Sotto il profilo metodologico Bontadini ha sempre affermato la fondamentale validità dell'idealismo, ed anzi ha considerato tale affermazione come il punto di partenza obbligato per qualsiasi tentativo di riproporre in epoca contemporanea il nucleo di verità contenuto nella metafisica classica. D'altra parte, poiché l'idealismo stesso tende a misconoscere la natura genuinamente metodologica del proprio contributo e a configurarsi come un sistema metafisico di immanenza, il confronto critico che il sostenitore della metafisica classica istituisce con la filosofia idealistica ha al tempo stesso l'intento di condurre quest'ultima verso la sua piena autenticazione.
Fra tutte le opere di Gustavo Bontadini questa è forse la più idonea ad offrire una veduta sintetica e unitaria del suo complesso itinerario speculativo, situata com'è all'incrocio dei due principali tragitti in cui esso si snoda: il primo, documentato dai lavori apparsi lungo gli anni Quaranta e Cinquanta e consiste nell'individuazione delle linee di fondo della filosofia contemporanea a partire da una attenta ricognizione delle strutture dell'idealismo, considerato specialmente nella sua versione attualistica; il secondo, consistente nel ripensamento e nella "riorganizzazione" del nucleo essenziale della metafisica classica e destinato a raggiungere il suo ultimo approdo in alcune dense pagine di Metafisica e deellenizzazione.