Il libro biblico, nel suo DNA, divino ed umano insieme, richiama sempre una pluralità di lettura, di partecipazione e di esperienza comunitaria. Infatti, questo contesto comunitario è il luogo in cui la rivelazione del mistero di Dio si sviluppa, si custodisce e si rende accessibile.
Per questo, nella seconda Lettera di Pietro l’autore apostolico raccomanda «nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione» (2 Pt 1, 20): piuttosto che un divieto alla lettura personale, si afferma quanto il testo biblico inserisca sempre i lettori in un dinamismo plurale, mai singolare. Il popolo di Dio viene convocato, costituito e rinnovato come tale con la lettura/proclamazione comunitaria e partecipata della Sacra Scrittura (cfr. Ne 8).
La lettura e l’interpretazione della Bibbia non si fa mai «da soli», perché si è sempre immersi nel flusso millenario di voci e di esperienze che ha fatto giungere quel testo fino a noi.
Il volume è il risultato del convegno organizzato dal settore "Apostolato biblico" dell'Ufficio catechistico nazionale, volto a offrire le linee fondamentali della teologia biblica, disciplina che presenta un'identità multiforme per cui con ragione si può parlare al plurale di teologie bibliche.
Rivista semestrale n. 2/2019
Il volume raccoglie un prezioso ciclo di seminari, affidati ad autorevoli studiosi, dedicati interamente alla Bibbia intesa come "Grande Codice" della cultura occidentale e medio-orientale, fonte di ispirazione linguistica, teologica, letteraria, filosofica, scientifica, artistica. Il titolo del volume rimanda all'ultimo libro biblico, l'Apocalisse (10,9-11), ove Giovanni, prima del settimo squillo di tromba, viene investito della missione profetica attraverso un atto simbolico: egli deve ricevere un rotolo aperto dalle mani del messaggero celeste e divorarlo. Tale immagine biblica è sembrata eloquente per compendiare l'intero percorso formativo. L'attenzione si concentra principalmente su due versanti: da un lato il rapporto tra traduzioni e tradizione dei testi biblici, colto nelle sue molteplici implicazioni linguistiche, esegetiche, storiche, teologiche e antropologiche; dall'altro un confronto esemplare con la "storia degli effetti" della Bibbia sulla cultura, che dagli antichi codici letterari e pittorici giunge fino all'arte cinematografica. Prefazione di Stefano Arduini.