bello ha offerto al Signore e alla Madre di Cristo nell’aprile 1993, a pochi giorni dalla morte. È la sua Via Crucis, proposta semplicemente a braccio nel momento supremo, come preghiera spontanea. Un inedito elargito dal fratello Marcello Bello perché non vada smarrito e ritorni efficace.
Destinatari
Comunità e devoti.
Autore
DON TONINO BELLO (Alessano 1935 - Molfetta 1993), dal 1982 vescovo di Molfetta, dal 1985 presidente della sezione italiana del movimento internazionale «Pax Christi», intriso di spiritualità francescana, ha indicato con la parola, con lo scritto e la testimonianza un sentiero di autentico rinnovamento della vita cristiana aperto alle sfide del terzo millennio. Testimone di Cristo nel tempo. Amante dei poveri e della povertà. Campione del dialogo e infaticabile costruttore di pace. Cantore della bellezza nella molteplicità delle sue espressioni.