È questo il secondo dei due volumi che raccolgono in edizione latino-italiana i sermoni de diversis di San Bonaventura, espressione con cui si designano quei sermoni del ciclo temporale e santorale che non appartengono a una collezione omogenea ma si trovano dispersi in diversi manoscritti sotto forma di reportationes, cioè di redazioni fatte da un uditore sulla base di note prese durante l'ascolto ai piedi del pulpito. In questo primo volume vengono presentati i sermoni del ciclo temporale, disposti secondo l'ordine del calendario liturgico francescano. La traduzione, rispettosa della vivacità tecnica ed espressiva della predicazione bonaventuriana, è posta a fronte di un testo latino tratto dall'edizione critica di Bougerol ma significativamente rivisto ed emendato sulla base della tradizione manoscritta.
È questo il primo dei due volumi che raccolgono in edizione latino-italiana i Sermoni de diversis di San Bonaventura, espressione con cui si designano quei sermoni del ciclo temporale e santorale che non appartengono a una collezione omogenea ma si trovano dispersi in diversi manoscritti sotto forma di reportationes, cioè di redazioni fatte da un uditore sulla base di note prese durante l'ascolto ai piedi del pulpito. In questo primo volume vengono presentati i sermoni del ciclo temporale, disposti secondo l'ordine del calendario liturgico francescano. La traduzione, rispettosa della vivacità tecnica ed espressiva della predicazione bonaventuriana, è posta a fronte di un testo latino tratto dall'edizione critica di Bougerol ma significativamente rivisto ed emendato sulla base della tradizione manoscritta.
In edizione latino italiana, un opera di grande ricchezza per l'esegesi e il commento biblico, che ha riscosso nei secoli un grande successo. Fra i libri dell'Antico Testamento, l'Ecclesiaste è quello che ha in ogni tempo suscitato particolarmente interesse per l'identità del suo autore, per l'organizzazione non sistematica della materia e, soprattutto, per la visione pessimistica sia della vita che dell'intera realtà. "Vanità delle vanità e tutto è vanità": è la frase che, come sconsolato ritornello, scandisce i passaggi più intensi e significativi. San Bonaventura commenta il Libro con tale sapienza da ottenere presso i posteri un successo straordinario, testimoniato dalla quantità dei codici giunti fino a noi e dalle numerose imitazioni. L'opera è preceduta da un'ampia introduzione, in cui il santo presenta le due città all'interno delle quali ognuno deve scegliere la propria collocazione: la Babilonia della libidine perversa e la Gerusalemme delle celesti delizie. Quindi, dopo aver illustrato le quattro cause dell'opera (materiale, finale, efficiente e formale), commenta brevemente il prologo al commento dell'Ecclesiaste, scritto da san Girolamo.
Per la prima volta in lingua moderna il commento al Vangelo di Luca, in materia praedicabilis", di San Bonaventura. " Introduzione, revisione e note a cura di B. Faes de Mottoni, trad. Di P. Muller e S. Martignoni.
Il Commento di Bonaventura al Vangelo di Luca risale agli anni 1254-1257, quando, maestro reggente, il francescano riprendeva le sue lezioni tenute da baccelliere biblico, ampliandole e trasformandole in "materia praedicabilis" ad uso dei predicatori. Questo intento emerge anche dalla forma letteraria: benché sia un prodotto universitario, non presenta questioni teologiche, ma è ricco di citazioni atte a fornire al predicatore ampia conferma di ciò che espone. L'opera è tradotta per la prima volta in una lingua moderna.
Per la prima volta in lingua moderna il commento al Vangelo di Luca, in materia praedicabilis", di San Bonaventura. " Introduzione, revisione e note a cura di B. Faes de Mottoni, trad. Di P. Muller e S. Martignoni.
Una raccolta dei due scritti più noti di San Bonaventura. L'"Itinerarium" (1259) illustra la ricerca di Dio attraverso la sua esperienza. Ne "La riconduzione delle arti alla teologia" (1255-1257) esprime la sua convinzione che tutte le arti trovano nella Scrittura il loro compimento e il loro significato.
Settimo successore di san Francesco alla guida dell'Ordine e suo vero erede spirituale, nel 1260 san Bonaventura riceve l'incarico ufficiale di redigere una Vita di san Francesco, per riportare ordine e verità storica nella fioritura di scritti sul Poverello di Assisi. Densa di pietà e devozione, ma attendibile storicamente, l'opera ripercorre la vita del santo, dando rilievo a quegli elementi che potevano dimostrare l'origine divina della missione di Francesco e al tempo stesso si prestavano all'edificazione dei frati. Passata alla storia con il nome di Legenda maior ha influenzato l'iconografia tradizionale sul santo e in particolare il ciclo degli affreschi di Giotto nella Basilica di Assisi.
Nella trattazione Bonaventura ci propone quattro questioni dedicate ai tre Voti, o Consigli evangelici, così come si sono accreditati nella tradizione monastica: Povertà volontaria, Castità e Obbedienza. Da fedele seguace di Francesco, però Bonaventura premette a questi tre Consigli la questione dell'Umiltà, per lui "premessa delle premesse" ad ogni proposito di accedere alla perfezione secondo il Vangelo. La trattazione costituisce una sintesi teologicamente completa in cui Bonaventura attinge alla Scrittura, dai Padri della Chiesa e dalla propria esperienza di mistico e francescano. Lo stile espositivo è volutamente semplice, senza artifici letterari.
Oltre al valore apologetico, questo scritto e una vera miniera di dottrine" in cui l'ideale di San Francesco viene tradotto in termini teologici e mistici. "
Un'opera di un grande interprete della spiritualita francescana, di un predicatore che ha segnato con i suoi sermoni la storia della predicazione medievale.
Commento al Vangelo di Luca di uno dei piu importanti ed autorevoli teologi e filosofi del medioevo, indispensabile per religiosi e laici interessati sia all'esegesi neotestamentaria sia alla teologia medievale. Edizione bilingue latino-italiano.