Come fanno i giovani universitari, già pieni di impegni e di libri da studiare, a trovare il tempo e il desiderio per infilare nelle loro giornate anche la Lectio divina? Non suonerà piuttosto old fashion una proposta del genere? Certo, non è per tutti. Occorrono alcuni ingredienti non sempre facili da trovare nella medesima persona: un minimo di fede cristiana, alcuni minuti al giorno e il coraggio di provarci, fidandosi di chi assicura che ci saranno dei vantaggi. La vita universitaria è infatti ricca di stimoli, non solo intellettuali ma anche affettivi e spirituali. L'approccio critico alla realtà, in tutte le sue sfumature, pone domande che non possono girare attorno alla fede, ma devono interrogarla. Non è possibile che la fede rimanga bambina, quando la ragione diventa adulta. La fede non è un soprammobile donato una volta per sempre, che richiede al massimo qualche spolveratina; è un organismo vivo, si rafforza o si attenua con noi, può crescere ma può anche diminuire o spegnersi.
Acqua e cibo sono essenziali per vivere. E sono il dono che Gesù offre per la gioia e la salvezza di ogni uomo. L'iniziazione cristiana si pone così come il percorso di grazia che la Chiesa accompagna, affinché bambini e ragazzi possano celebrare e vivere l'incontro con Gesù. Alla luce delle riflessioni che l'autore propone, parroci e catechisti potranno approfondire le radici contenutistiche e metodologiche che fanno dell'iniziazione cristiana un tempo fecondo per tutta la comunità.
«Pregate sempre per me perché io abbia il coraggio di rimanere in crisi»: è l'intenzione paradossale espressa da papa Francesco nel Natale 2020 ad aprire la riflessione di Erio Castellucci, che in queste pagine cerca di delineare una "spiritualità della crisi". Difficoltà, scompensi, sconvolgimenti non sono scherzi del destino, ma tappe obbligate di qualsiasi percorso personale e sociale. Sono eventi che scuotono, che fanno perdere l'equilibrio e piombare nell'incertezza, ma non sono solo negativi, non significano rovina e distruzione. Non soltanto la storia in generale, ma proprio la storia biblica è piena di personaggi inquieti, che attraversano fatiche e sofferenze dalle quali nascono strade di salvezza. Nel nostro tempo alle tante emergenze del mondo globalizzato - guerre, terrorismo, clima, migrazioni - si aggiungono per la Chiesa povertà morali e strutturali: calo della partecipazione, crollo delle vocazioni, secolarizzazione, scandali tra i religiosi, irrilevanza nella società. Un dissesto epocale, che potrebbe portare a un giudizio sconfortato sul valore della stessa fede. Ma sarebbe una conclusione frettolosa. Se osserviamo ciò che è avvenuto nei secoli, vediamo che i periodi più tormentati sono quelli in cui la santità della Chiesa è fiorita, perché la crisi non è solo un fatto, ma una dimensione dei corpi vivi e un sintomo di coraggio e progressione. Se i cristiani si sentono oggi una minoranza, se la fede non costituisce più un presupposto comune, anzi viene emarginata o negata, allora è il momento di riscoprirsi piccolo gregge e di lasciarsi mettere in crisi dal Vangelo. Un libro che motiva con lucidità e passione la scelta di un cattolicesimo più evangelico, più semplice, più fedele allo stile di Gesù.
Il timore e la gioia sono due sentimenti, tra loro profondamente intrecciati, che fotografano l'animo dei credenti. La gioia di vedere Gesù ancora vivo, trasfigurato nella sua nuova vita, viaggia accanto alla paura che si tratti di un'illusione. Questi commenti alle letture domenicali dell'anno A accompagnano il lettore all'interno della grande scommessa della fede cristiana: credere nel Risorto. Una fede che significa scorgere delle tracce di vita non solo nelle gioie, ma anche nelle paure e nelle fatiche; affidarsi a Colui che può trarre il bene anche dal male. Credere che la Pasqua ha capovolto la realtà, ha proiettato un raggio di luce anche sulle tenebre più fitte, così che i nostri timori, che pure rimangono, siano meno potenti della gioia che ci è donata.
L'evangelista Luca, la cui narrazione accompagna la comunità cristiana nelle liturgie eucaristiche dell’anno C, è definito da Dante «Scriba mansuetudinis Christi» per la sua attenzione nell’esprimere la misericordia del Signore. Il terzo Vangelo illustra la realizzazione del programma iniziale che Gesù aveva annunciato nella sinagoga di Nazaret, quando applicò a sé il profeta Isaia, dicendo che lo Spirito lo aveva inviato a prendersi cura dei poveri, dei prigionieri, dei ciechi e degli oppressi. Un Dio che, nella persona di Gesù, apre il suo cuore al perdono e alla salvezza; un Dio che è capace di organizzare una festa per il ritorno del figlio ribelle pentito, di autoinvitarsi nelle case dei peccatori sfidando i benpensanti, di fissare il proprio sguardo sanante sull'apostolo che lo ha appena rinnegato.
Scritto verso l’80 d.C. attingendo da Marco e da una fonte comune anche a Matteo, Luca è il Vangelo più raffinato dal punto di vista letterario e introspettivo. È il Vangelo che più di tutti mette in luce l’azione dello Spirito in Gesù, a partire dall'Annunciazione fino all’Ascensione.
Annuncio o dialogo? Troppo spesso il pensiero teologico e la pratica della Chiesa, ad esempio quando si tratta di missione, si sono divise su questa (falsa) alternativa. Come se il dialogare con l'altro fosse cedere qualcosa della propria identità. E, di rimando, l'affermazione esplicita delle verità di fede rappresentasse una superba attestazione di fondamentalismo. Erio Castellucci, oggi vescovo ieri teologo e parroco sempre «in ascolto», come si è definito, ci accompagna in un viaggio della ragione e del cuore per capire che non esiste l'aut aut tra l'annunciare Cristo e il parlare con chiunque in spirito di reciproca attenzione. Gli estremi da evitare sono l'integrismo da una parte e il relativismo dall'altra. Entrambe queste derive non tengono conto della singolarità della vicenda di Gesù, l'uomo-Dio che diventa modello per ogni credente invitato a dare ragione della propria fede, della speranza e della carità che lo anima. In queste pagine - che intessono esegesi, teologia e vita quotidiana - Erio Castellucci ci fa comprendere come il confronto con le altre religioni, con la cultura secolare e la dimensione sociale diventano per tutti i cristiani occasioni propizie per mettere positivamente in circolo la propria adesione ai valori evangelici.
Tre grandi modelli hanno espresso ed esprimono ancora oggi il rapporto dei cristiani con il mondo. Il primo è quello della «differenza profetica», che nasce nel contesto di una comunità perseguitata o trattata con ostilità. Il secondo è quello della «sistemazione nel mondo», che prende le mosse dalla condizione di pace religiosa. Il terzo, forgiato dal concilio Vaticano II, è quello della collaborazione leale e critica, che recupera dalle antiche fonti cristiane l’idea della relativa autonomia della sfera spirituale e di quella temporale. Recuperando le metafore evangeliche del sale e della luce, richiamate più volte dal magistero di papa Francesco, l’autore offre un’originale riflessione sul rapporto dei cristiani con la società e la politica.
Sommario
Introduzione. Tre modelli. I. La differenza profetica. II. La sistemazione nel mondo. III. La collaborazione leale e critica. IV. Il sale e la luce.
Note sull'autore
Erio Castellucci, arcivescovo di Modena-Nonantola, ha insegnato Teologia sistematica alla Facoltà teologica dell'Emilia Romagna dal 1989 al 2010. Dal 2009 al 2015 è stato parroco a Forlì e si è occupato, in particolare, di animazione vocazionale e giovanile e di formazione dei diaconi.
Frutto di alcuni incontri tra i giovani della diocesi di Modena-Nonantola e il loro vescovo, mons. Erio Castellucci, il libro raccoglie le riflessioni proposte in una due-giorni di esercizi spirituali e in altrettanti momenti d'Avvento. Emerge lo stupore e la meraviglia dei primi passi mossi all'unisono, nell'esperienza di Chiesa locale, fra il Servizio di pastorale giovanile, i modenesi che vi aderiscono e il loro pastore. Il vescovo attinge a innumerevoli ricchezze della parola di Dio. Con le parole di San Paolo richiama e commenta il tema "La speranza non delude". "Come è possibile?" è l'interrogativo posto da Maria all'angelo, fra stupore, dolore, dubbio e gioia. L'espressione "Oggi è nato per noi il Salvatore" richiama il racconto di Luca, popolato di personaggi che forniscono una traccia per l'esame di coscienza. Eventi biblici e comportamenti riletti e attualizzati dall'angolo visuale dei giovani. Per favorirne la crescita.
Il volume si propone quale guida per chi vuole confrontare le diverse proposte teologiche oggi esistenti sul rapporto tra il cristianesimo e le altre religioni. Dopo il concilio Vaticano II, la questione infatti non è più se e come si possano salvare singoli individui non cristiani, ma quale valore rivelativo e salvifico assegnare alle altre religioni in quanto tali.
Le risposte elaborate dalla teologia più recente vengono classificate, in base al riconoscimento dato o non dato all’interlocutore, come scelta di esclusivismo, di inclusivismo e di pluralismo, oppure, in base al concetto teologico strutturante, come ecclesiocentrismo, cristocentrismo e teocentrismo.
Secondo l’autore, una teologia delle religioni che non viva la dicotomia tra l’universalità della volontà salvifica divina e l’unicità della mediazione salvifica cristologica può essere correttamente concepita impostando un “cristocentrismo trinitario”.
In questa prospettiva egli mostra come dialogo e annuncio rimangano inscindibilmente connessi: il solo annuncio trascurerebbe infatti i germi di verità e salvezza ovunque presenti, mentre il solo dialogo devierebbe dal senso autentico della fede cristologico-trinitaria e della “salvezza integrale” che la Chiesa è chiamata a portare al mondo.
Sommario
Introduzione. 1. La questione della «salvezza dei non cristiani». 2. La «teologia cristiana delle religioni». 3. La teologia cristiana del pluralismo religioso. 4. Missione: dialogo e annuncio nel contesto interreligioso. Conclusione. Bibliografia.
Note sull'autore
Erio Castellucci (1960) è presbitero della diocesi di Forlì-Bertinoro. Nel 1988 si è laureato in teologia alla Pontificia Università Gregoriana, con una tesi sul ministero ordinato nel concilio Vaticano II, argomento rimasto al centro delle sue ricerche, come testimonia il volume Il ministero ordinato (Queriniana, Brescia 2002). Ha pubblicato studi anche sull’ecclesiologia, l’escatologia e la cristologia. Dal 2005 è preside della Facoltà teologica dell’Emilia Romagna, dove insegna teologia sistematica. Nella sua diocesi è impegnato nella pastorale giovanile e familiare.
Il libro è il primo di una serie che avrà cadenza annuale. È sviluppato in due parti: una contenutistica e una tecnica.
La parte contenutistica offre una breve esposizione di come sviluppare una spiritualità cristiana e soprattutto “diocesana” (rivolta prevalentemente a ministri ordinati). In appendice una scheda per verificare sul territorio la vita spirituale della comunità parrocchiale.
Erio Castellucci, presbitero della diocesi di Forlì, è professore di teologia sistematica nella Facoltà teologica dell’Emilia- Romagna e membro del Centro Studi dell’Unione Apostolica del Clero. Per la stesura del presente studio l’Autore ha ricevuto la collaborazione del Presidente dell’UAC mons. Vittorio Peri.