Un buon giornalista deve saper lavorare con la lingua, sia che operi nell'intrattenimento televisivo, sia che si occupi della redazione di un giornale tradizionale, o di un giornale on-line. L'era televisiva sembrava aver soppiantato la comunicazione scritta della notizia, ma così non è stato. Il giornale, nella versione su carta stampata, continua a resistere alle usure del tempo, anche se spesso appare "inattuale" rispetto alla comunicazione in tempo reale. La scrittura non è ancora destinata al tramonto e apprenderne l.arte è quindi un requisito di base del buon giornalista, che si deve calare nella situazione e far proprio un obiettivo di comunicazione specifico, rivolgendosi ad un pubblico ben definito di potenziali ascoltatori/lettori. Questo "Manuale di scrittura giornalistica" guida lo studente nell'apprendimento del mestiere, coniugando magistralmente il rigore scientifico agli strumenti pratici che il futuro giornalista dovrà possedere.
Le parole nuove sono spesso guardate con sospetto o diffidenza, quasi costituiscano una minaccia per il solido edificio della lingua. Ma il cambiamento è sempre segno di vitalità, non di corruzione, e i neologismi sono la spia più evidente di questa ricchezza creativa che si innesta nella continuità. Un tempo gli inventori erano i poeti, i letterati come D'Annunzio, ora tocca ai giornalisti e agli influencer. A volte si tratta di meteore, altre volte diventano simboli di una stagione: dal fattore k all'edonismo reaganiano, da Sua Emittenza al vaffa-day, dagli inciuci alle rottamazioni, dalla pandemia alla rivoluzione della tenerezza. Rileggere sessant'anni di storia italiana attraverso le parole che li hanno segnati riserva molte sorprese. E nello sguardo retrospettivo dell'autore, le epoche passate si rivelano in tutta la loro originalità. Presentazione di Luciano Canfora.
Dopo anni di polveroso oblio, la pratica del riassunto è oggi riscoperta e riproposta come insostituibile strumento didattico. Questa utile guida illustra con chiarezza tale complessa abilità, basata sull'interdipendenza di lettura e scrittura, attraverso un ampio repertorio di testi letterari, scientifici, o di attualità storico-politica che vengono smontati, analizzati e trasformati con diversi livelli di riduzione.
Il DAIF è un dizionario agile e maneggevole. Un dizionario fondamentale che distingue con caratteri diversi gli strati della lingua di uso medio, parole cioè che per frequenza statistica e per comune opinione dei parlanti rappresentano il patrimonio essenziale da possedere per parlare, leggere e comunicare. Così disegnato, questo dizionario aiuta a dare un'immediata risposta a chi cerca di impadronirsi in un primo tempo non dell'universo del vocabolario, ma della sua sezione d'impiego più frequente e continuo. Un'antologia di esempi autentici che accompagnano le definizioni e illustrano i significati: un panorama variegato della lingua letteraria, giornalistica, popolare, saggistica degli ultimi ottant'anni. Un dizionario da leggere come un giallo per piste investigative e frammenti d'autore. Sì, da leggere come un romanzo. Ed è questa la grande originalità del DAIF: un ricco repertorio di "testi brevi" di contenuto storico, umoristico, narrativo, metalinguistico da rendere appassionante e intrigante la lettura e su cui praticare infiniti esercizi sulla lingua.