L'insuccesso della rivoluzione siriana e della primavera araba non significano di certo la fine dei nuovi movimenti. Dall'uscita della prima edizione di questo libro (2012), ne sono sorti altri: in Brasile (con il Movimiento Passe Livre che occupa l'Avenida Paulista, una protesta che andrà avanti per mesi); e poi Gezi Park a Istanbul, l'occupazione di Maidan Square a Kiev, la rivoluzione degli ombrelli a Honk Kong, le proteste in Messico, Podemos in Spagna, il Movimento 5 Stelle in Italia. C'è una cosa che, pur nella diversità, hanno in comune: sono tutti inestricabilmente legati alla creazione di reti di comunicazione autonome, supportate da Internet e da trasmissioni wireless. Castells è in grado di rispondere onestamente e criticamente alla domanda che molti osservatori ponevano a questi movimenti: "E allora, quali sono gli specifici esiti, quali i risultati tangibili sul piano sociale? Quale è stato, ammesso che ci sia stato, il loro impatto sui sistemi politici e sulla politica concreta?". Ed è in grado di denunciare anche gli aspetti più ambigui di movimenti che utilizzano la Rete, quali ad esempio il Movimento 5 Stelle, una delle novità di questa edizione.
Dopo essere stati espulsi nello stesso giorno dalla Francia per la loro partecipazione al Maggio 1968, Castells e Ibànez riprendono il dialogo interrotto per capire come mai l'anarchismo, già protagonista di quel Maggio, sia nuovamente in sintonia con il rapido mutamento che segnala l'avvento della società dell'informazione. Un mutamento che gli attori politici tradizionali non riescono a interpretare proprio perché non si propongono di cambiare il mondo, ma al più di gestirlo. E non è questa la domanda sociale contemporanea, che oggi mutua dalla Rete le modalità di azione e comunicazione. Superata l'atomizzazione individualista propria del liberalismo, una fitta trama di reti interindividuali sta oggi plasmando dal basso l'ambito del politico, mettendo radicalmente in discussione il tradizionale ruolo di leader e partiti. Un sovvertimento dell'ordine politico, ci dicono i due autori, che rimanda direttamente all'anarchismo. Postfazione di Andrea Staid.
En la primera edición de “Redes de indignación y esperanza” Manuel Castells describió la eclosión de los nuevos movimientos sociales en red que estaban surgiendo en el mundo y los caracterizó como la forma de acción colectiva distintiva en la sociedad red. Desde entonces, como muestra en esta nueva edición, las continuas movilizaciones en España, Grecia y Portugal, las manifestaciones en Brasil de 2013 y 2014, la defensa del parque Gezi en Estambul, los movimientos de estudiantes en Chile, las grandes protestas mexicanas entre septiembre y noviembre de 2014 por el secuestro y asesinato de los estudiantes de Iguala… no han hecho más que confirmar la vitalidad y la continuidad de estas nuevas formas de movimientos sociales, pese a su diversidad y sus diferentes resultados. Además, al hilo de las campañas y los resultados electorales de fuerzas surgidas de estos movimientos analiza su papel como palancas de cambio político, junto a su potencial transformador de la sociedad a más largo plazo. Un libro esencial para orientarnos en tiempos de cambio.