“…Spesso vedo davanti ai miei occhi un piccolo libricino con la copertina celeste macchiata di soda.... Quand’ero operaio alla Solvay, lo portavo con me, insieme con un pezzo di pane, per il turno del pomeriggio e di notte. Durante il turno di mattina era più difficile poter leggere. Durante il turno pomeridiano spesso leggevo quel libretto; si intitolava: “Trattato della vera devozione alla Santissima Vergine...”. Lo leggevo, se così si può dire, da capo alla fine e di nuovo da capo. Da quel libricino ho imparato cosa vuol dire la devozione alla Madonna....” Mentre prima mi trattenevo nel timore che la devozione mariana facesse da schermo a Cristo invece di aprirgli la strada, alla luce del trattato di Grignion de Montfort compresi che accadeva in realtà ben altrimenti. Il nostro rapporto interiore con la Madre di Dio consegue organicamente dal nostro legame col mistero di Cristo”.
Giovanni Paolo II
Pochi dottori della Chiesa hanno accentuato come Giovanni della Croce il nulla della creatura e il tutto di Dio. Pochi alla pari di lui hanno parlato dell'amore di Dio per l'uomo, del suo desiderio di stringerlo a sé, della sua "fretta" di portarlo sollecitamente alla pienezza dell'amore. Nel desiderio di continuare a diffondere questo messaggio di grazia e di gioia, le Edizioni OCD presentano un'edizione accurata dei suoi scritti.
Il Trattato dell'amor di Dio costituisce forse il fiore all'occhiello delle opere di san Francesco di Sales e della sua stessa vita. In quest'opera il santo vescovo trasfonde l'essenza della vita spirituale, radicandola nella carità. Indica e illumina le vie migliori perché ciascuno possa realizzare un incontro personale con Dio. La palestra della contemplazione dei misteri ineffabili dell'amore di Dio è la strada maestra perché ciascuno riesca a gustare la pienezza di vita in Dio. Francesco traccia in queste pagine una rinnovata identità del cristiano: una persona unificata, in armonia con tutte le realtà terrene, che fonda le sue scelte prioritarie nella carità come etica di relazione e via maestra alla vera santità.
È una devozione che ci conduce all’unione con nostro Signore.
Questa devozione è una via facile, breve, perfetta e sicura per unirsi a nostro Signore: la perfezione di ogni Cristiano consiste in questa unione.
È la via che Gesù Cristo ha aperto per venire a noi e in cui non vi è ostacolo per raggiungerLo... È vero che dobbiamo superare grandi battaglie e difficoltà, ma quella buona Madre è sempre così presente e vicina ai Suoi fedeli servi, che rischiara le loro tenebre e i loro dubbi, infonde forza nel momento della debolezza e sostiene il loro braccio nella battaglia e nelle difficoltà. In verità, questo sentiero verginale che porta a Gesù Cristo è un sentiero di rose e miele al confronto di altre vie.
Nell’ampio panorama degli scritti basiliani, le Omelie diverse rappresentano un importante esempio di quel genere di omiletica morale verso la quale anche gli altri Padri Cappadoci mostrarono sempre un vivo interesse. Nel volume si intende proporre la traduzione con le note dei discorsi genuini di Basilio (eccetto le omelie agiografiche, già pubblicate nel vol. 147 della presente Collana, il Panegirico per il martire Barlaam, non autentico, e il Discorso ai giovani, che esula per vari motivi dal resto della raccolta). I diciotto discorsi, che attestano ed esemplificano nel modo migliore la reale e costante attività di predicazione da parte del grande vescovo di Cesarea, offrono un ricchissimo quadro storico-culturale, fondamentale per la comprensione dell’ambiente e della società cappadoce del secolo IV d.C.: precetti ed esortazioni a pratiche di vita cristiana, condanna delle ricchezze, elogi della povertà, biasimo del vizio ed encomio della virtù sono soltanto un fugace abbozzo della numerosità di spunti che questi testi continuano a fornire anche a distanza dei tanti secoli che da essi ci separano.
Per incarnare e concretizzare il vangelo nella storia, nella realtà nella quale il Signore ci ha chiamato a vivere, dobbiamo darci delle regole, regole per poter vivere la comunione, per coordinare le membra del corpo che è la comunità cristiana; ma regole, ordinamenti, statuti, per quanto necessari, sono sempre tutti subordinati alla grande regola del vangelo: per Basilio, infatti, l'unica regola del cristiano sono le Scritture. Viene qui presentata una nuova edizione italiana dei testi che sono all'origine del monachesimo cenobitico: la tradizione ha dato loro il titolo di "Regole", ma in realtà sono solo le risposte a domande poste dai monaci a Basilio in occasione delle sue visite alle comunità da lui fondate.
L'unico commentario evangelico integrale e sistematico redatto da Girolamo. Il Commento a Matteo è un testo unico, poiché costituisce, nella produzione di Girolamo, il solo commento integrale e sistematico di uno scritto evangelico. Prerogativa di quest'opera, dalla quale sempre traspare il tema della chiamata delle genti, è la scelta programmatica per un'esegesi letterale, che solo sporadicamente si apre alla riflessione allegorica. Il volume presenta il testo latino di D.Hurst e M.Adriaen rivisto dal curatore, la traduzione italiana e un commento, che illustra le allusioni al patrimonio esegetico precedente e rimarca i tratti di originalità delle interpretazioni geronimiane, mettendone in luce le connessioni con le polemiche contingenti.
Sperimenta la luce del Tabor, che emana dal volto di Gesù, e condivide la gioia e lo stupore di Pietro, Giacomo e Giovanni, chi si dedica alla preghiera dell'esicasmo. L'esicasmo spesso è identificato con la preghiera continua, a sua volta identificata con la cosiddetta "preghiera di Gesù", a tutti nota soprattutto dal libro del Pellegrino russo. Per certi aspetti questa identificazione è anche vera. Ma di fatto l'esicasmo è un movimento vastissimo di ordine non solo spirituale, ma anche filosofico-teologico. Comporta una concezione antropologica biblica, e non tanto umanistica. Il vocabolo greco esichia significa calma, quiete, silenzio, raccoglimento, un significato sempre troppo ricco per poterlo tradurre in italiano. Il termine può riferirsi all'aspetto spirituale o alle condizioni esteriori che lo facilitano, o anche a tutt'e due. I monaci e i laici greci per favorire l'esichia iniziarono a praticare la preghiera "monologica", una sola preghiera contenente il nome di Gesù. Dopo il XIII secolo grazie all'influsso dei monaci del Monte Athos l'esichia indica uno stato di raccoglimento, solitudine e silenzio interiore, ricercati non solo con la vita di ascesi e di preghiera, ma anche con l'aiuto di situazioni esteriori (dato che l'uomo non è fatto di solo spirito), come tecniche psicosomatiche che mirano a facilitare la concentrazione. Gregorio Palamas, in questo testo classico dell'Ortodossia, illustra la bellezza e l'utilità dell'esicasmo. Prima edizione italiana con testo critico greco e traduzione a fronte. Testo critico di Jean Meyendorff. Introduzione, traduzione e note di Maria Benedetta Artioli.
San Francesco (1182-1226) è una delle più straordinarie figure della storia. Il suo entusiasmo, la sua semplicità, la sua radicalità, accompagnati dallo slancio mistico e dall'amore per Dio, per ogni uomo e ogni creatura, ne fanno un personaggio di grande interesse e attualità. Accompagnato dalla sua sposa, «Madonna povertà», Francesco ha varcato i confini di Assisi e del suo tempo, ha attraversato i secoli fino a giungere ai nostri giorni e ha donato con abbondanza le grazie di una testimonianza cristiana unica nel suo genere. Tutti coloro che si sono accostati a lui, in ogni epoca e in ogni condizione, sono rimasti affascinati dalla ricchezza della sua umanità e dal suo ardente desiderio di essere come Gesù.
Si riuniscono qui per la prima volta in traduzione italiana con latino a fronte alcuni opuscoli che esprimono il senso profondo della missione teologica di san Tommaso d'Aquino: dare ragione della propria fede, esplorando attraverso la ratio speculativa l'interna coerenza del dato rivelato e confutando i fraintendimenti ereticali che insidiano la stessa azione salvifica della Chiesa. Tale è in particolare l'obiettivo del mirabile De rationibus fidei, scritto per un cantore di Antiochia impegnato in diatribe con musulmani, greci e armeni. L'attenzione volta dall'Aquinate ai simboli di fede e agli articoli che ne esprimono i nuclei fondanti risalta poi dalla lettura parallela del De articulis fidei et Ecclesiae sacramentis, dei Commenti alle Decretali. Il volume contiene: De Rationibus Fidei; De Articulis Fidei et Ecclesiae Sacramentis; Expositio Primae et Secundae Decretalis. Testo critico tratto dall'Edizione Leonina, Introduzioni e traduzioni di Gianni Godoli e padre Giuseppe Barzaghi O. P.
L’Epistolario di don Bosco costituisce lo strumento principe per conoscere il suo essere e il suo operare, la sua mentalità e il suo pensiero, i suoi interessi e le sue avversioni: in altre parole lo sviluppo progressivo, materiale e morale, della sua Opera. I primi destinatari dell’Epistolario sono le comunità educative, quelle ecclesiali e particolarmente i membri della Famiglia salesiana, che in esso potranno scoprire la poliedrica figura di don Bosco come uomo, prete, padre, maestro, educatore, fondatore, operatore sociale, comunicatore, santo e così via.
Ma come tutti i grandi epistolari, anche quello di don Bosco emette segnali in più direzioni: può infatti essere oggetto di attenzione da parte di storici, psicologi, pedagogisti, sociologi, antropologi culturali, linguisti, semiologi, studiosi di spiritualità, esperti di comunicazione. E tutto ciò senza che possa essere considerato in alcun modo un epistolario a carattere letterario, artistico, politico, ascetico, bensì un epistolario di vita quotidiana di un uomo dell’Ottocento che, grazie anche alla fitta corrispondenza con un’ampia galleria di persone e personalità di ogni classe sociale, è riuscito a lanciare e realizzare grandiosi progetti, in buona parte tuttora attuali, per l’educazione dei giovani, soprattutto i più poveri.