Fate presto, bambini. Inventare una specie di UNICEF a favore degli adulti. Finanziate per noi, con una questua di valori umani, un programma di emergenza alimentare, di cui siano companatico la tenerezza e la giustizia. Istituite un fondo internazionale di speranza. Raccogliete gli scampoli superflui della nostra innocenza, i ritagli della vostra limpidezza, gli spezzoni eccedenti della vostra voglia di vivere. Ne avete tanta!
Mons. Antonio Bello è stato vescovo di Molfetta e Presidente Nazionale di Pax Christi. La sua scelta pastorale, vissuta sull'opzione radicale degli ultimi, e il suo impegno per la promozione della pace, della nonviolenza, della giustizia e della solidarietà, lo rendono ancora oggi, dopo la sua morte, tra i più audaci profeti dei nostri giorni. Attento conoscitore della Parola, con i suoi scritti, generalmente pubblicati in forma epistolare, è entrato nella realtà, nei fatti e nelle “pieghe” della storia per rileggere, alla luce della parola di Dio, segni di speranza nascosti agli sguardi affrettati dell’uomo. Vescovo scomodo, perché testimone di uno stile di vita non solo predicato ma soprattutto praticato, ha servito gli uomini laddove si nascondevano, non nelle statistiche ISTAT ma nelle stazioni di notte, nei casolari di campagna, tra gli sfrattati, i disoccupati e gli immigrati. In ultimo anche a Sarajevo, tra i dimenticati di una guerra inutile, a profetizzare un esercito di pace tra le parti in causa. Attento a tutti, di tutti ricordava il nome, la storia, le amicizie, i sogni e le sconfitte. Sognatore e utopista, così come i più realisti lo definivano, ha coinvolto nel suo impegno pastorale in diocesi soprattutto i giovani e quanti si definivano “credenti ma non praticanti” o atei in cerca di risposte, grazie alla sua capacità di parlare senza negare il dubbio che nasce spontaneo in ognuno e che è segno del bisogno di condividere, prima ancora di credere. Con alcuni di questi giovani ha dato vita nei primi anni del suo episcopato a Molfetta, nel 1987, all’esperienza della cooperativa la meridiana, conosciuta oggi per la sua attività editoriale, di cui è stato ispiratore e promotore. Ha sempre incoraggiato la cooperativa a continuare nella strada cominciata perché l’idea “è cosa buona che al Signore piace”; per questo le ha affidato gran parte dei suoi libri pubblicati in vita , convinto che ciò che era piccolo e sconosciuto potesse veicolare ugualmente il suo messaggio e di fatto sostenendo una attività che in un Sud geografico, penalizzato e penalizzante, rappresentava una delle primissime esperienze di cooperative giovanili. I libri di don Tonino sono stati pubblicati dalle edizioni la meridiana soprattutto nella collana Paginealtre…lungo i sentieri della differenza. Nella stessa collana la meridiana ha dato spazio ad altri testimoni del Vangelo, come lui scomodi per la profondità della loro riflessione e per l’autenticità della testimonianza. Dopo la sua morte è stata istituita la Fondazione don Tonino Bello (www.dontonino.it) con sede ad Alessano, suo paese d’origine e luogo dove ha voluto essere sepolto.
"Profumate il mondo. Il popolo, rinnovato dal vostro esempio e sospinto dal vostro entusiasmo, vi cinga di solidarietà, di affetti e di collaborazioni sincere. Cantate la speranza. E se io non potrò immergermi nel vostro concerto posso darvene ancora l'intonazione."
Vorrei dire a tutti, ad uno ad uno, guardandolo negli occhi: " Ti voglio bene!". Così come non potendo adesso stringere la mano a ciascuno, venendo vicino a voi, personalmente, vorrei dire: Ti voglio bene!
Sono, queste, le parole ultime rivolte dal vescovo alla sua Chiesa. Questa raccolta conserva come scrigno prezioso gli ultimi e più intensi messaggi di amore del padre che parte. Vi sono racchiusi gli ultimi tre mesi di vita, il tempo in cui, sulla "cattedra della sofferenza", ha trasformato il letto di dolore in luminoso altare dal quale dipartiva fluente l'olio della speranza. Queste pagine raccolte prima dal settimanale diocesano "Luce e Vita" sono messe ora a disposizione dei lettori perchè il magistero autorevole del profeta possa continuare a suscitare aneliti di speranza.
"Voglio ringraziarti, Signore, per il dono della vita. Ho letto da qualche parte che gli uomini sono angeli con un'ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati."
"Se voi riuscirete a liberarvi dalla rassegnazione, se riporterete maggiore fiducia nella solidarietà, se la romperete con lo stile pernicioso della delega, se non vi venderete la dignità per un piatto di lenticchie, se sarete così tenaci da esercitare un controllo costante su coloro che vi amministrano, se provocherete i credenti in Cristo a passare armi e bagagli dalla vostra parte, non tarderemo a vedere i segni gaudiosi della risurrezione."
"Cenere in testa e acqua sui piedi. Tra questi due riti, si snoda la strada della quaresima. Una strada, apparentemente, poco meno di due metri. Ma, in verità, molto più lunga e faticosa. Perché si tratta di partire dalla propria testa per arrivare ai piedi degli altri. A percorrerla non bastano i quaranta giorni che vanno dal mercoledì delle ceneri al giovedì santo. Occorre tutta una vita, di cui il tempo quaresimale vuole essere la riduzione in scala."
La scoperta del volto, la ricerca del volto, il senso della gratuità. Il riconoscimento delle persone è fondamentale.
E' fondamentale per educarsi alla pace. E' fondamentale all'interno delle famiglie. E' fondamentale all'interno dei gruppi. E' fondamentale all'interno della Chiesa, all'interno di un presbiterio, all'interno di un convento di monache, all'interno di una diocesi.
E' fondamentale perchè oggi le persone non vengono più riconosciute. La ricerca del volto dovrebbe diventare una passione per tutti quanti noi. Vivere le relazioni, rapportarsi. L'altro è un volto da scoprire, un volto da contemplare, un volto da accarezzare. Un volto rivolto: guardarsi negli occhi. Volto a volto, faccia a faccia non grinta a grinta.
Questo volume costituisce una sorta di breviario, impastato di cronaca e di eternità: 365 brevi ma intense riflessioni, una per ogni giorno dell'anno, sui temi più impegnativi e decisivi per il cristiano. Dalla vita alla morte, dalla preghiera al servizio, dalla parola alla testimonianza, dalla Croce alla Pasqua: chi ci accompagna è il servo di Dio don Tonino Bello, un testimone che ha incarnato la fede nell'impegno feriale, con lo sguardo costantemente rivolto agli ampi orizzonti del Regno di Dio. Un elegante libro cartonato, regalo ideale per ogni occasione.
Contenuto
Di lettere ne scrive tante don Tonino Bello: ai protagonisti del Vecchio Testamento, a Gesù nella sconfinata distesa del deserto, a Maria nella notte di Efeso, a Giuseppe nella bottega di Nazareth. Ma anche alla turba dei nuovi poveri, alle comunità parrocchiali, ai sacerdoti, ai giovani sposi, agli amici e…a chi non crederesti mai. Gli è congeniale il genere dell'epistola: per immediatezza ed essenzialità. Una comunicazione vitale, animata dal soffio dello spirito e dal battito del cuore.
Autore
Don Tonino Bello. Testimone di Cristo nel tempo. Amante dei poveri e della povertà. Campione del dialogo e infaticabile costruttore di pace. Cantore della bellezza in tutte le sue espressioni, don Tonino Bello (1935-1993), intriso di spiritualità francescana, ha attraversato la navata del mondo contemporaneo facendo della sua vita un'esperienza di servizio e santià. Vescovo di Molfetta dal 1982, ha indicato con la parola, con gli scritti e la testimonianza un sentiero di autentico rinnovamento della vita cristiana, aperto alle sfide del terzo millennio.
Ci vuole audacia.
La Vita che state vivendo vivetela in modo denso. Poichè non tornerà più. E non abbiate paura di entusiasmarvi per le cose.
Molti di voi hanno paura. Hanno paura che un giorno la Storia, il loro futuro possa ridacchiare sul loro presente. Molti hanno paura di esporsi. Per non correre il rischio di subire il contraccolpo di questa disunione tra i sogni di oggi e la realtà di domani, preferiscono non sognare.
E questo significa dare le dimissioni dalla Vita.
Aver paura di entusiasmarsi oggi, alla vostra età, significa suicidio.
Un giorno vi scalderete alla brace divampata nella vostra giovinezza.
Non abbiate paura di entusiasmarvi.
C'è tantissima gente che mangia il pane bagnato col sudore della fronte dei sognatori.
Ci sono tanti sognatori.
Meno male che c'è questa dimensione del sogno nella vita: sporgenze utopiche a cui attaccarci. Meno male che ci sono dei pazzi da slegare, da mettere in circolazione perchè vadano a parlare di grandi utopie.
Quello che è pericoloso, è che le grandi utopie si raffreddino nel cuore dei giovani.
Io vi voglio augurare che non abbiate a perdere la dimensione della quotidianità e del sogno.
Scavate sotto il vostro lettuccio e troverete il tesoro.
Non siate inutili, siate irripetibili.