Il mistero di una tomba vuota, un cadavere scomparso. Un fatto di cronaca come tanti, duemila anni fa, in una città periferica dell'impero romano. Se non fosse che quel corpo introvabile, per un gruppo di seguaci e fedelissimi, costituisce il segno della resurrezione di Gesù di Nazaret. Da queste premesse prende il via l'indagine di un moderno criminologo: cosa trovarono i primi testimoni che giunsero al sepolcro? La pietra era davvero impossibile da rotolare via, oppure il suo spostamento fa parte del più grande "complotto" mai ordito? La Sindone può essere recata come prova? In definitiva, è possibile ricostruire una scena del crimine a più di duemila anni dai fatti accaduti e dipanare un caso ancora irrisolto? Immagineremo di essere nella tomba di Cristo all'indomani della sua apertura, e lo faremo come se lavorassimo attraverso la realtà virtuale per avere la possibilità di raccogliere gli elementi che le memorie del passato ci hanno riportato; cercheremo di recuperare le notizie più attendibili su oggetti, armi, effetti personali delle persone coinvolte, oltre che le voci dei testimoni oculari. Saremo sostenuti dal metodo indiziario, ricorrendo a discipline come la criminologia e l'anatomia patologica; chiederemo aiuto alle fonti scritte (non solo evangeliche) e ai reperti arrivati sino a noi che in qualche modo conservano un legame con le ultime ore della vita terrena di Cristo. Tra indizi, testimonianze e analisi, un'indagine condotta con rigoroso metodo scientifico per fare chiarezza su uno dei primi cold case della storia.
Nel corso del suo mandato in Palestina, Ponzio Pilato fu chiamato a giudicare un "profeta" la cui vita e morte avrebbero acquisito un valore straordinario per le generazioni future. Un'icona parlante che non sarebbe sbiadita sui bracci della croce. Quel profeta, Gesù di Nazareth, fu condannato alla crocifissione dal procuratore di Giudea secondo la legge romana, ma quale peso ebbero i sacerdoti ebrei? E ancora: che ruolo giocò la moglie di Pilato, Claudia Procula, che lo stesso Vangelo ci dice fu turbata in sogno da quell'"uomo giusto"? E quale parte svolse Erode? Perché, dopo la crocifissione, Pilato fu richiamato a Roma? Vi giunse davvero oppure fuggì in un altro Paese, dove si suicidò? Tra storia e memoria, archeologia e leggenda, un racconto avvincente in cui si susseguono colpi di scena, incontri straordinari, indizi misteriosi e testimonianze incontrovertibili. Un'inchiesta attraverso secoli di storia, miti e tradizioni popolari per fare luce sull'uomo, santo e maledetto, che processò Gesù.
Il testo analizza una delle opere più problematiche di Bosch, il Trittico delle delizie. Si tratta di un viaggio nel simbolo che comunque è anche occasione per scandagliare la biografia di un artista che, per certi aspetti, può essere considerato un surrealista ante litteram e sul quale sono state dette tante cose, spesso senza una diretta relazione con la realtà. Storia, arte, esoterismo, religione, mito e illusione si intersecano indissolubilmente, creando un universo affascinante che è di indubbio interesse per gli studiosi e gli appassionati d'arte, ma che si rivela un'inesauribile fonte di stimoli per chi si occupa dei simboli e del loro magmatico universo.
I manoscritti di Qumran e le tematiche connesse, indubbiamente colme di mistero, offrono una campionatura di luoghi comuni, difficilmente sradicabili dall'opinione maggiormente diffusa. Basti pensare alle illazioni, spesso costruite senza riferimento scientifico, sulla comunità stanziata in quel sito; oppure alle presunte "verità nascoste" contenute nei manoscritti, fino alle derive esoteriche e alle ipotesi gnostiche finalizzate a fare di Gesù, di volta in volta, un monaco esseno, o un uomo sposato, o un politico militante... I circa 800 manoscritti trovati nelle grotte, tra il 1947 e il 1956, hanno profondamente mutato il quadro dell'antico giudaismo delineato dagli studiosi fino a quel momento. Si tratta di testi dal profondo quanto controverso significato religioso e storico. Partendo dalle nuove acquisizioni scientifiche, Massimo Centini racconta i fatti in modo avvincente e a tutti comprensibile, mettendo sul terreno della realtà storica questioni ancora aperte: com'era organizzata l'élite giudaica di studiosi della Legge che là risiedeva? In che cosa consisteva il loro sapere segreto? Giovanni Battista e Gesù appartenevano a queste comunità?
«Che il diavolo abbia qualcosa a che vedere con i tribunali - non solo quelli dell'Inquisizione - non è una novità, e che potesse anche essere il motivo per sorreggere una causa di separazione, ci stupisce ancora meno, se però ci rivolgiamo al passato. La questione si fa più problematica se il tribunale è quello della IX sezione civile di Milano e la causa risale al mese di marzo del 2017! In quella occasione un marito ha chiesto che l'addebito della separazione fosse in carico alla moglie, i cui comportamenti andrebbero ascritti alla "possessione diabolica"». Quando all'unanimità specialisti e psichiatri escludono la malattia mentale, si torna ancora oggi a chiamare in causa il diavolo, con tutti gli annessi legati alla stregoneria, allo spiritismo, allo sciamanesimo, al vudu, alla fede, alla devozione e alla superstizione. Massimo Centini realizza un'inchiesta sul demoniaco oggi e sulla storia delle possessioni diaboliche attraverso racconti, testimonianze e documenti. Perché il fenomeno attraversa culture, etnie e mondi che meritano di essere indagati con la lucida lente dell'antropologo. All'alba del terzo millennio i posseduti sono ancora tra noi, e i molti casi di satanismo ed esorcismo riportati e descritti in questo libro lo dimostrano.
Tutte le culture hanno sacralizzato le vette: la storia delle religioni, la teologia, l'arte, la letteratura e anche la psicologia hanno proposto le loro tesi per provare a spiegarci le motivazioni dell'atteggiamento dell'uomo nei confronti dei rilievi. Ogni tesi ha una sua verità, una propria chiave di lettura per dare un senso alle istanze che possono aver spinto gli uomini ad assegnare, ad alcune montagne in particolare, una caratura sacra, avvolta dal soprannaturale. In questo libro l'autore ci introduce al rapporto tra la montagna e le religioni, dagli Indiani d'America agli Aborigeni australiani, dalle società preistoriche all'antichità greco-romana, dai culti orientali alle tradizioni monoteistiche, per poi raccontare la storia delle principali montagne dell'Antico e del Nuovo Testamento che sono state teatro di eventi storici, spirituali e leggendari: Ararat, Moriah, Carmelo, Nebo, Armageddon, Masada, Tabor, Golgota e gli altri monti della Bibbia. Questa è la storia dei luoghi dove l'uomo ha cercato (e sfiorato) il Cielo.
Vi è un cordone ombelicale antico e solidissimo che lega la Terra Santa a Roma. Un legame dalle molteplici sfaccettature che richiamano ambiti tra loro anche lontani: storia, filologia, esegesi, archeologia, devozione. In questo universo assetato di conoscenza, che traccia una separazione precisa tra scienza e fede, si pone un documento dal ruolo assolutamente peculiare: la reliquia. Testimonianza venerata, discussa, demonizzata, essa è in fondo il documento antropologico più emblematico per lo studioso. L'intento principale di questo libro è raccontare la storia e la tradizione che accompagnano tutta una serie di "memorie" attraverso le quali è possibile legare Roma a Gerusalemme. Nel percorso suggerito, ai cui vertici principali stanno Cristo, sant'Elena e gli apostoli Pietro e Paolo, le reliquie hanno il ruolo di fil rouge, ma saranno affiancate da altri materiali sorretti dall'autorità dell'archeologia, dalle fonti e soprattutto dalla volontà di evitare che il rumore di fondo dell'agiografia e della leggenda disturbi il suono della storia.
La scomparsa del cadavere di un condannato a morte, in particolare di "quel" condannato, per i credenti costituisce un segno della resurrezione, ma nello stesso tempo offre tutta una serie di importanti occasioni per provare a smontare e rimontare i fatti che precedettero la fine terrena di un uomo straordinario. Incipit del libro è appunto la tomba vuota: da qui si snoda un'indagine, condotta con estremo rigore scientifico e priva di qualunque condizionamento ideologico, per ripercorrere le fasi della Passione di Cristo ponendo in evidenza gli aspetti storici, archeologici e antropologici che possano contribuire a comporre un quadro globale delle ultime ore - dalla cattura alla presunta resurrezione - di un uomo da molti riconosciuto come il Figlio di Dio. L'autore guida il lettore, che diviene investigatore, offrendogli fonti note e meno note, dettagli anatomopatologici, analisi trasversali per contribuire a valutare la storicità dell'evento e le eventuali contraddizioni nei suoi oggettivi legami con la storia. Ordinando indizi che ambiscono a trasformarsi in prova, il libro propone un modo di rileggere in chiave archeo-antropologica, ma anche criminologica, la Passione e la morte di Cristo, cogliendone gli aspetti più reali e umani.
I Martiri Tebei erano quei soldati appartenenti alla mitica Legione Tebea, composta interamente da cristiani, al tempo dell'imperatore Massimiano. Quando si rifiutarono di reprimere alcuni galli cristiani, la legione venne decimata ad Agaunum, oggi San Maurizio nel Vallese. Forse potrebbero essere solo una leggenda. Comunque, nel corso dei secoli, i Martiri Tebei hanno generato tutta una serie di tradizioni e miti moderni. All'origine del culto la testimonianza di Sant'Eucherio, vescovo di Lione della prima metà del V secolo, che ha assegnato ai Martiri Tebei un'eco che, a fasi alterne, è giunta fino a noi, trovando nella devozione popolare una notevole affermazione. In questo libro l'autore propone un'analisi approfondita del culto dei Martiri Tebei: vengono studiate le fonti di cui lo storico dispone al fine di comprendere in che modo possano aver alimentato la formazione del culto. Sono fondamentali il capitolo sull'evangelizzazione della regione pedemontana e quello sulla figura del santo martire. Altri capitoli analizzano la biografia di alcuni tebei "famosi" e i molteplici aspetti del culto che trova il proprio fertile humus in riti, culti, reliquie e in una fiorita aneddotica in cui agiografia, leggenda ed echi di pratiche pagane convivono in stretta simbiosi.
Le vicende della Sindone sono da sempre un rebus irrisolvibile per gli storici e gli scienziati di fama mondiale che si sono dedicati, con passione e competenza, a ricostruire la storia del sudario che avrebbe avvolto il corpo morto di Gesù dopo la deposizione. Ci sono stati secoli di vero e proprio buio, durante i quali non sono state rinvenute tracce della enigmatica reliquia. Finché essa non ricompare al tempo delle crociate, quando i luoghi santi sono minacciati dagli infedeli e la cristianità teme per i tesori e le testimonianze più preziose della propria fede e della propria storia. È in questo contesto che, dice la tradizione, lo stesso Gran Maestro dell’Ordine del Tempio, Jacques de Molay, avrebbe affidato ad alcuni fedelissimi cavalieri il compito di proteggere a costo della vita il Santo Graal e la Sindone. E, proprio in questo frangente, il mistero si infittisce ancor più, legandosi alle trame, agli intrighi e alle oscure vicende dell’Ordine dei Templari.
Massimo Centini ci trascina con la sua scrittura coinvolgente in una vera e propria avventura alla scoperta di documenti e testimonianze inedite facendoci rivivere in tutto il suo mistero il rapporto tra la Sindone e i Cavalieri dal mantello crociato.
Benché la rappresentazione dell'aldilà debba fondarsi sulla credenza della sopravvivenza dell'anima e su una qualche idea di divinità, il tema viene qui affrontato in maniera non esclusivamente connessa a una riflessione metafisica, sorretta dalla fede e dalla spiritualità. L'aldilà è un "luogo" strettamente legato alla dimensione concreta, al mondo posto "al di qua", spazio dei vivi e separato da quello dei morti. Tutte le culture hanno immaginato il territorio in cui gli uomini, alla fine della loro permanenza in questo mondo, andranno per affrontare un'esistenza "altra".