Il libro di Daniele, nei vari racconti differenti per linguaggio e attendibilità storica, evidenzia i motivi di speranza di una comunità rappresentata da Daniele e dai suoi amici, durante la persecuzione religiosa al tempo di Antioco IV Epifane (175-163 a.C.). Delinea il volto del credente aperto alla collaborazione con il potere politico e irremovibile nell'esigere la libertà di coltivare le proprie tradizioni e di vivere il rapporto con Dio, creduto attivamente presente nel guidare la storia, nel giudicare le azioni umane e nel donare una vita oltre la morte. Il libro è una rilettura del Primo Testamento, similmente all'Apocalisse di Giovanni, e opera una singolare lettura della storia guidata da Dio altissimo e trascendente e inserito profondamente nella vita umana. Gli eventi sono scoperti come orientati al regno di Dio, dinanzi al quale i regni umani sono colti nella loro provvisorietà. B. Marconcini, che esamina il libro dettagliatamente in unità significative e traduce con chiarezza e fedeltà il testo ebraico, aramaico e greco, presenta i risultati dell'indagine in otto temi teologici, dal regno di Dio al Figlio dell'uomo, dalla preghiera alla risurrezione. L'articolazione in tre parti inquadra il testo biblico nell'ambiente storico-letterario proprio dell'ellenismo in seguito alla morte di Alessandro Magno (323 a.C.), con accenni alla dimensione estetica e al rapporto con gli scritti di Qumran. I quattro Indici finali, assieme al Lessico biblico-teologico e simbolico, permettono al lettore di ritrovare il pensiero degli studiosi e i paralleli biblici con la possibilità di approfondimenti personali utilizzando anche la vasta bibliografia ragionata e generale.
"Io, arabo e musulmano di nascita, non riesco a trovare le parole per esprimere l'orrore per ciò che Hamas ha fatto il 7 ottobre 2023. La barbarie non ha scuse né giustificazioni. Sul fronte opposto, i palestinesi di Gaza vivono sotto embargo da oltre quindici anni, hanno imparato a conoscere la morte in tutte le sue forme. Adesso l'esercito israeliano non colpisce soltanto i miliziani, ma bombarda interi quartieri e uccide famiglie indifese. Davanti a questi eventi, la mia rabbia non sa più che direzione prendere. La rabbia è impotenza, è il fuoco dentro che non riusciamo a controllare. Questo è il tempo della guerra, il tempo della rappresaglia, il tempo della vendetta, mentre dovremmo pretendere il tempo del dialogo. Ma nessuno, al momento, sembra guardare a quel giorno." (Tahar Ben Jelloun)
El objeto de estudio es la celeridad de los procesos que solventan las causas incidentales, originadas dentro del proceso de la causa principal, para contribuir de ese modo a una mejor tutela de la justicia. En las causas matrimoniales canónicas, donde se discierne sobre la validez del propio matrimonio atendiendo a razones de verdad, las partes se encuentran con mecanismos jurídicos que pueden acelerar o ralentizar el proceso. Teniendo en cuenta una noción jurídico-legal básica sobre la causa incidental, se realiza un análisis sobre la regulación vigente, la jurisprudencia y las contribuciones de la doctrina canonística sobre los medios para lograr un proceso incidental más ágil y efectivo.
Bruceli Benito Ala Gordillo (Arequipa-Perú) es Licenciado en Ciencias Eclesiásticas y en Derecho Canónico por la Universidad de Navarra y Doctor en Derecho Canónico por la misma Universidad. Ha obtenido el Grado de Derecho en la Universidad Internacional de la Rioja.
Per i cristiani il Messia, nato miracolosamente a Natale e risorto a Pasqua, per gli ebrei un fratello che ha interiorizzato la Legge e un esempio di vita per una condotta morale migliore: seppure in modi molto diversi, l’importanza religiosa di Gesù di Nazareth è riconosciuta. Ben-Chorin ricostruisce la figura di Gesù da un punto di vista ebraico, senza farne un trattato storico di carattere scientifico ma testimoniando la propria esperienza di credente, che considera la storia umana di Gesù – vissuto e morto tragicamente proprio in un mondo ebraico – riletta attraverso le pagine del Vangelo. La figura del Nazareno non è quindi luogo di scontro, ma di possibile dialogo fra ebrei e cristiani e con il diverso: un punto di incontro nella comune storia della salvezza. Come dice Paolo De Benedetti, questo di Ben-Chorin è «un libro imprescindibile, classico».
SCHALOM BEN-CHORIN (1913-1999), saggista, scrittore e teologo tedesco, è stato uno dei grandi pionieri del dialogo ebraico- cristiano. Per Morcelliana ricordiamo Quale consolazione dopo la Shoà? (2022 2ed.).
Un bambino è curioso. Fa molte domande e si aspetta risposte precise e convincenti. Non bariamo con le domande di un bambino. Mentre mi accompagnava a una protesta contro un disegno di legge sull'immigrazione, mia figlia mi ha chiesto del razzismo. Abbiamo parlato molto. I bambini sono in una posizione migliore di chiunque altro per capire che non nasciamo razzisti ma a volte lo diventiamo. Questo libro, che cerca di rispondere alle domande di mia figlia, è per i bambini che non hanno ancora pregiudizi e vogliono capire meglio la realtà. Per quanto riguarda gli adulti che lo leggeranno, spero che li aiuti a rispondere alle domande, più imbarazzanti di quanto pensano, dei propri figlie.
Se ogni identità è data e realizzata dalla qualità e dalla quantità di relazioni diventa evidente che i fattori della comunicazione, veicolati dai nuovi media e dalle relazioni che questi intessono, rappresentano un elemento fondante e determinante per la costruzione identitaria personale e sociale. Il volume intende analizzare, in una prima parte, le caratteristiche di queste tecnologie e le loro applicazioni nella quotidianità. Di fronte all'homo digitalis, assistiamo ad una trasformazione non solo tecnologica, ma anche culturale, psicologica e perfino filosofica. Cresce il rischio di subordinare la nostra identità al consenso "social": esistiamo solo nella misura in cui mostriamo la nostra privacy sulle piattaforme di condivisione. Esistiamo se condividiamo? Sì, ma è vera condivisione? Il volume, poi, propone una parte finale dove indagare la produzione e le conservazioni di immagini e ricordi in un mondo digitale, tanto più sapendo che a governare e gestire la nostra vita e quella della società ci sono gli algoritmi, padroni incontrastati della nostra privacy, capaci anche di anticipare i nostri desideri, perché ci conoscono più e meglio di quanto noi pensiamo e immaginiamo. Una volta indagato, con competenza e senza sconti, la costruzione identitaria ai tempi dei social media, l'autore è convinto che occorra ribadire con forza l'hic et nunc, il qui e ora, l'unicità della nostra identità primaria, contro ogni facile individualismo o nazionalismo, etnicismo, o una qualsiasi altra comoda etichetta identitaria, ma anche contro la sempre più forte tentazione di esistere grazie alla certificazione di un consenso misurato su like e follower.
In una lunga conversazione con Giancarlo Dotto, Carmelo Bene racconta e si racconta: il teatro e il cinema, la letteratura e la voce, le passioni e i disgusti. La dissipazione incessante di una vita privata e pubblica che "gioca" al massacro. E mentre si dipana il filo di un'esistenza unica che via via si libera insofferente da ogni gabbia e da qualsiasi tentativo di schematizzazione, più di cinquant'anni di vita culturale, artistica e sociale si srotolano tra le pagine, raccontati da due occhi inquieti e mobili alla cui lucidità spietata niente sembra poter mai sfuggire.
Scritte tra il 1950 e il 1958, custodite tra i documenti di famiglia, riportate alla luce dal nipote Stefano De Mattia, le poesie giovanili di Carmelo Bene ci offrono l'occasione preziosa di incontrare di nuovo un artista unico e indimenticabile. Sono testimonianze di una voce che vibra e canta l'adolescenza e la scoperta, pagine di un diario intimo in cui amore, solitudine, desiderio di fuga e d'indipendenza si mescolano con il racconto del mondo osservato e il paesaggio là fuori riverbera e riflette quello interiore, evocando, come scrive Filippo Timi nell'introduzione, "una sconfinatezza selvaggia, una foresta di costellazioni, nebulose e vie lattee, un universo in continua espansione". Con una nota di Stefano De Mattia. Introduzione Filippo Timi.
I compiti a casa! Quanto è drammatico il loro impatto sulla vita famigliare! E lo è per tutti! In tempi di didattica a distanza poi, la loro gestione è stata ancora più difficile. Quando ci sono i compiti di mezzo, tutto si trasforma in urla, minacce, pianti, ricatti e weekend rovinati. Ma sono utili i compiti a casa? I pareri sono discordanti. Per alcuni genitori sono utilissimi, mentre per altri sono completamente inutili. Ma che piaccia o no i compiti, spesso tantissimi, ci sono e creano dei problemi anche tra marito e moglie. Occorre quindi cercare di affrontarne la gestione nel modo più costruttivo possibile. È l'obiettivo del libro: aiutare il genitore a sviluppare una competenza preziosa, fornire qualche buon consiglio e validi strumenti che possano aiutare ad affrontare in maniera molto più efficace la "faccenda" compiti a casa.
Elio Sparziano, ufficiale e storico, viene inviato da Diocleziano in Egitto, terra di mistero per eccellenza. Il suo compito è quello di vigilare sul rispetto degli editti imperiali, ma deve anche raccogliere informazioni utili a scrivere una biografia dell'imperatore Adriano, morto da quasi duecento anni. Sulle rive del Nilo Sparziano ritrova vecchi amici e l'ombra di un lontano amore: tutto, insomma, sembra riportarlo al passato. Ma presto la sua ricerca assume contorni inediti - e decisamente attuali - quando viene a sapere che nel leggendario sepolcro di Antinoo, il ragazzo favorito di Adriano, si celerebbero le prove di una cospirazione ai danni di Roma. Sparziano si trova così a investigare sulla morte del Fanciullo, annegato nel Nilo giovanissimo in circostanze mai chiarite: si trattò di un incidente, come sostenne Adriano? O fu invece un omicidio? Un suicidio? O ancora, come mormorarono in molti, un vero e proprio rito sacrificale? Parallelamente, però, il legato imperiale capisce che la sua indagine su quell'enigma sepolto da secoli ha molto a che fare con le inquietudini del suo tempo: attentati, omicidi, minacce e persino calamità naturali sembrano volerlo ostacolare a ogni costo. Fino alla scoperta finale, una rivelazione nascosta tra i rovi che infestano l'antica residenza di Adriano, una verità sconvolgente, capace di cambiare il destino di Roma per sempre.
Tutti noi ci impegniamo per soddisfare le nostre aspettative e quelle della società che ci chiedono di essere perfetti in ogni ambito della nostra vita: sembrare più giovani, fare più soldi, essere sempre felici. Ma, secondo Tal Ben-Shahar, la ricerca della perfezione potrebbe in realtà essere il principale ostacolo al perseguimento della felicità. Basandosi su ricerche all'avanguardia nel campo della psicologia positiva e su solidi principi scientifici, l'autore ci allontana dall'impossibile ricerca della perfezione e ci indirizza verso la felicità, la ricchezza e la vera realizzazione. Tal Ben-Shahar ci mostra, inoltre, la libertà che deriva dal non cercare di fare sempre tutto bene e le vere lezioni che possiamo trarre dal fallimento e dalle emozioni dolorose. La ricerca della perfezione illustra una modalità ottimale di pensare al fallimento e al successo e al modo stesso in cui viviamo. Propone esercizi di riflessione personale e momenti di meditazione per aiutarci a riscoprire ciò che vogliamo veramente dalla vita.
Il primo anno di superiori è complicato per tutti. Figurarsi per Takoua, che di cognome fa Ben Mohamed, è di origine tunisina, è musulmana, porta il velo e vive nella periferia di Roma, dove uno dei suoi compagni di scuola è un bulletto di nome Marco che si professa fascista... peccato che Marco è così scemo che nemmeno lui sa bene cosa vuol dire! Quando la prof ha la brillante idea di metterli in banco insieme, per Takoua andare a scuola diventa un tormento, come se non bastassero le occhiatacce dei vicini di casa, convinti che abbia una bomba nascosta da qualche parte nello zaino, o le battutine degli insegnanti, che pensano che i suoi genitori siano dei semi-analfabeti. Tra Takoua e Marco si scatena una vera e propria guerra, fatta di sguardi in cagnesco e di una trincea disegnata sul banco con il righello. Un muro che di giorno in giorno sembra sempre più insuperabile... Ma sarà davvero così? Una storia che parla di pregiudizi, stereotipi, razzismo, scuola, crescita e amicizia. Raccontata sempre con il sorriso e la forza dell'ironia.