Un'avventura ininterrotta, la vita di Walter Bonatti, spesa tra prodezze uniche rimaste nella storia: la sua drammatica partecipazione alla conquista del K2, la scalata in solitaria del Petit Dru, nel gruppo del Monte Bianco, la tragica impresa sul Pilone Centrale del Frèney, la vittoriosa salita sul Gasherbrum IV nel Karakorum, i numerosi viaggi che lo hanno condotto dalla Siberia all'Alaska, dalla Tanzania al Kenya, dal Perù, al Messico, alla Nuova Zelanda. Impossibile dare conto di tutte le vie aperte da Bonatti, di tutte le avventure estreme di un alpinista ed esploratore romantico che si nutriva della stessa curiosità di Ulisse, in un perpetuo ricercarsi nella Natura. In questo libro, rivisto di pugno dall'autore poco prima della sua scomparsa, il "re delle Alpi" ha raccolto interviste e ritagli di giornali, pensieri e dialoghi, commenti e discorsi che compongono il panorama dì una vita eccezionale e il ritratto, anche intimo e personale, di un protagonista indimenticabile.
Himalaya, 31 luglio 1954. Alle 18 gli italiani conficcano il tricolore sulla vetta del K2, la seconda montagna più alta del mondo. Gli alpinisti della spedizione vengono celebrati come eroi da una nazione che sta ancora facendo i conti con le umiliazioni e la miseria derivate dall'ultima guerra. Ma la versione ufficiale sull'impresa alimenta veementi polemiche. La più importante, quella che durerà per oltre mezzo secolo, riguarda la ricostruzione delle ore che precedettero la conquista. Bonatti rischiò la vita passando la notte sul ghiaccio, all'aperto, a ottomila metri: perché? I pakistani pensarono che volesse precedere i suoi compagni sulla cima: era possibile? Compagnoni e Lacedelli, gli alpinisti che raggiunsero la vetta, dissero che le bombole di ossigeno si esaurirono duecento metri più in basso: che cosa era successo? Irriducibile e orgoglioso, Bonatti per cinquant'anni smontò le bugie che lo riguardavano e ricostruì pezzo per pezzo quella che infine verrà riconosciuta come la verità di un "giallo alpinistico" che ha emozionato il mondo. Prefazione di Rossana Podestà.