All'indomani della tragica alluvione che scosse la Versilia, Manlio Cancogni fissò sentimenti e stati d'animo, suoi e della sua terra, in un racconto scritto sotto forma di lettera, indirizzata al fondatore di Italia Nostra, Giuseppe Cederna. Cancogni racconta come l'Alta Versilia fu distrutta dall'irrompere di un evento imperscrutabile, minaccioso. L'alluvione fece esplodere la terra e con essa il panico fra la gente del posto. Un abitato come Cardoso, dove confluiscono tre torrenti, divenne, per chi ci viveva, una trappola mortale. Cancogni dell'evento non fa semplicemente una cronistoria ma accompagna il prima e il dopo con inserti autobiografici.
Il libro ripercorre il momento della difficile conversione al cattolicesimo di Manlio Cancogni dal racconto del viaggio sull'Orient Express, da Firenze (dove aveva lasciato la promessa sposa Rori, compagna di una vita) ad Atene, dove aveva accettato un posto come insegnante di italiano nel cruciale 1942, passando per quello a Northampton, Massachusetts, nel 1969, come professore di Letteratura italiana allo Smith College, fino al doloroso ritorno a New York nei giorni della malattia della figlia, e a un matrimonio a Manhattan. Il sentimento di attesa, la riflessione mai sopita o indulgente sul proprio passato (le amicizie, gli amori, le passioni da dandy): il tutto affrontato con le armi di una sincerità disarmante.