Il presente volume offre una panoramica sugli studi riguardanti la tradizione sinaitica della Bibbia e una analisi dei testi biblici che ne trattano, in relazione alle culture coeve.
Il libro tratta del "segno" sotto il punto di vista del suo contenuto naturale e religioso nella letteratura biblica, quindi il segno/simbolo considerato sia soggettivamente, come mezzo posto tra il pensiero e la realtà, sia oggettivamente, come mezzo sensibile che rinvia a qualcosa d'altro. L'autore si propone si cogliere nel mondo biblico la dinamica ed il significato dei segni attraverso il tempo e le vicende del popolo ebraico e cristiano.
In questo libro l'autore tratta del contesto religioso, e specificamente liturgico e cultuale, nel quale è sorta e si è sviluppata la letteratura biblica. Così come le letterature antiche si formavano intorno ai palazzi reali e nelle zone dei templi, così la formazione della Bibbia si colloca soprattutto nell'ambito dei santuari e del tempio di Gerusalemme. Lo stesso NT trasmette le gesta e gli insegnamenti di Gesù in ambito ecclesiale, nel quadro di celebrazione sacre e liturgiche, che erano i nuovi riti rappresentati soprattutto dal Battesimo e dall'Eucaristia, sorti nelle origini cristiane, in seguito e in continuità-rottura con i riti ebraici.
Il testo vuole ricostruire temi e nessi del testo biblico, che si snodano dal tema dell'Esodo alla Pasqua, dall'alleanza sinaitica alla confluenza tipica del Nuovo o II Testamento, con il rito - sacramento eucaristico, centro pulsore e cuore del Cristianesimo. Il tutto è pervaso e dominato dal gran tema dell'Amore di Dio e della Carità, nella cui linea sono solo Dio esiste e governa il mondo e la storia, ma salva, redime e gratifica con l'amore di un Padre.
Sebbene l'autore abbia trattato in altra sede sul pensiero religioso e teologico dei testi sacri della Bibbia, ora si propone in questo libro di affrontare le circostanze umane di composizione litteraria sfidando le difficoltà di cogliere gli elementi e i contesti dentro i quali si è formato questo tesoro inesauribile e unico nella storia della cultura d'ogni tempo. L'autore dichiara essere consapevole dei margini di opinabilità che restano e resteranno purtroppo anche in futuro, per il semplice fatto che c'è impedito l'accesso immediato e diretto sia agli avvenimenti, sia al rapporto che degli stessi fanno i testi a noi giunti.
Nella letteratura biblica, l'apocalittica ha un percorso storicamente abbastanza recente, rispetto all'insieme dei testi scritturistici, ed inoltre le radici di tale corrente provengono dall'esterno della propria civiltà, anche se saranno in ogni modo assimilate ed anche strutturate con tratti originali. Perciò l'autore si propone di percorrere l'itinerario dell'apocalittica dalle origini, anzitutto nel mondo esterno alla Bibbia, quindi nella sua irruzione all'interno della letteratura biblica e para-biblica, ed infine nella sua "interpretazione cristiana". A questo si aggiungono le scoperte di Qumran e la valorizzazione della letteratura apocrifa.
Questo libro si propone dare i criteri che hanno ispirato la storia dei testi sacri che, a parere dell'autore, non corrispondono necessariamente a quelli della moderna storiografia, dal momento che questa non pone sufficiente attenzione ai criteri della storiografia antica, proiettando la propria metodologia d'investigazione a quella che ha ispirato testi del passato. Tuttavia la ricerca moderna ha permesso un salto qualitativo nella comprensione concreta e vitale del passato con lo sviluppo delle scienze ausiliari. In tale senso l'autore cerca di cogliere le coordinate che hanno guidato gli autori della storia biblica, che hanno dato origine ai testi sacri.
Il volume cerca di fare luce su come e sino a che punto Gesù abbia vissuto nel suo Ebraismo e su come si sia posto in quell'ulteriore prospettiva detta Cristiana.
Se l'archeologo è colui che vive anche a contatto diretto con il terreno di scavo, attualmente si presentano due serie difficoltà per l'archeologo dedito al mondo biblico. Una è la difficile situazione socio-politica di Medio Oriente che ostacola le verifiche sul posto; l'altra è l'ampliarsi della comunicazione di massa, che sebbene espande la quantità e la facilità di conoscenze, rischia anche di appiattirle e livellarle verso il basso. L'abbozzo che ora presenta fr. Boschi vuole cogliere quanto l'archeologia è in grado di documentare e di distinguere, fin dove è possibile, l'ipotesi o l'indizio della prova.
In linea generale, dice l'autore nel Prefazione, siamo del parere di J. J. F. Sangrador, quando scrive: "È sorprendente che non si abbiano notizie della Chiesa di Alessandria, prima del III secolo, momento a partire dal quale brillò come nessun'altra sul firmamento delle Chiese cristiane". Il lavoro si fonda dunque su una documentazione indiziale e su ipotesi fondate su ricostruzioni ambientali, fornite dalla letteratura coeva e dalla ricerca archeologica moderna. Lo specifico della ricerca riguarda il rapporto tra il sorgere del cristianesimo alessandrino e dintorni con la presenza, la vita e il martirio eventuale dell'evangelista Marco.