"Come potremmo delineare l'ideale di una città concreta? Non intendo una città ideale ma un ideale di città: una città nella quale ci sono spazi per quell'azione dello Spirito che fa da contrasto al lievito e al fermento di Babilonia, di Sodoma e di Gerico e conduce verso la Gerusalemme che speriamo. Questi spazi sono di diversi tipi. Anzitutto sono spazi di silenzio, anche nel centro della città. [ ... ] Come il Duomo ci vorrebbero tanti luoghi propizi al silenzio, alla riflessione, all'ascolto. Dopo il silenzio e l'ascolto occorre il dialogo. Per questo ci vogliono le piazze, le agora in cui la gente si possa ritrovare per capirsi e scambiarsi i doni intellettuali e morali di cui nessuno è privo. In terzo luogo ci vogliono le vie percorribili in tutti i sensi, cioè tutte quelle reti di relazioni che si coagulano in amicizie e accoglienze [ ... ] Quarto luogo o situazione: l'intercessione e l'ospitalità [ ... ] Coi mezzi sopra indicati, e con molti altri che si potrebbero ricordare, non intendo dire che avremmo una città ideale, ma che saremmo in cammino verso una città eh ancora non c'è". Carlo Maria Martini.
La doppia valenza del termine "potere" come possibilità di azione propria degli esseri umani e come forza posseduta da alcuni su altri è già di per sé indice della ricchezza del concetto scandagliato in queste pagine. Si profila una differenza tra il potere come possibilità di agire e come forza regolatrice della società: se il primo appartiene all'ordine della creazione e quindi è attuazione dell'umano, il secondo è introdotto quale mezzo necessario a sanare una condizione prodotta dal peccato. Da qui il paradosso del potere: necessario, ma fonte di seduzione demoniaca, tanto da essere stato oggetto di tentazione per lo stesso Gesù nel deserto. Riconducendo le possibilità del potere al loro limite sia nativo sia indotto dalla condizione storica, è possibile far luce su questa tematica qui colta da diverse prospettive: antropologica ed etica, teologico-politica, ecclesiastica. Vengono illustrate le valenze del potere come verbo e mostrati le radici e il fine antropologici del potere, le virtù di chi lo esercita e il suo fondamento a partire dalle forme di "resistenza" che lo rendono possibile. Si riflette poi sulla concezione della regalità quale manifestazione del potere divino, sulla pertinenza della derivazione teologica del potere, sul significato delle preghiere liturgiche in occasione delle incoronazioni medioevali. A uno studio del pensiero di Ricoeur sul potere, segue un'analisi del senso ecclesiale degli strumenti canonici...
Liquidato alcuni decenni fa dalla teologia sull'onda della "demitizzazione" (Bultmann), il diavolo sembra essersi preso la rivincita: si moltiplicano gli esorcisti, si diffondono i riti satanici e gli scritti (pseudo)scientifici sull'argomento. Si tratta semplicemente di un ritorno del mito e quindi dell'espressione di una mentalità primitiva incompatibile con l'attuale visione del mondo? È la domanda che sta al fondo di questo fascicolo, che intende prendere sul serio il concetto di diavolo; fare ciò significa interrogarsi sul senso del male, della sua origine e della sua personificazione: non in Dio, non nell'uomo, ma in un essere misterioso. I contributi qui raccolti prendono le mosse dal racconto primitivo (Gen 3), proprio per andare oltre le interpretazioni letterali del testo sacro e le rappresentazioni ingenue o fantastiche della figura del diavolo. In questo senso le prime due riflessioni sono "fondanti": tentano di mostrare se e come il diavolo possa essere ancora ritenuto tema teologico e in che modo, dal punto di vista filosofico, il diavolo si possa dire "persona". Si passa quindi all'esegesi biblica: studiando il significato dell'invidia del diavolo come causa della morte degli umani (Sap 2,23-24) e la parabola del seminatore (Lc 8,4-15), si mostra in che modo il diavolo sia all'opera. Vengono poi esaminate alcune opere di teologia fondamentale per verificare in che modo i racconti delle tentazioni di Gesù siano al centro della sua predicazione.
DESCRIZIONE: Che cosa si intende con il termine “spirito”? A quale dimensione rimanda la “vita spirituale”? È riducibile a sinonimo di “vita interiore”? Sia nel linguaggio comune sia in quello filosofico la spiritualità appare perlopiù come una realtà dai contorni indeterminati. Non è così se la si colloca nel contesto storico del cristianesimo, come avviene in queste pagine, dove si tenta di ripensare la vita nello Spirito proprio nella sua concretezza. A partire dal ruolo dello spirito nell’essere umano quale principio di unità singolare dell’individuo e attore di comunione tra le persone e con Dio, si cerca di mostrare la sua essenza come è descritta nel libro della Sapienza dove la trascendenza divina non esclude la vicinanza effettiva di Dio al mondo. Si esaminano poi alcuni testi di san Basilio di Cesarea, che offre spunti di riflessione sull’azione dello Spirito Santo nella vita del credente. Sulla base di documenti magisteriali e di indicazioni bibliche, si cerca di osservare se, dove e come lo Spirito agisca al di fuori della Chiesa. Ma lo Spirito è presente anche nei concetti di imitazione, sequela e vita in Cristo, proprio nell’unità fondamentale tra vita spirituale e morale. Si rilegge il significato profondo della Pentecoste nella tradizione biblica e liturgica della Chiesa evidenziando in esso il compimento del mistero pasquale di Cristo. In ultimo si presenta una cantata per la Pentecoste di Johann Sebastian Bach, rilevando come, nell’ambito della cultura luterana, la musica sia intesa quale dono divino in cui il credente può sperimentare l’azione dello Spirito di Dio.
Come dire: lo Spirito si dice in più modi, ma essi convergono solo nel rimando alla potenza vivificante e trasformante di Dio.
COMMENTO: Una riflessione a più voci sul significato della vocazione cristiana e sulla presenza dello Spirito Santo nella vita quotidiana, da parte dei maggiori studiosi di teologia.
GLI AUTORI: M. Zani, F. Dalla Vecchia, A. Gazzoli, G. Canobbio, R. Maiolini, S. Passeri, O. Vezzoli, A. Donini, sono tutti docenti del Seminario di Brescia.