La Regola di perfezione del cappuccino Benedetto da Canfield (1562-1611) é indiscutibilmente il capolavoro che diede forma a tutta la mistica del xvi secolo, servendo da manuale per due o tre generazioni di spirituali. L'autore, definito da Henri Bremond «il maestro dei maestri», poco prima della morte curò personalmente l’edizione completa ed esatta, francese e latina, della sua Regle de perfection, le cui prime versioni, incomplete, circolavano già da diversi anni. Il libro propone come unica regola di perfezione cristiana l’obbedienza alla volontà di Dio.
Tale obbedienza presuppone il completo annichilimento della volontà personale, in un totale distacco. In esso si riconosce che tutto quel che accade é volontà di Dio - identificato, fuori da ogni antropomorfismo, con la sua stessa volontà. Obbedendo alla necessita come volontà di Dio, si vive in ogni istante, in ogni situazione, una vita che é insieme contemplativa e attiva, godendo della perfetta unione con Dio e quindi di una piena beatitudine. Fu proprio questo punto, sviluppato nella terza parte dell’opera, a portare alla censura ecclesiastica che, a fine Seicento, colpì tutti gli scritti sospetti di quietismo, o di “perfettismo”, e così scomparve praticamente dalla circolazione.
In un tempo in cui la mistica sta riemergendo in tutto il suo valore, questa prima traduzione italiana ripropone, dopo più di tre secoli di oblio, la Regola di perfezione in primo luogo come capolavoro psicologico, che smaschera l’egoismo delle proprie passioni, comprese quelle inconsce, aiutando cosi a conoscere sé stessi. In secondo, ma non secondario, luogo, il lettore più attento potrà scoprire come dalla conoscenza di sé stessi nasca quella di Dio, e, insieme, la beatitudine.
Attraverso un lavoro su di sé, che Canfield pianifica anche con esercizi e verifiche, ciascuno è messo progressivamente in condizione di vivere la vita che desidera, di raggiungere gli obiettivi a cui aspira, di ottenere ciò che ricerca. Il "segreto", infatti, è nel cervello, nelle sue rappresentazioni e nella sua capacità di influenzare la realtà.
A volte è difficile trovare le parole giuste per ringraziare la persona che ci ha cresciuto amandoci più d'ogni altro. "Brodo caldo per la mamma" aiuta a esprimere la propria riconoscenza verso chiunque abbia rivestito il prezioso ruolo materno. Che sia una nonna, una madrina, una zia o addirittura la propria compagna, è giunto il momento di manifestarle tutta la propria gratitudine e il proprio attaccamento. È stato questo l'intento degli autori che hanno contribuito alla realizzazione del presente volume, condividendo i loro aneddoti e le loro poesie - emozionanti e commoventi, ma talora anche divertenti - che rappresentano un tributo d'amore e d'ammirazione nei confronti di quella persona speciale che tutti chiamano "mamma".
Una nuova raccolta di storie edificanti, narrate in uno stile semplice e fresco, in cui un atto delicato e affettuoso, un sorriso inatteso, una parola gentile ci convincono a credere ancora nell'amore e nel suo potere di rendere bello tutto ciò che tocca.
Un accidente propicia un cambio de papeles dentro del matrimonio Knapp. Esta deliciosa novela escrita en 1924 aborda magistralmente temas tan actuales como la conciliación, la igualdad, los roles familiares, la educación de los hijos...
Lo más sorprendente de esta novela -inédita en castellano y considerada la mejor de Dorothy Canfield Fisher- es el año de su publicación: 1924. Si no fuera por algunos detalles que nos sitúan en el contexto histórico de hace casi un siglo, podría estar escrita en nuestro tiempo, dada la tremenda actualidad de las cuestiones que aborda: la conciliación de la vida laboral y familiar, los roles masculino y femenino, la educación de los hijos...
De manera magistral, Dulce hogar nos plantea los problemas de una familia en la que ambos cónyuges están frustrados por las funciones que les ha tocado desarrollar. Evangeline es una obsesiva ama de casa cuyo perfeccionismo hace infelices a sus hijos. Sin darse cuenta, vive desencantada y aburrida, aunque se considera una buena madre y esposa. Lester, su marido, poeta y soñador, tampoco es feliz, ni en casa ni en el trabajo. Un accidente cambia la vida de toda la familia al propiciar un radical cambio de papeles: él se ve obligado a quedarse en casa en una silla de ruedas y ella debe ponerse a trabajar fuera del hogar para ganar el sustento de la familia.
"Esta novela de 1924 trata sobre un tema aparentemente muy actual: cómo un matrimonio puede sentirse oprimido
y frustrado por los roles que se espera que ha de cumplir y qué ocurre cuando esos roles se cambian".
Philadelphia Inquirer.
Dorothy Canfield Fisher (1879-1958) escribió once novelas, más de un centenar de cuentos, varios libros para niños y un gran número de artículos. Creció en una familia de profesores universitarios y artistas y su madre la llevó consigo en sus viajes por París y Madrid. En la Universidad de Nebraska conoció a Willa Cather, compañera de clase de su hermano, quien se convirtió en una amiga para toda la vida. Se doctoró en Francés y en vez de dedicarse a la enseñanza, empezó a escribir cuentos. En 1912, con los beneficios que le reportó su primera novela, viajó a Roma, donde conoció el método Montessori de educación, cuyos principios están en la base de algunas de las observaciones que se hacen en sus novelas, entre ellas, Dulce hogar. Dorothy Canfield Fisher es, sin lugar a dudas, una de esas escritoras injustamente olvidadas que merece ser rescatada de su largo exilio editorial.