Libertà e amore sono i valori più alti dell’uomo; tuttavia, nonostante le loro legittime autonomie, non sono valori assoluti, né tanto meno appesi al nulla di una vita mortale (esistenzialismo e nichilismo), ma si giustificano solo come derivati dalla libertà creatrice del «Dio-Amore» che fornisce di un senso ultimo tutta la morale e la convivenza umana. Il pensiero cristiano offre in merito risposte esaurienti sul mistero del mondo, superandone le contingenze, i relativismi e i laicismi; affermando la verità del bene e riconoscendo la Trascendenza. Uno studio divulgativo che miscela sapientemente antropologia e teologia, morale e politica.
Secondo F. Nietzsche, il nichilismo è lo "smarrimento dei valori tradizionali - Dio, Verità, Bene - e lo scivolamento verso il trivellante sentimento del proprio nulla". In un mondo frutto del caso, l'uomo si ritrova senz'anima, destinato al niente della morte e senza un fine soprannaturale. Contro questo modo di concepire l'esistenza, si espongono a livello multidisciplinare (teologia, filosofia, psicologia, morale) non solo le contraddizioni interne del nichilismo, ma anche quelle dei suoi precursori (agnosticismo, materialismo, ateismo, scientismo, laicismo). Particolare attenzione viene data alla fondazione religiosa della libertà, della morale e dell'amore (contro il relativismo) e alla critica delle concezioni di Dio come Nulla e Ineffabile (misticismo, teologia negativa). Guidano lo studio il realismo e il pensiero cristiano, due prospettive che offrono risposte per superare le precarietà della vita (divenire, vuoto, male, angoscia) e intravedere la presenza dell'Assoluto. In Appendice, le classiche "dimostrazioni dell'esistenza di Dio" esemplificano la perenne validità di una "metafisica dell'essere" profondamente anti-nichilista.