100 storie filosofiche fulminanti, semplicemente diaboliche, costruite per sorprenderci e mettere in scacco le nostre certezze. La filosofia è una sfida incessante a riconoscere la straordinaria complessità del mondo che ci circonda, a partire dalle cose più semplici. Qual è la differenza tra la mano destra e la sinistra? Tornerà mai un momento come questo? Come fa un'attrice a fingere una morte finta? Il mosaico dipende dalla posizione delle tessere; ma sarebbe lo stesso mosaico se si scambiassero fra loro due tessere uguali? Nelle pagine di questo libro, Lei, Lui, l'indomabile Ficcanaso e altri nuovi personaggi, tra cui il Flippamondi e la Gatta Parlante, si cimentano con queste e molte altre domande. A guidarli non è il desiderio di semplificare ciò che è complesso, come in molti libri della nostra epoca, ma lo sguardo indagatore su ciò che sembra semplice e invece non lo è. Sul filo dei loro dialoghi ci si ritrova a scoprire che il bello della filosofia sta proprio in questo: fare i conti con ogni semplicità, anche quando ci appare assolutamente insormontabile.
100 storie filosofiche fulminanti, semplicemente diaboliche, costruite per sorprenderci e mettere in scacco le nostre certezze. La filosofia è una sfida incessante a riconoscere la straordinaria complessità del mondo che ci circonda, a partire dalle cose più semplici. Qual è la differenza tra la mano destra e la sinistra? Tornerà mai un momento come questo? Come fa un'attrice a fingere una morte finta? Il mosaico dipende dalla posizione delle tessere; ma sarebbe lo stesso mosaico se si scambiassero fra loro due tessere uguali? Nelle pagine di questo libro, Lei, Lui, l'indomabile Ficcanaso e altri nuovi personaggi, tra cui il Flippamondi e la Gatta Parlante, si cimentano con queste e molte altre domande. A guidarli non è il desiderio di semplificare ciò che è complesso, come in molti libri della nostra epoca, ma lo sguardo indagatore su ciò che sembra semplice e invece non lo è. Sul filo dei loro dialoghi ci si ritrova a scoprire che il bello della filosofia sta proprio in questo: fare i conti con ogni semplicità, anche quando ci appare assolutamente insormontabile.
Chi scrive, produce, vende, legge e fa leggere libri oggi si pone mille domande: l'accelerazione tecnologica sta rendendo obsoleto il libro di carta? Uccide l'idea stessa di libro? E cosa accade nella scuola? Ad esempio, bisogna far acquistare alla propria scuola un tablet per ogni alunno? Le discussioni sono concitate, intervengono ministri affrettati e coloni digitali zelanti pronti a sostenere qualsiasi novità tecnologica. Fioccano le immagini di una nuova generazione a suo agio con lo schermo tattile e l'indice sfiorante, che se pur sarà refrattaria alla lettura avrebbe nuove competenze digitali, tra le quali la capacità di navigare distribuendo l'attenzione su molti schermi. Questo libro sostiene alcune tesi controverse (ma anche di buon senso): che i cosiddetti nativi digitali non esistono e che se veramente esistessero la scuola farebbe meglio ad aiutarli a guardare fuori degli schermi; che non c'è un sostituto elettronico dell'insegnante; e soprattutto che il libro di carta sarà pure a rischio commerciale a causa del suo cugino elettronico, ma è assolutamente insostituibile dal punto di vista cognitivo, perché protegge e non aggredisce la nostra risorsa mentale più preziosa: l'attenzione.
Chi scrive, produce, vende, legge e fa leggere libri oggi si pone mille domande: l'accelerazione tecnologica sta rendendo obsoleto il libro di carta? Uccide l'idea stessa di libro? E cosa accade nella scuola? Ad esempio, bisogna far acquistare alla propria scuola un tablet per ogni alunno? Le discussioni sono concitate, intervengono ministri affrettati e coloni digitali zelanti pronti a sostenere qualsiasi novità tecnologica. Fioccano le immagini di una nuova generazione a suo agio con lo schermo tattile e l'indice sfiorante, che se pur sarà refrattaria alla lettura avrebbe nuove competenze digitali, tra le quali la capacità di navigare distribuendo l'attenzione su molti schermi. Questo libro sostiene alcune tesi controverse (ma anche di buon senso): che i cosiddetti nativi digitali non esistono e che se veramente esistessero la scuola farebbe meglio ad aiutarli a guardare fuori degli schermi; che non c'è un sostituto elettronico dell'insegnante; e soprattutto che il libro di carta sarà pure a rischio commerciale a causa del suo cugino elettronico, ma è assolutamente insostituibile dal punto di vista cognitivo, perché protegge e non aggredisce la nostra risorsa mentale più preziosa: l'attenzione.
Ci sono molti libri che parlano di filosofia, questo si differenzia da parecchi di loro perché, fra l’altro, ci dice che la filosofia è un’arte che permette di negoziare con i concetti, e mostra come la nostra vita ne sia intessuta. Quest’arte si può imparare, e anzi si deve imparare, perché mille circostanze del quotidiano ci impongono di ripensare a quello che stiamo facendo per capire se farlo e come farlo meglio. Per esempio, eravamo sudditi, siamo diventati cittadini: come sono cambiati i nostri diritti e doveri? Oppure: la Terra non è più al centro dell’universo, quale posto per un’umanità periferica nel cosmo? Oppure ancora: come definiamo l’inizio e la fine della vita? Il lettore incontra dapprima alcuni esempi sorprendenti di filosofia annidata nella vita quotidiana: il processo dello scultore Brancusi contro il governo degli Stati Uniti che aiuta a definire l’arte contemporanea; le discussioni appassionate sulla famiglia all’Assemblea Costituente che lasciano ancora oggi una eco nel modo in cui si può, o non si può, metter su famiglia in Italia; l’immaginifico sogno di Keplero che aiuta a ripensare la Terra non più al centro dell’universo. Da questi esempi Roberto Casati passa a esaminare alcune grandi questioni filosofiche tradizionali, per capire come lavorano i filosofi che se ne occupano, ma soprattutto per mostrare quanto sia diffusa la filosofia e quanto sia importante l’impegno intellettuale in un’epoca in cui si chiede insistentemente di non pensare.
È tempo di riabilitare le ombre, queste vecchie - e inquietanti - compagne dell'umanità dalla dubbia reputazione e sulle quali sono fiorite le storie più bizzarre: si narra di ombre che vivono di vita propria, o di altre che si ribellano ai loro proprietari come nella favola di Andersen. Anche Platone, nel mito della caverna, sostiene che chi guarda solo le ombre non ottiene vera conoscenza. Eppure senza le ombre non avremmo compreso la forma della luna o la struttura del sistema solare, né avremmo individuato gli anelli di Saturno, e le immagini ci apparirebbero piatte e senza sostanza. I nostri occhi sono infatti programmati per vedere le ombre e siamo in grado di ricostruire le dimensioni tridimensionali di un oggetto a partire dal cono che proietta. Dagli astronomi greci a Galileo e Keplero, dai mosaici romani ai dipinti di Masaccio, dalle prime misure della terra ai laboratori di psicologia infantile di Harvard, le ombre si sono rivelate un prezioso strumento di conoscenza oltre che un inesauribile stimolo alla curiosità umana.
"Se il filosofo deve coltivare il senso della possibilità cantato da Musil, deve costruire mondi e paesaggi mentali con pazienza e a volte temerarietà, restando disponibile a stupirsi del risultato. L'immaginazione è una componente essenziale di questo esercizio, che si accompagna spesso a una impressione di solitudine sconfinata. E in effetti ci sono dei punti di svolta quando si esplorano i paesaggi mentali che si sono costruiti, in cui è come se ci si affacciasse alla finestrella ventosa, intagliata nella pietra, in cima alla torre altissima di una cattedrale in rovina lasciata da un'antica civiltà; sul vuoto di questa solitudine sono in agguato una vertigine e una malinconia." Wassermann, Antonio Giona, Sally Percival, Johannes Jung sono alcuni dei personaggi che in questi racconti chiedono al lettore di concedere loro il privilegio di esistere per un attimo, di perorare la causa della loro vita impossibile sospesa tra astrazione e disinganno.
La filosofia è una sfida in cui il pensiero parte dalla semplicità delle cose quotidiane e ne mostra la meravigliosa complessità, che a volte sembra insormontabile. In 39 storie fulminee, quasi cinematografiche, Roberto Casati e Achille Varzi ci invitano a scoprire un modo diverso, divertente e appassionato di fare filosofia.