Nella teologia del giudeo-cristianesimo, il latte e il miele erano il simbolo della parola di Dio. In alcune comunità cristiane, durante la celebrazione eucaristica, oltre al calice del vino veniva offerta anche una coppa di latte caldo misto al miele, per “gustare quanto è buono il Signore”. Le Odi di Salomone, prima raccolta sistematica di canti eucaristici e battesimali, citano il latte e il miele sapendo che chi partecipava alla Liturgia ne conoscesse il significato. La dolcezza di questa misura rimandava innanzitutto all’amore di Dio, manifestato nel Cristo morto e risorto, e a quello tra i fratelli. È dal 1914, anno in cui Leone Tondelli pubblicava un commento alle Odi, che in Italia, a parte qualche piccolo, benché significativo contributo, non veniva presentato un nuovo commento. Documento di straordinaria importanza, le Odi di Salomone possono ancora oggi insegnarci a nutrire un particolare affetto nei riguardi degli attuali canti liturgici e, per le tematiche affrontate, riconsiderare la vita cristiana come un matrimonio mistico, spirituale, tra Gesù, sposo della Chiesa, della comunità nella quale si vive la fede, e, come conseguenza, sposo di ogni singolo battezzato.
Sacro Cuore di Gesù, grazie per aver così abbracciato per noi, fin dalla culla, fin dalla nascita, croci, fughe, fatica, un lungo viaggio, persecuzione, esilio, freddo, fame, sete, pericoli, spogliamento, abbandono, tutte le pene dei tuoi santi genitori che il tuo tenero Cuore soffre per essi, divide con essi, ed infligge ad essi per noi... Grazie, perché Tu trasformi con ciò, per l'avvenire, queste spine in rose, per i cuori che ti amano: perché dividendo questi dolori con Te, essi saranno una voluttà. Soffrire insieme a Te, rassomigliare a Te, condividere le tue pene, è gioia delle gioie per il cuore che ti ama. Rassomigliare, imitare è una violenta necessità dell'amore, è uno dei gradi di quella unificazione verso cui tende naturalmente e necessariamente l'amore. La rassomiglianza è la natura dell'amore... (Charles de Foucauld, Méditations sur les saints Évangiles a Mt 2,13-14).
Raccolta di racconti ebraici. Il Signore dice: Se uno vuole venire dietro di me". Non e scritto infatti: "Se uno vuol andare davanti a me". E a chi lo pregava per la vita eterna, rivolge lo stesso invito: "Vieni e seguimi". Chi segue, sta dietro, guarda le spalle di chi lo precede. A Mose, che bramava vedere il volto di Dio, il Signore insegna com'e possibile vedere Dio e cioe che seguire Dio la dove egli ci guida, questo e vederlo. Chi guida indica la via a chi segue, e chi segue non devia dalla retta strada se continuamente sta dietro la sua guida. Chi infatti si porta di fronte a chi lo guida, si fa da se una nuova via, diversa da quella che la guida gli mostra. Percio Dio dice a chi si lascia condurre da lui: "Non vedrai il mio volto, cioe non metterti davanti a me". "