Con “Pregare la Parola” desiderai offrire un’eco del cammino personale, comunitario ed ecclesiale attorno alla parola di Dio e invitare alla pratica della “lectio divina”. In questi quarant’anni il cammino è proseguito e ha avuto anche un’occasione privilegiata di stimolo e di dialogo grazie all’invito dell’allora cardinale Ratzinger a redigere con lui un volume che fornisse alcune piste per l’esegesi cristiana della Bibbia. Di questa esperienza unica e del ministero della Parola che nel corso degli anni ho continuato a esercitare dentro e fuori la mia comunità monastica sono testimonianza queste pagine, segno della mia convinzione che la “lectio divina” offre la possibilità di incontrare davvero, attraverso la Scrittura, colui che parla, la Parola vivente, Dio stesso.
Abramo ascolta la voce del Signore che gli comanda di lasciare la sua casa per raggiungere la terra di Canaan, e la sua fede si spinge al punto di accettare il sacrificio del figlio Isacco. Mosè vede un roveto ardente da cui Dio lo chiama, ordinandogli di tornare in Egitto e liberare il suo popolo. Saulo di Tarso è sulla via di Damasco quando gli appare Cristo: Saulo, il persecutore dei cristiani, diventa Paolo, l'apostolo dei gentili. L'incontro personale con Dio cambia la vita: non solo quella dei patriarchi e dei santi ma, anche la nostra vita.
Il Padre Nostro è una preghiera universale, rivela ciò di cui l’uomo ha bisogno, ciò che è veramente importante per la sua vita, e dunque ciò che può chiedere a Dio nella sua preghiera. Ogni essere umano e l’umanità tutta può esprimersi con il Padre nostro. Il priore di Bose conduce il lettore alla scoperta della preghiera di Gesù, introducendolo innanzitutto nel contesto e nella struttura del Padre Nostro nelle sue diverse versioni (Matteo, Luca, Didaché) e commentando poi tutto il testo lasciato da Gesù ai suoi discepoli. Appare così in tutta la sua verità ciò che è dichiarato nel sottotitolo del libro, una sintesi del kerigma cristiano, una sintesi dell’umanità.
Enzo Bianchi (Castel Boglione, Monferrato, 1943) è fondatore e priore della Comunità Monastica di Bose. Direttore di Parola, Spirito e Vita, membro della redazione della rivista internazionale di teologia Concilium, è autore di numerosi testi, tradotti in molte lingue sulla spiritualità cristiana e sulla grande tradizione della Chiesa, scritti tenendo sempre conto del vasto e multiforme mondo di oggi. Collabora a La Stampa, Avvenire, Luoghi dell’infinito e, in Francia, a La Croix, Panorama e La Vie. Tra i suoi libri ricordiamo: i commenti esegetici e spirituali, Adamo dove sei? (1994), Apocalisse di Giovanni (1990, n.e. 2000); i saggi, Pregare la Parola (1974, n.e. 1994), Il radicalismo cristiano (1980), Vivere la morte (1983, n.e. 1996), Da forestiero (1995), Altrimenti (1998), Le parole della spiritualità. Per un lessico della vita interiore (1999, n.e. 2003), Non siamo migliori (2002), Cristiani nella società (2003), Dare senso al tempo (2003), Nuove apocalissi (2003), Ai presbiteri (2004), La differenza cristiana (2006); l’intervista a cura di Marco Guzzi, Ricominciare (1991, n.e. 1999). Nella presente collana ha già pubblicato Una vita differente (2005, 20062).
Le tre lettere di Giovanni rispondono all’esigenza della prima comunità cristiana di difendersi dai falsi maestri e dalle concezioni dualistiche che ponevano una netta separazione tra lo spirito e la materia e minavano la verità dell’incarnazione del Figlio di Dio. Enzo Bianchi prende spunto dallo scritto giovanneo per riaffermare con forza e originalità l’unità del credente e la forza di amare che viene dal fatto che “Dio è amore” (4,8).
Enzo Bianchi (Castel Boglione, Monferrato, 1943) è fondatore e priore della Comunità Monastica di Bose. Direttore di Parola, Spirito e Vita, membro della redazione della rivista internazionale di teologia Concilium, è autore di numerosi testi, tradotti in molte lingue sulla spiritualità cristiana e sulla grande tradizione della Chiesa, scritti tenendo sempre conto del vasto e multiforme mondo di oggi. Collabora a La Stampa, Avvenire, Luoghi dell’infinito e, in Francia, a La Croix, Panorama e La Vie. Tra i suoi libri ricordiamo: i commenti esegetici e spirituali, Adamo dove sei? (1994), Apocalisse di Giovanni (1990, n.e. 2000); i saggi, Pregare la Parola (1974, n.e. 1994), Il radicalismo cristiano (1980), Vivere la morte (1983, n.e. 1996), Da forestiero (1995), Altrimenti (1998), Le parole della spiritualità. Per un lessico della vita interiore (1999, n.e. 2003), Non siamo migliori (2002), Cristiani nella società (2003), Dare senso al tempo (2003), Nuove apocalissi (2003), Ai presbiteri (2004), La differenza cristiana (2006); l’intervista a cura di Marco Guzzi, Ricominciare (1991, n.e. 1999). Nella presente collana ha già pubblicato Una vita differente (2005, 20062), Vivere è Cristo (2006).
Dalla Genesi
una luce sul rapporto uomo-donna
la sessualità, l’alterità, il male,
l’ecologia, il lavoro, il conflitto tra i popoli...
Riandare all’inizio della creazione significa gettare nuova luce sull’uomo e sulla civiltà, sul re-inizio che ci attende. Questa rilettura dei primi capitoli della Genesi è un contributo alla ricerca umano-spirituale di senso attraverso il ripensamento, guidato dalla luce della rivelazione, dei grandi temi dell’alterità, della sessualità, del male, dell’ecologia, del lavoro, del rapporto fra i popoli... Per trovare idee e sostegno al compito di ricominciare, proprio di ogni essere umano, e all’esigenza che attende il credente di saper narrare oggi le parole della fede.
Enzo Bianchi (1943), fondatore e priore della Comunità monastica di Bose, è autore di numerosi testi sulla spiritualità cristiana e sulla grande tradizione della chiesa, in dialogo con il mondo contemporaneo. Collabora a La Stampa, Avvenire e, in Francia, al quotidiano La Croix e ai periodici Panorama e La Vie. Presso le nostre edizioni ha pubblicato, tra l'altro, Dare senso al tempo e Apocalisse. Tra i suoi titoli più recenti ricordiamo Ero straniero e mi avete ospitato (Rizzoli) e La differenza cristiana (Einaudi).
Un testo sui cristiani nella societa'.
In questo volume Enzo Bianchi ha accettato di raccontare e meditare sulla sua esperienza, su quella della vita in comune con i suoi fratelli e sorelle, sulla speranza che ripone nel fenomeno monastico. Ne parla non solo con la parresìa che è uno dei “compiti” più belli e più fruttuosi cui è tenuto il monaco, ma anche con la profonda capacità di sguardo e con l’intensa partecipazione alla vicenda umana che gli sono propri. Il percorso è quello che si muove tra la ricerca di un luogo separato e la comunione con il mondo; tra la sottomissione reciproca e la libertà che viene dall’ascolto della Parola di Dio; tra la solitudine e il riparo che sono necessari a una crescita anche nello spirito e il vivere insieme nella comunità; tra la fatica del lavoro con cui procurarsi da vivere e il ritmo quotidiano dello studio e delle preghiere; tra le tentazioni che inevitabilmente bussano alla soglia di ogni cella come alla soglia di ogni esistenza umana e la profezia, compito che nessuna vita “religiosa” può trascurare o dimenticare.
(dalla Premessa di Gabriella Caramore)
La laicità come spazio etico in cui tutte le religioni possano essere capite e rispettate. L'ascolto dello straniero come premessa per immaginare la pace. Costruire un mondo differente da quello della sorda intolleranza richiede un lungo cammino. È necessario partire ora.
È ancora possibile una chiesa che sia presidio di autentico umanesimo, spazio di dialogo e di recupero di principî condivisi, luogo di confronto tra etiche e atteggiamenti individuali e sociali diversi? E la laicità dello stato sa essere l'ambito in cui tutti, anche gli stranieri, si possono sentire accolti, capiti e rispettati nella loro diversità di cultura e religione? Una grande sfida attende oggi la nostra società complessa: la quotidiana lotta contro il ritorno della barbarie e la scomparsa di principî condivisi e fecondi di senso. Queste riflessioni accolgono gli stimoli che vengono da eventi ordinari, ma vorrebbero aiutare a «pensare in grande», a cogliere nel frammento qualcosa del tutto, a ridare dignità e ampiezza di visione a prospettive troppo spesso tentate di ripiegarsi su un angusto cortile.
«Le Scritture non sono direttamente Parola di Dio ma la contengono. La Bibbia deve trovare una mano che la apra, un occhio che la legga, una voce che la indirizzi e la spieghi a qualcuno; allora ciò che è contenuto diventa "Parola di Dio"... quasi attraverso una resurrezione.» (Enzo Bianchi)
Il futuro della chiesa
ha bisogno della parrocchia
La parrocchia è chiamata
a fare tesoro della sua storia,
così da riproporsi come luogo centrale
per l’esperienza cristiana.
In un mondo che sacralizza il presente
è urgente testimoniare la speranza,
predicando il futuro
con l’edificazione di comunità
che vivono la fedeltà alla terra
ma nell’attesa del mondo in cui Dio regna.
Enzo Bianchi (1943), fondatore e priore della Comunità monastica di Bose, è autore di numerosi testi sulla spiritualità cristiana e sulla grande tradizione della chiesa.
Monsignor Renato Corti (1936), nominato nel 1981 ausiliare del cardinal Martini a Milano, dal 1990 è vescovo di Novara. È vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana.
Pazienza, Attenzione, Meditazione, Ascolto, Ascesi, Silenzio, Povertà, Perdono, Amore del nemico, Morte e fede, Vecchiaia e molte altre voci. Con un epilogo: la Gioia. Un percorso non lineare, ricco di rimandi e di punti di vista differenti, alla ricerca di un' "irraggiungibile globalità di comprensione", per consegnare a credenti e non la speranza e la possibilità di un'autentica vita spirituale attraverso un nuovo battesimo di parole.
Questa edizione comprende tre nuove voci: Idolatria, Ricerca di Dio e Memoria. Un lessico della vita interiore alla ricerca di una parola per la vita che, tratta dal vissuto quotidiano, possa fornirlo di un senso; una parola proveniente dall'esterno ma capace di scendere nelle profondità dell'essere.
Un percorso attraverso le feste cristiane
per “pensare” la propria vita
nel volgere dei mesi e delle stagioni
“Queste pagine non vogliono essere altro che un viatico nella lunga attraversata della nostra vita, ritmata dai giorni e dai mesi dell'anno, una serie di ‘luoghi’ – le feste cristiane – in cui fare tappa per ripensare a se stessi, al senso della propria esistenza, al dono di chi ci sta accanto, per poi poter ripartire colmi di gratitudine e di fiducia verso l’unico ‘luogo’ capace di colmare la nostra sete: il volto stesso di Dio”.
Buona parte dei contributi qui raccolti è stata pubblicata nel corso dell’anno liturgico 2002-2003 sull’autorevole quotidiano cattolico francese La Croix. Il presente volume è pubblicato anche in francese con il titolo Donner sens au temps presso le Editions Bayard.
Enzo Bianchi (1943), fondatore e priore della Comunità monastica di Bose, è autore di numerosi testi sulla spiritualità cristiana e sulla grande tradizione della chiesa. Direttore della rivista biblica “Parola, Spirito e Vita”, collabora a diversi quotidiani nazionali. Presso le nostre edizioni ha pubblicato, tra l’altro, Adamo, dove sei? e Non siamo migliori. Tra i suoi titoli più recenti ricordiamo I cristiani nella società (Rizzoli 2003) e Le parole della spiritualità (Rizzoli 1999), giunto alla quarta edizione e tradotto in numerose lingue. Per Einaudi ha inoltre curato le raccolte Il libro delle preghiere, Poesie di Dio, Regole monastiche d'occidente e Regole monastiche femminili.