Un dizionario critico, articolato in voci brevi ma dense, uno strumento efficace per fornire ai lettori un panorama complessivo e sintetico di quasi un secolo e mezzo di storia italiana, oltre che un valido strumento di consultazione e di lavoro. In circa ottantatré lemmi vengono affrontate, in ottica storica, le dimensioni politica, sociale, economica e culturale italiane a partire dall'unificazione del paese. Le voci, curate dai maggiori storici dell'Italia contemporanea, hanno un andamento espositivo e forniscono un quadro preliminare dei diversi temi trattati, senza però rinunciare mai a un approccio critico, che tiene conto dei risultati del dibattito storiografico. Ogni definizione rinvia così, di volta in volta, a istituzioni, grandi avvenimenti, cesure storiche, soggetti politici e sociali, fenomeni culturali e a pochi grandi protagonisti ritenuti emblematici del loro tempo (da Cavour a Pio XII, a Moro). L'opera è corredata da una cronologia e da un'appendice statistica.
La storia d'Italia è legata a doppio filo a quella del ruolo giocato dalle classi dirigenti che l'hanno guidata. Interrogarsi su quel ruolo è tanto più urgente oggi, quando quelle classi si dimostrano incapaci di porre fine a una transizione che si prolunga ormai da un quindicennio, e rischia di innescare un vero e proprio declino. Questo volume, frutto della collaborazione di studiosi diversi tra loro per studi e provenienza, non si interessa tanto alle 'filosofie' sottese all'azione delle classi dirigenti nella storia italiana, quanto alle questioni concrete che non hanno potuto o voluto risolvere.
Che cos'è la guerra fredda? Nell'accezione corrente, è l'intero arco cronologico che inizia alla fine della seconda guerra mondiale e arriva sino al triplice evento che la conclude: l'abbattimento del muro di Berlino (1989), la riunificazione tedesca (1990), il collasso dell'impero interno dell'URSS (1991). Ma col termine 'guerra fredda' si indica anche il confronto militare, economico, politico e ideologico tra le due superpotenze che si sono spartite il pianeta e lo sfondo storico permanente, durato quarantacinque anni, su cui si stagliano alcuni momenti particolarmente 'caldi' di un lunghissimo dopoguerra. In questo libro si vuole dimostrare che la guerra fredda è stata, in realtà, un sistema largamente imperfetto delle relazioni internazionali, gestito da due superpotenze non solo antagoniste, ma anche complementari. Con la presenza, negli anni 1946-1976, di un terzo e inarrestabile soggetto che l'ha fortemente condizionata: la decolonizzazione; e con la presenza, soprattutto negli anni successivi, di un altro soggetto, più economico che politico: l'Europa.
Dalla fine del secondo conflitto mondiale al crollo dell'Urss. Un ordine mondiale imperfetto, una pluralità di soggetti e l'egemonia di due superpotenze nel contempo rivali e complementari. Bruno Bongiovanni insegna Storia contemporanea presso la Facoltà di Lettere dell'Università di Torino.