Il testo che viene qui presentato è lo scritto autobiografico di Guiberto di Nogent, abate vissuto in Francia tra l'xi e il xii secolo. Riveste un particolare interesse storico poiché costituisce una vera e propria miniera di notizie sui fatti di quell'epoca, di cui si sono avvalsi soprattutto storici come il Guizot, che lo incluse tra le fonti della sua monumentale raccolta in ben trenta volumi «pour servir à l'histoire de la France». "La mia vita" fu scritta in età avanzata, quando Guiberto aveva già compiuto sessantanni; è suddivisa in tre libri, redatti non di seguito ma in tempi successivi, per quanto ravvicinati: il primo nel 1114, gli altri due fra il 1115 e il 1116. Nel complesso potrebbe sembrare un'opera alquanto discontinua, mancante di un piano organico, ma ciò non toglie nulla al suo interesse; anzi, per l'autore questo andamento costituisce uno stimolo a presentare un'infinità di situazioni, eventi, personaggi, esperienze interiori ed esteriori in un quadro composito che, per esplicita e ripetuta dichiarazione, vuol essere «oggettivo». Un reperto che ci restituisce, come in un'istantanea, tutta la ricchezza e la varietà di un Medioevo nient'affatto «oscuro».
Un protagonista della storia cristiana, italica e mediterranea tra antichità e Medioevo; un fondatore della cultura medievale e uno dei «padri storici», insieme con Benedetto da Norcia, del monachesimo occidentale; un «classico» della letteratura latina di un'età difficile e complessa, che tuttavia a torto e semplicisticamente sono in troppi a definire «oscura». Calabrese di Squillace, di origine forse siriaca, Flavio Magno Aurelio Cassiodoro Senatore (490 ca.-583 ca.) ha attraversato con la sua lunga vita l'intero VI secolo, che nella pars Occidentis dell'Impero - privata del suo sovrano - si aprì con la coraggiosa e generosa proposta di convivenza goto-latina di Teodorico e si chiuse col grande e innovatore pontificato di Gregorio Magno. Politico e funzionario alla corte di Teodorico, profondamente impegnato nel lavoro di pubblico amministratore, Cassiodoro non si lasciò travolgere dal fallimento dell'esperienza di governo gota e dalla guerra «greco-gotica» che ne seguì. La sua esperienza di governo e la sua saggezza sono immortalate nella raccolta delle Variae, edita nel 537. Il centro monastico Vivarium, da lui fondato nella maturità presso la natia Squillace, rappresentò, assieme a Montecassino, un faro e un modello culturale da cui è sorto il Medioevo latino e quindi l'Europa.