Il volume cerca di fare luce su come e sino a che punto Gesù abbia vissuto nel suo Ebraismo e su come si sia posto in quell'ulteriore prospettiva detta Cristiana.
Se l'archeologo è colui che vive anche a contatto diretto con il terreno di scavo, attualmente si presentano due serie difficoltà per l'archeologo dedito al mondo biblico. Una è la difficile situazione socio-politica di Medio Oriente che ostacola le verifiche sul posto; l'altra è l'ampliarsi della comunicazione di massa, che sebbene espande la quantità e la facilità di conoscenze, rischia anche di appiattirle e livellarle verso il basso. L'abbozzo che ora presenta fr. Boschi vuole cogliere quanto l'archeologia è in grado di documentare e di distinguere, fin dove è possibile, l'ipotesi o l'indizio della prova.
In linea generale, dice l'autore nel Prefazione, siamo del parere di J. J. F. Sangrador, quando scrive: "È sorprendente che non si abbiano notizie della Chiesa di Alessandria, prima del III secolo, momento a partire dal quale brillò come nessun'altra sul firmamento delle Chiese cristiane". Il lavoro si fonda dunque su una documentazione indiziale e su ipotesi fondate su ricostruzioni ambientali, fornite dalla letteratura coeva e dalla ricerca archeologica moderna. Lo specifico della ricerca riguarda il rapporto tra il sorgere del cristianesimo alessandrino e dintorni con la presenza, la vita e il martirio eventuale dell'evangelista Marco.
"Don Bosco era un narratore straordinario. I suoi racconti erano così interessanti che molti insistettero perché li scrivesse. Affascinanti come sempre, li trovi (ritoccati rispetto alla lingua del 1800 quando Don Bosco scriveva) in questo libro. Riascolterai la sua parola viva e, con i racconti, sentirai i consigli che egli dava ai suoi ragazzi. Sentirai soprattutto battere il suo cuore immenso per i ragazzi di ieri e di oggi."
Este libro presenta una panorámica del mundo religioso marginal. Nos ayuda a vivir en un mundo religiosamente plural, a convivir con gentes que tomaron caminos "incorformistas"; está escrito desde el respeto a los otros aunque no se compartan sus posiciones; ayuda a abordar el tema desde la racionalidad
L’estetica è una disciplina le cui categorie mutano al variare dei tempi e delle rispettive questioni filosofiche. Ecco perché non può essere sistematica: nella molteplicità delle forme dell’arte si riflette la pluralità delle sue prospettive. Queste pagine cercano di rendere tale complessità riformulando la riflessione estetica in tre interrogativi – cos’è arte, bellezza, immaginazione? – e affrescando itinerari per una sua definizione.
Di qui le tre sezioni del libro, con ricche introduzioni e testi commentati. L’arte: nell’antichità si declina come mimesis, in differenti accezioni – in Platone, Agostino, Aristotele, Plotino fino a Giordano Bruno. È la dialettica tra arte e verità, con le sue aporie, a divenire dominante nella modernità: l’arte ha sempre più a che fare con la verità che noi stessi siamo, diversamente declinata in Hegel, Schopenhauer, Schelling, Vico. L’età contemporanea coglie la differenza fra opera e rappresentazione: l’arte diventa enigma – un tema esplorato da Heidegger, Adorno, Merleau-Ponty.
La bellezza: se nell’antichità è sinonimo di equilibrio e perfezione (Agostino, Vitruvio, Platone, Plotino, Firenzuola), nel moderno richiama un modello di universalità (Kant, ma anche Burke, Baumgarten, Winckelmann, Hegel). Il contemporaneo invece rompe con il paradigma della “forma bella” (Baudelaire, Vigarello, Dostoevskij, von Balthasar, Danto) proponendo altri modelli: la bellezza dell’effimero, la bellezza artificiale.
L’immaginazione: è imitare immagini o produrne di proprie? È un concetto che oscilla tra phantasía e imaginatio, e muta da Aristotele, Plotino, Averroè e Marsilio Ficino fino ai moderni – Montaigne, Spinoza, Hume, Kant, Novalis – rovesciando il suo significato, nell’età contemporanea, da rappresentazione in irrealtà, creazione d’essere e potenza trasformatrice, con Ribot, Sartre, Jung, Bachelard, Foucault, Marcuse.
Rileggere i classici sotto la lente di queste categorie estetiche mostra come esse rimettano in gioco antiche questioni filosofiche: verità, rappresentazione, soggettività e intersoggettività.
Le Memorie dell’Oratorio sono, tra le opere di san Giovanni Bosco (1815-1888), una delle più personali, forse il libro più ricco di contenuti e di orientamenti preventivi che egli abbia scritto. Composte tra 1873 e 1875, in un momento di grande fervore operativo, riflettono sul cammino percorso per definirne il senso e focalizzare l’attenzione dei discepoli sull’identità di un’istituzione orientata alla salvezza dei giovani, pronta ad aprirsi in prospettiva mondiale. Risultano «una storia dell’oratorio più teologica e pedagogica che cronachistica, il documento più lungamente meditato e voluto da Don Bosco». Sono «un manuale di pedagogia e di spiritualità raccontata, in chiara prospettiva oratoriana» (P. Braido).
Questa nuova edizione utilizza il testo nell’edizione critica dell’Istituto Storico Salesiano, ulteriormente confrontata con i manoscritti originali. Un saggio introduttivo illustra l’importanza del documento per la conoscenza del mondo interiore, delle sensibilità e delle visioni del Santo, presenta i processi mentali messi in atto nella ricostruzione autobiografica e le intenzioni che hanno orientato la scrittura. Sono offerte anche chiavi interpretative e piste di lettura per valorizzare le potenzialità di questo eccezionale documento. Il testo è corredato da note storiche, da un’appendice documentaria e una tavola cronologica.
Monografia n. 55, 3/2010. La formazione della Bibbia. Un'introduzione interdisciplinare ai due Testamenti. Le nuove acquisizioni della critica moderna hanno consentito di affrontare in un modo sempre più scientifico" lo studio relativo alla formazione del materiale biblico, mettendone in evidenza tutta la complessità, e contribuendo così a rimuuovere alcune concezioni davvero ingenue, semplicistiche, se non addirittura "fondamentaliste", che vorrebbero vedere in tale materiale qualcosa come un "dettato divino", calato dall'alto della sua integralità."
I buoni libri sono un'arma con cui spuntare le armi dei nemici. Con i libri si possono salvare molte anime. Questa la loro finalità:"I libri buoni diffusi nel popolo sono uno dei mezzi atti a mantenere il regno del Salvatore in tante anime. Io intendo caldamente raccomandarvi per la gloria di Dio e la salute delle anime, la diffusione dei buoni libri..."
Amplia y detallada introducción a la figura y a los escritos de San Pablo. La primera parte presenta la persona, la obra y el entorno del gran apóstol Cinco partes: Pablo y sus escritos, la correspondencia tesalonicense, las grandes cartas, las cartas de la cautividad y otras cartas paulinas.
Índice
Presentación
Parte primera: PABLO Y SUS ESCRITOS
Capítulo I: La vida de Pablo
Capítulo II: Escritos paulinos
Capítulo III: Testimonios externos sobre Pablo y sus escritos
Parte segunda: LA CORRESPONDENCIA TESALONICENSE
Capítulo IV: La primera a los Tesalonicenses
Capítulo V: La catequesis primitiva
Capítulo VI: La segunda a los Tesalonicenses
Parte tercera: LAS GRANDES CARTAS
Capítulo VII: La primera a los Corintios
Capítulo VIII: La Segunda a los Corintios
Capítulo IX: La carta a los Gálatas
Capítulo X: La carta a los Romanos
Capítulo XI: Teología de las grandes cartas: la antropología teológica
Parte cuarta: LAS CARTAS DE LA CAUTIVIDAD
Capítulo XII: Las Cartas a los Filipenses y a Filemón
Capítulo XIII: Cartas a los Colosenses y a los Efesios
Parte quinta: OTRAS CARTAS PAULINAS
Capítulo XIV: Las cartas pastorales
Capítulo XV: La carta a los Hebreos
Bibliografía general
Indice