Questa raccolta di interventi, che don Tonino Bello scrisse durante la prima guerra in Iraq tra il 1990 e il 1991, potrebbe cominciare con un: "Come si prevedeva". Si potrebbe definire una concreta testimonianza di profezia, a patto che per profeta s'intenda colui che vede il futuro perché mescolato, anzi impolverato, con la fatica di conferire un senso al presente, anche - se necessario - al prezzo di laceranti sofferenze e incomprensioni. È incandescente il fuoco dell'indignazione sprigionato da queste lettere. Bruciò don Tonino, nel momento più difficile della sua esperienza pastorale, ma consentì di illuminare, con straordinaria attualità, questo nostro tempo. Don Tonino vide che, proprio nel giorno seguito alle grandi speranze, l'utero della guerra restava ancora gravido e nutrito da silenzi, omissioni, complicità ma anche da insopportabili luoghi comuni. E noi sappiamo che, poi, quell'utero non ha smesso di partorire più e più volte, da allora. Anche in quella terra. Eppure la sua voce, calda e coinvolgente, che risuona nell'allegato CD "Dissipare l'ombra di Caino", accompagna ancora oggi, con straordinaria attualità, la strada dei tanti che sempre più si ostinano a credere che l'unico volto di Dio sia quello della misericordia, della riconciliazione e della pace. Non la spirale infinita della vendetta.
"Ma avevo un'altra promessa da mantenere. Sono andato nella casa della vecchia mamma Arciuli. Era sola e stava sfogliando un album di fotografie di altri tempi. Le ho dato sette baci sulla fronte. Uno per me, gli altri per i figli lontani. Sette. Come le stelle dell'Orsa, che stasera sfavillavano vivissime nel pezzo di cielo dove, per venti notti di seguito, ho visto scintillare la Croce del Sud."
"Questo libro, che ricorda il trentesimo compleanno del Movimento Giovanile Missionario, contiene alcune riflessioni rivolte da don Tonino Bello ai giovani, a partire dalle proposte maturate durante il Convegno Nazionale del M.G.M. del 1990. In quel caldo pomeriggio romano, don Tonino ci ha regalato un itinerario di spiritualità missionaria percorribile e realizzabile, restituendo concretezza alla 'ricerca del volto', che ci deve vedere protagonisti come uomini e come credenti per 'osare la pace per fede'." (dall'introduzione di Vito Mastrorilli)
Ecco il compito di chi sceglie la vita religiosa: promuovere comunione, vivere il radicalismo delle beatitudini, condividere la povertà. E questo non solo per seguire un cammino personale di perfezione spirituale, ma per sospingere il mondo verso Cristo. Don Tonino soffia sui venti del rinnovamento religioso e disegna, anche per chi fa vita monacale, un progetto di testimonianza della fede che non esita egli stesso a definire 'eversivo', 'rivoluzionario'.
«Anche tu per evangelizzare il mondo: il Signore ce l’ha anche con te. La sua mano tesa ti ha individuato nella folla. È inutile che tu finga di non sentire, o ti nasconda per non farti vedere. Quell’indice ti raggiunge e ti inchioda a responsabilità precise che non puoi scaricare su nessuno.”
Dopo Benedette inquietudini continua la pubblicazione dell’archivio di don Tonino con questo nuovo volume sulla testimonianza: omelie, conferenze, interventi, pensieri di un grande testimone del nostro tempo.
La forza delle parole di un profeta raggiunge direttamente al cuore il lettore per svegliarlo dal sonno: Dio ha bisogno di tutti gli uomini.
Don Tonino (così amava firmarsi e così tutti affettuosamente chiamavano mons. Antonio Bello) nacque ad Alessano (Lecce) nel 1935. Ordinato sacerdote nel 1957, fu educatore in seminario e parroco. Nel 1982 divenne vescovo di Molfetta, Ruvo, Giovinazzo e Terlizzi. Campione del dialogo, costruttore infaticabile di pace, dal 1985 presidente nazionale del movimento «Pax Christi», fu pastore mite e protettore dei poveri, degli immigrati e degli ultimi, che ospitò anche in casa sua. Colpito da male incurabile, visse il suo calvario facendone un «luminoso poema». Morì il 20 aprile 1993.
Scrittore ispirato, profeta della speranza, si è imposto all’attenzione del pubblico per la profondità del messaggio e la freschezza e l’originalità dello stile: nel 1996 fu premiato alla memoria come «Autore dell’anno» al Salone del Libro Religioso di Milano.
Promossa dalla Fondazione Don Tonino Bello, è in corso la pubblicazione del suo archivio in questa serie «La sfida della speranza» (Edizioni San Paolo), che comprende: Maria, donna dei nostri giorni (200114), Alla finestra la speranza. Lettere di un vescovo (200214), Cirenei della gioia. Esercizi spirituali (20004), Vegliare nella notte (1995) e Il vangelo del coraggio (1996) sull’impegno politico e sociale, Le mie notti insonni (20023) e La speranza a caro prezzo (19992) sulla pace, Non c’è fedeltà senza rischio (2000), Benedette inquietudini (2001) e Servi inutili a tempo pieno (2002), riflessioni per una coraggiosa presenza cristiana. Un intero volume è dedicato alle sue Preghiere (2001). Una panoramica del suo pensiero, con ampia antologia di testi, è presentata nel volume Don Tonino Bello e il suo messaggio a cura di D. Marrone (2001). Brevi pensieri di Don Tonino sono raccolti nel volumetto La Chiesa del grembiule a cura di S. Gaeta (20013).
"É giunto il momento di richiamare dall'esilio la Santissima Trinità perché diventi, sorgente da cui scaturiscano l'etica del contadino e gli obblighi delle istituzioni, le leggi del mercato e le linee ispiratrici dell'economia. Come è per le persone della Trinità, anche noi dovremmo vivere l'uno per l'altro, essere volto rivolto". (Antonio Bella)
"Transazione. Complessità. Crisi di valori… Se la pastorale è l’arte di offrire risposte di salvezza ai bisogni che emergono qui e ora, è chiaro che variando continuamente la domanda, dovrà continuamente variare anche la risposta".
"Se è lecita un’autocritica, dobbiamo dire che, come Chiesa, abbiamo denunciato molto, rinunciato poco e annunciato pochissimo. È ora di cominciare a denunciare di meno, a rinunciare di più e ad annunciare moltissimo".
Di qui, la necessità di interrogarci su certe scelte pastorali, su certe operazioni che privilegiano più il salotto che la strada, più la vestaglia da camera che il bastone del pellegrino. Forse solo così ci predisporremo alla conversione, e benediremo le inquietudini che l’hanno provocata".
Un libro profetico, forte, senza mezze parole, adatto ad una riflessione personale e ad un cammino comunitario. Laici, uomini di pensiero, il grande pubblico, troveranno la semplice novità evangelica nelle parole profetiche di don Tonino.
Don Tonino nacque ad Alessano (Lecce) nel 1935. Ordinato sacerdote nel 1957, fu educatore in seminario e parroco. Nel 1982 divenne vescovo di Molfetta, Ruvo, Giovinazzo e Terlizzi. Campione del dialogo, costruttore infaticabile di pace, dal 1985 presidente nazionale del movimento "Pax Christi", fu pastore mite e protettore dei poveri, degli immigrati e degli ultimi, che ospitò anche in casa sua. Colpito da male incurabile, visse il suo calvario facendone un "luminoso poema". Morì il 20 aprile 1993.
Le preghiere originali di don Tonino, nate dalle diverse esperienze che hanno accompagnato la sua opera infaticabile di costruttore di pace.
Scrittore ispirato, profeta della speranza, si è imposto all’attenzione del pubblico per profondità del messaggio, freschezza e originalità dello stile: nel 1996 fu premiato alla memoria come «Autore dell’anno» al Salone del Libro Religioso di Milano. Promossa dalla Fondazione Don Tonino Bello, è in corso la pubblicazione del suo archivio in questa serie «La sfida della speranza» (Edizioni San Paolo), che comprende due volumi curati dallo stesso Autore.
Don Tonino (così amava firmarsi e così tutti affettuosamente chiamavano mons. Antonio Bello) nacque ad Alessano (Lecce) nel 1935. Ordinato sacerdote nel 1957, fu educatore in seminario e parroco. Nel 1982 divenne vescovo di Molfetta, Ruvo, Giovinazzo e Terlizzi. Campione del dialogo, costruttore infaticabile di pace, dal 1985 presidente nazionale del movimento «Pax Christi», fu pastore mite e protettore dei poveri, degli immigrati e degli ultimi, che ospitò anche in casa sua. Colpito da male incurabile, visse il suo calvario facendone un «luminoso poema». Morì il 20 aprile 1993.