Le meditazioni di Enzo Bianchi sulla crocifissione – dove Gesù, oltre a promettere il paradiso al buon ladrone, pronuncia le famose “sette parole” che nella storia della pietà cristiana daranno origine al pio esercizio di meditazione – sulla Domenica delle Palme e sul Venerdì Santo.
Il secondo volume del percorso di preparazione alla Pasqua guidato dal fondatore della Comunità di Bose, uno degli autori di spiritualità più letti al mondo.
Enzo Bianchi medita sull’incontro del Risorto con i discepoli di Emmaus – narrato dall’evangelista Luca (24,13-35) – in cui il Signore, durante la cosiddetta “liturgia di Emmaus”, spiega ai due il senso vero delle Scritture e si fa riconoscere al momento dello spezzare il pane.
Il terzo e ultimo volume del percorso di preparazione alla Pasqua guidato dal fondatore della Comunità di Bose, uno degli autori di spiritualità più letti al mondo.
Nel praticare l'ospitalità si fa opera di umanizzazione, si realizza la propria umanità accogliendo l'umanità dell'altro. Considerarsi ospiti dell'umano che è in noi, ospiti e non padroni, può aiutarci ad avere cura dell'umano che è in noi e negli altri, a uscire dalla perversa indifferenza e dal rifiuto della compassione. Ospitare è uscire dalla logica dell'inimicizia, è fare del potenziale nemico, un ospite. L'altro, il vero altro, non è colui che scegliamo di invitare in casa nostra, bensì colui che emerge, non scelto, davanti a noi: è colui che giunge a noi portato semplicemente dall'accadere degli eventi e dalla trama intessuta del nostro vivere.
L'umano è un essere che interroga e si interroga, quindi cerca una risposta: ma le domande sono molto più decisive delle possibili risposte. Di fronte alle domande la nostra volontà può decidere per il bene o il male, può discernere e scegliere se impegnarsi in una risposta o lasciar cadere. Il nostro cammino di umanizzazione dipende da questo personale discernimento, dal nostro impegno nel vivere in una logica di bene comune. Le domande che abitano in noi determinano quindi la qualità della nostra vita e della nostra convivenza.
Negli ultimi decenni, dopo il concilio Vaticano II, è cresciuta la consapevolezza che tutti i battezzati sono investiti della responsabilità dell'annuncio del vangelo. Tale partecipazione dei laici alla missione della chiesa può esprimersi in una forma pubblica, ecclesialmente riconosciuta, di predicazione della parola di Dio? Gli studi qui raccolti dapprima ci presentano, in una dettagliata ricostruzione storica, la complessa vicenda della concessione del mandato di predicare ai laici, donne comprese, fra XII e XIII secolo. Il volume apre poi a una domanda per l'oggi, avanzando proposte per un approfondimento teologico sulla possibilità che battezzati laici predichino la Parola non solo in ambito non liturgico, ma anche, a certe condizioni, nel quadro di alcune celebrazioni eucaristiche.
Un sussidio prezioso per gruppi, comunità religiose, singoli cristiani che desiderano radicare la propria preghiera quotidiana nella Scrittura e alimentarla con il respiro della chiesa universale. Il volume raccoglie gli Uffici del mattino, di mezzogiorno e della sera per l'intero anno liturgico. Le antifone e i responsori sono tratti dalla Scrittura, mentre per orazioni, intercessioni e contemplazioni, si è attinto alla grande tradizione della chiesa, nel suo articolarsi in oriente e in occidente, oltre che alla creazione di nuovi testi sperimentati nell'uso quotidiano a Bose.
Nel 1965 Paolo VI nominò arcivescovo di Torino Michele Pellegrino, un patrologo che, negli anni del suo episcopato, volle essere un padre per il gregge affidato alle sue cure. Pellegrino si sforzò di incarnare in profondità il modello pastorale dei padri della chiesa, in una stagione ecclesiale chiamata a tradurre in pratica le indicazioni del Vaticano II, aprendo la chiesa torinese alle istanze di rinnovamento sorte dal dibattito conciliare, in dialogo con la società e la realtà contemporanea, soprattutto nelle sue componenti più deboli (lavoratori, immigrati, poveri, drogati, prostitute, carcerati, malati, esclusi). La profezia di Pellegrino viene dal nostro passato, ma vorrebbe restare voce gravida di futuro, lasciando intravedere ciò che sarà, nel dono, nella comunione e nella speranza.
Il cibo è al cuore della vita secondo lo Spirito. Non è possibile vita spirituale senza consapevolezza del cibo, senza attenzione al cibo, senza che si accenda l'arte del mangiare, senza un'esperienza di condivisione e di comunione intorno alla tavola.
All'inizio della notte da sempre i cristiani innalzano lodi al Signore e intercedono per tutta l'umanità di cui vogliono essere voce. È nel buio di quest'ora che, a partire dalla Regola di Benedetto, sono state pronunciate le parole indirizzate da un priore ai suoi fratelli e alle sue sorelle, e qui radunate in un'unica raccolta inedita. Parole sapienti, che appartengono alla tradizione e nel vangelo cercano luce; parole per questo capaci di illuminare il viaggio interiore di chiunque sia alla ricerca di un senso, di un "oriente" per la propria vita.