Nato a Palermo nel 1834 da un'agiata famiglia cattolica, Giacomo Cusmano si era laureato in medicina a 21 anni e aveva scelto di diventare prete per occuparsi delle persone più disagiate. Nel 1868 Pio IX aveva benedetto la sua Opera, "Il boccone del povero": dodici anni dopo avrebbero preso l'abito religioso le prime suore e quattro anni più tardi i primi frati. L'opera di Cusmano, dichiarato beato da Giovanni Paolo II nel 1983, si inquadra nel contesto delle precarie condizioni economiche e sociali della Sicilia prima e dopo l'unità italiana e la sua figura può essere avvicinata ai molti apostoli della carità della stagione napoleonica e del periodo risorgimentale: don Giovanni Bosco a Torino, l'agostiniano Giacomo Bellesini a Trento, l'oratoriano Alfonso Capecelatro nel Regno di Napoli, il francescano Lodovico da Casoria. A partire dall'epistolario, il volume affronta il magistero cusmaniano del "povero" delineando il contesto storico-sociologico degli inizi del risorgimento italiano e approfondendo il tema della povertà in termini cristologici ed ecclesiali come "ottavo sacramento". Nella conclusione, l'arcivescovo di Catanzaro, Vincenzo Bertolone, valuta il tenore dottrinale della vita evangelica di Cusmano chiedendosi se il medico e prete dei poveri, animato da una "carità sfrenata" che non si ferma all'elemosina ma cerca l'affrancamento dalla miseria, possa essere considerato santo e dottore della Chiesa.
L'istituto francescano di spiritualità della Pontificia università Antonianum intende onorare la memoria di mons. Luigi Padovese, vicario apostolico dell'Anatolia e presidente della Conferenza episcopale turca, barbaramente ucciso il 3 giugno 2010, con un volume che porta come titolo il suo motto episcopale. "Proprio a un anno dalla sua morte, questa iniziativa editoriale intende esprimere da parte di tutta la nostra realtà accademica grande affetto e profonda stima per questo figlio di san Francesco d'Assisi che ha dato la sua vita nella terra dell'apostolo Paolo". I contributi pervenuti da parte di tante autorità ecclesiastiche, di ricercatori e docenti, si connettono tutti, implicitamente o esplicitamente, all'attività di professore o pastorale di Luigi Padovese e pertanto ne rappresentano, in un certo senso, un'eco e un approfondimento. Il testo infatti propone anzitutto gli atti del Simposio di antichità cristiane già programmato dallo stesso mons. Padovese in Turchia per il 23-29 giugno 2010. A ciò si aggiungono contributi di molti suoi estimatori, sulle materie a lui care, quali gli studi biblici, patristici, francescani, la teologia e l'attualità. E messaggi e ricordi di personalità di spicco che lo hanno conosciuto.