«La grande crisi dell'età moderna - scriveva Weber - sta tutta nell'incapacità di accettare il politeismo dei valori». La nostra epoca è segnata in modo indelebile dalla circolazione di idee e principi differenti, incompatibili tra loro ma tutti ugualmente legittimi. Libertà o uguaglianza, solidarietà o benessere, le ragioni dell'individuo o quelle della comunità. Ed è inutile sperare di tornare a un mondo omogeneo e coeso, retto da un unico sistema di valori. Bisogna imparare ad affrontare le proprie paure, e anche le proprie idee. Soprattutto ricordare che la verità è sempre sfaccettata. Compito della filosofia allora è di insegnare non cosa si deve pensare ma come pensare. Il filosofo insegna un metodo per mettere ordine, guardando ai problemi antichi che si presentano sempre in modo nuovo. Adempiendo alle richieste di ogni giorno, contro il proprio tempo, per il proprio tempo.
Dalla felicità all’amore e alla morte, dalla giustizia alla forza, all’amicizia e alla nostalgia: non c’è argomento di cui i Greci antichi non si siano occupati con una libertà e una spregiudicatezza che ancora oggi lasciano ammirati. Senza paura di mescolare temi alti e bassi (quali sarebbero poi?), ben deciso a non lasciarsi irretire in un classicismo di maniera, questo libro mostra che è proprio volgendo lo sguardo verso quelle distanze remote che potremo trovare una valida guida per orientarci nei complessi problemi dei nostri giorni. Tanti agili saggi che, unendo profondità e leggerezza, ci accompagnano nel più difficile e nel più attuale dei mestieri: quello di vivere.
“La parola è un grande sovrano, che con un corpo piccolissimo e invisibile compie imprese massimamente divine: sa calmare la paura, eliminare il dolore, suscitare la gioia, sollevare la pietà” (Gorgia).