Figlia di Agrippa, il trionfatore di Azio, e di Giulia, l'unica figlia di Augusto, lei sola, Agrippina, si salva dalla tragedia domestica che si abbatte sulla discendenza diretta di Augusto. Eredita i tratti fondamentali della sua stirpe: dalla madre il carattere passionale e l'arroganza di casta non disgiunta dalla capacità di sedurre anche i ceti subalterni; dal padre la disinvoltura a convivere con le truppe; di certo dal nonno, Augusto, il senso dell'autorità e il rispetto per la tradizione dei valori romani.
Nella memoria collettiva degli antichi, come nella memoria riflessa dei moderni, le grandi vittorie ottenute dai Greci a Maratona, alle Termopili e a Salamina hanno assunto un enorme valore simbolico. I 300 Spartani che, seppur vinti, riescono a sconfiggere i vincitori. I nemici storici, Sparta e Atene, che si alleano in nome di un bene superiore. Ma soprattutto i barbari, i nemici della libertà e della civiltà, che si infrangono di fronte alla resistenza di una minoranza unita e determinata a difendere i propri diritti. La narrazione e la celebrazione, in esaltanti scritture poetiche, delle epiche gesta della confederazione ellenica contro la soverchiante armata di terra e di mare approntata dal Gran Re Serse hanno fornito una serie di topoi letterari che hanno influenzato e continuano a influenzare il nostro immaginario. Tanto da costituire un patrimonio che riemerge costantemente ogniqualvolta la storia lo richieda: da Lepanto a Nelson vincitore a Trafalgar, dai testi incendiari del nostro Risorgimento fino alle canzoni della Resistenza. Un libro appassionato e divertente, alla riscoperta dei mille fili che ci legano al nostro passato più remoto.
Dal padre aveva appreso la disinvoltura a convivere con le truppe. Dalla madre il carattere passionale e l'arroganza di casta non disgiunta dalla capacità di sedurre anche i ceti subalterni. Dal nonno Augusto aveva ereditato il senso dell'autorità e il rispetto per la tradizione dei valori romani. Ma Agrippina era donna e, se una donna del I secolo d.C. voleva emergere, doveva pilotare nell'ombra l'azione del marito. Lorenzo Braccesi ricostruisce le inclinazioni politiche, i vertici di gloria, le vicende d'amore e di disperazione di Agrippina, personalità dirompente della dinastia giulio-claudia.
"Giulia fu una donna spiritosa, brillante, estroversa, sicuramente affascinante, conscia del suo ruolo e del suo peso sociale, che aspirava a conquistarsi sempre e comunque un proprio spazio nel quale, civettando, primeggiare: dalla frequentazione dei cenacoli letterari a quella dei circoli politici, dai salotti della ribellione generazionale a quelli, più insidiosi, della sotterranea opposizione al regime e al sistema. Tutto le era permesso, e dovunque si muovesse la seguiva un folto stuolo di corteggiatori che ne stimolava l'orgoglio e ne suscitava la vanità. Contestatrice del padre e del suo ipocrita mondo di valori, non si accorse in tempo del baratro in cui sprofondava, giorno dopo giorno, spostandosi da posizioni di fronda a quelle di aperta congiura. Molla ne fu sempre il suo spirito provocatorio e l'impulso al ruolo di prima donna": dal primo accordo di matrimonio stipulato dal padre quando la bimba aveva due anni alla morte, forse casualmente, anche del padre nello stesso anno, il volume ricostruisce l'affascinante vita di una donna discussa e criticata dai suoi contemporanei e forse musa ispiratrice di poeti e bizzarre situazioni dentro la sua corte. È lei Corinna, la donna cantata da Ovidio negli "Amores"? Perché era così affascinata dall'Egitto? Gusto dell'esotico o fatale attrazione verso forme ellenistiche di potere e dispotismo? Quale la natura del rapporto antagonistico tra lei e Livia, la terza moglie di Augusto?
"Giulia fu una donna spiritosa, brillante, estroversa, sicuramente affascinante, conscia del suo ruolo e del suo peso sociale, che aspirava a conquistarsi sempre e comunque un proprio spazio nel quale, civettando, primeggiare: dalla frequentazione dei cenacoli letterari a quella dei circoli politici, dai salotti della ribellione generazionale a quelli, più insidiosi, della sotterranea opposizione al regime e al sistema. Tutto le era permesso, e dovunque si muovesse la seguiva un folto stuolo di corteggiatori che ne stimolava l'orgoglio e ne suscitava la vanità. Contestatrice del padre e del suo ipocrita mondo di valori, non si accorse in tempo del baratro in cui sprofondava, giorno dopo giorno, spostandosi da posizioni di fronda a quelle di aperta congiura. Molla ne fu sempre il suo spirito provocatorio e l'impulso al ruolo di prima donna": dal primo accordo di matrimonio stipulato dal padre quando la bimba aveva due anni alla morte, forse casualmente, anche del padre nello stesso anno, il volume ricostruisce l'affascinante vita di una donna discussa e criticata dai suoi contemporanei e forse musa ispiratrice di poeti e bizzarre situazioni dentro la sua corte. È lei Corinna, la donna cantata da Ovidio negli "Amores"? Perché era così affascinata dall'Egitto? Gusto dell'esotico o fatale attrazione verso forme ellenistiche di potere e dispotismo? Quale la natura del rapporto antagonistico tra lei e Livia, la terza moglie di Augusto?
In breve
Furono gli Eubei di Calcide e di Eretria i più antichi esploratori delle rotte mediterranee: marinai, mercanti, coloni che, procedendo da oriente verso occidente, si spinsero fino alle acque degli empori atlantici, superando, presso Gibilterra, le mitiche colonne di Ercole. Furono loro a localizzare nelle acque del Mediterraneo il teatro delle avventure di Ulisse, eroe di riferimento per il navigante ellenico in cerca di mete sempre nuove. Lorenzo Braccesi va alla scoperta della loro storia e identità, soffermandosi sul mondo della grecità arcaica, su quella memoria dell’Odissea che è nella ‘bisaccia’ di ogni navigante o colono.
Indice
Prefazione - I. Una premessa generica, ma necessaria - II. La rotta nord-mediterranea: dallo Ionio al Tirreno - III.La rotta sud-mediterranea: dal Ponto Eussino all’Atlantico - IV. La rotta settentrionale: dallo Ionio al «caput Adriae» - V. Le «Odýsseiai», l’Adriatico e il monte Titano - VI. Una conclusione divagante, ma necessaria - Indice dei nomi - Indice dei luoghi
La colonizzazione greca nell'estremo meridionale della penisola (Calabria, Basilicata, parte della Campania e della Puglia) fra l'ottavo secolo a. C. e la conquista romana nel terzo secolo a. C.: una civiltà grande e prospera raccontata nel suo sviluppo e nei suoi tratti essenziali da due illustri specialisti.
L'immagine stereotipata della civiltà ellenica ne concentra le vicende nello scenario della penisola greca, dell'Asia minore, della Sicilia e dell'Italia meridionale. Solo alla fine del IV secolo si sarebbe verificata in Oriente la grande espansione ellenistica. In realtà l'orizzonte del mondo greco era da tempo assai più ampio. I Greci delle periferie sono i coloni, i mercanti, gli esploratori che hanno dilatato la presenza della civiltà ellenica in un'area vastissima e moltiplicato gli scambi economici e culturali con altri popoli.