Scientismo, interdisciplinarietà, umanizzazione della salute, denaro, antropologia, deontologia
“Chi sa solo la medicina, non conosce la medicina” “Il bravo medico filosofa e rende medico il suo paziente” “I medici sono oggi una minaccia per la salute” Una riflessione sui fondamenti metodologici della medicina e della psicologia, sui limiti della scienza e sulle trappole delle industrie farmaceutiche. Una critica a ogni terapia poco umana, a ogni relazione di cura preoccupata più di affari che di salute e diritti del paziente (senso dell’esistenza compreso). Una lettura interdisciplinare basata sulla concezione dell’uomo nella sua unità psicosomatica e integralità ambientale e spirituale, senza di cui ogni caregiver fallisce il suo compito (medicina olistica). Rivolto a studenti e operatori delle relazioni di aiuto/assistenza, il volume insegna a vedere in chi ha bisogno un nostro prossimo, anche perché siamo tutti un po’ malati e abbiamo bisogno tutti di comprensione e carità.
Giovanni Chimirri (1959), ha studiato filosofia della scienza, etica teologica e psicologia in varie università italiane e straniere conseguendo cinque lauree. Membro di società scientifiche, direttore di collane, redattore di riviste, coautore di miscellanee ed enciclopedie. Fra i suoi libri: Ragione e azione morale (1997), Psicologia del corpo (2004), Trattato filosofico sulla libertà (2007), Psicologia della nudità (2010), Siamo tutti filosofi (2011), Teologia del nichilismo (2012), Psicologia del piacere e mistica dell’eros (2015), Persona al centro (2016), Psicopatologia della personalità (2019), Filosofia del corpo e psicologia del benessere (2019).
"Chi è l'uomo?", è la domanda fondamentale di ogni filosofia intorno a cui si costruiscono "visioni del mondo" (creazionismo, materialismo, nichilismo) e strutture di sapere (i possibili rapporti tra scienze sperimentali e scienze umane, tra fede e ragione). Questo nuovo Manuale di antropologia filosofica (corredato di riepiloghi, epigrammi, letture antologiche e bibliografie) illustra i principali temi/problemi registrati dalla storia del pensiero e ne approfondisce altri trascurati dall'antropologia classica (azione, felicità, amore, dialogo, diritti umani, etica fondamentale, intersoggettività). Pervade la trattazione, il concetto di persona come "essere razionale e relazionale" e come "soggetto spirituale incarnato", che una filosofia dell'essere integrata dal cristianesimo, hanno saputo valorizzare e fondare ontologicamente, e senza le quali l'uomo è ridotto a semplice animale (più o meno evoluto), prigioniero di un mondo svuotato di sensi, finalità ultime, aperture al Trascendente.
Il silenzio non consiste nel semplice vuoto di rumori, ma è un'assenza/presenza di "qualcosa" ("silenzio parlante"), di parole già dette e di parole taciute. Il silenzio è colto come la capacità di sospendere la parola per fare deserto, espressione altrettanto eloquente quanto quella del linguaggio parlato. Se oggi il rumore impera, riscoprire il senso delle "parole non-dette" (silenzio) è di estrema importanza per progredire sul versante dell'essere contro il frastuono dell'apparire e la chiacchiera insignificante.
Libertà e amore sono i valori più alti dell’uomo; tuttavia, nonostante le loro legittime autonomie, non sono valori assoluti, né tanto meno appesi al nulla di una vita mortale (esistenzialismo e nichilismo), ma si giustificano solo come derivati dalla libertà creatrice del «Dio-Amore» che fornisce di un senso ultimo tutta la morale e la convivenza umana. Il pensiero cristiano offre in merito risposte esaurienti sul mistero del mondo, superandone le contingenze, i relativismi e i laicismi; affermando la verità del bene e riconoscendo la Trascendenza. Uno studio divulgativo che miscela sapientemente antropologia e teologia, morale e politica.
Secondo F. Nietzsche, il nichilismo è lo "smarrimento dei valori tradizionali - Dio, Verità, Bene - e lo scivolamento verso il trivellante sentimento del proprio nulla". In un mondo frutto del caso, l'uomo si ritrova senz'anima, destinato al niente della morte e senza un fine soprannaturale. Contro questo modo di concepire l'esistenza, si espongono a livello multidisciplinare (teologia, filosofia, psicologia, morale) non solo le contraddizioni interne del nichilismo, ma anche quelle dei suoi precursori (agnosticismo, materialismo, ateismo, scientismo, laicismo). Particolare attenzione viene data alla fondazione religiosa della libertà, della morale e dell'amore (contro il relativismo) e alla critica delle concezioni di Dio come Nulla e Ineffabile (misticismo, teologia negativa). Guidano lo studio il realismo e il pensiero cristiano, due prospettive che offrono risposte per superare le precarietà della vita (divenire, vuoto, male, angoscia) e intravedere la presenza dell'Assoluto. In Appendice, le classiche "dimostrazioni dell'esistenza di Dio" esemplificano la perenne validità di una "metafisica dell'essere" profondamente anti-nichilista.
Antonio Rosmini (Rovereto 1797 - Stresa 1855), condannato dalla chiesa due volte, poi riabilitato come esempio di filosofo cristiano dall'enciclica Fides et Ratio (1998) e infine beatificato (2007), è stato un autore enciclopedico che ha affrontato i principali rami della filosofia (metafisica, logica, etica, diritto, pedagogia, linguaggio, religione). Questo volume fornisce - in spirito di rosminiana "carità intellettuale" - le coordinate fondamentali per introdursi nella vasta ed impegnativa speculazione di uno fra i più grandi pensatori di ogni tempo.
L'arte è uscita dai musei e fa parte ormai della vita quotidiana, dove tutti ci sentiamo in qualche modo artisti e giudichiamo le opere che vediamo. L'arte è una delle principali espressioni della nostra personalità, e tutti desideriamo avere "cose belle". Definita l'arte come "creazione originale" e "contemplazione simbolica di valori", sono illustrati in modo divulgativo i principali concetti dell'estetica: la classificazione delle arti, l'ispirazione e l'imitazione, la questione della tecnica, il ruolo della critica e del pubblico, la differenza tra arte sacra e arte profana, la relatività del bello e dei giudizi estetici, la rappresentazione del brutto e il rapporto arte/sesso/morale.