La presente edizione di tutte le Opere di San Giovanni della Croce (1542-1591), curata da Luigi Borriello e Giovanna della Croce, vuol essere un ulteriore contributo a riscoprire la figura e la dottrina del grande mistico spagnolo. Il cammino sangiovanneo, che s'inerpica dritto fino a raggiungere il «Monte della perfezione», passa inevitabilmente attraverso la via purgativa, illuminativa e unitiva. È una forte esperienza del divino, che parte dal "nulla" per accedere, attraverso la notte dei sensi e dello spirito, al mistero di Dio Trinità. Questa edizione integrale dell'opera sangiovannea risponde alla sensibilità e alle esigenze del lettore moderno. I testi sono accompagnati da introduzioni e note utili come bussola tanto per il novizio, quanto per lo studioso più preparato. Dalla Salita del monte Carmelo alla Notte oscura, dal Cantico spirituale (A e B) alla Fiamma d'amore viva (A e B), s'intrecciano i segni del cammino dell'anima che cerca Dio, tra assenza e possesso, fino a trovarsi immersa nella sua luce sfolgorante. Il volume, comprendente anche le Poesie e le opere minori, intende, così, essere d'aiuto a ripercorrere questo testo - classico e sublime - valido in ogni epoca della storia.
Il Cantico spirituale, composto nel 1584 a Granada per le carmelitane del Monastero di S. Giuseppe, è l'opera maestra della letteratura religiosa di tutti i tempi. Ispirato al Cantico dei cantici, descrive il cammino dell'anima ("sposa") alla ricerca dello "sposo", Gesù Cristo. Ogni strofa di cui il testo è composto (40 in totale) è seguita da un commento spirituale, volto a chiarirne i significati e le implicazioni. Questa edizione del testo, corredata da un'approfondita introduzione, permette al lettore di apprezzare tale peculiare commistione di poesia e teologia. Nel descrivere questo cammino, il pensiero mistico di Giovanni della Croce raggiunge il suo vertice.
Il fascino del pensiero di Giovanni della Croce non conosce davvero limiti temporali.
Frutto di una travagliata esperienza spirituale e vertice della sua maturità artistica, la Salita del Monte Carmelo è stata oggetto di studi lungo i secoli. Nell'Introduzione di Federico Ruiz, il leitmotiv della critica sull'opera non cambia: ci si chiede se sia possibile, ancora ai nostri giorni, vivere una vita cristiana autentica, alla sequela di Cristo e in unione con lui. La Salita del Monte Carmelo è essenzialmente un inno all'amore: l'amore di Dio per l'anima e l'amore dell’anima che incontra Dio e ne è attratta, fino a consumarsi nel congiungimento con l’Amato.
L'itinerario che il Santo propone è descritto con l'immagine della salita al Monte Carmelo, durante la quale l’anima passa attraverso un progressivo denudamento – la "notte oscura" dei sensi e dello spirito – fino ad arrivare sulla vetta all'unione con Dio. Tutto e nulla, luci e tenebre, aridità e desiderio, sono atteggiamenti interiori in cammino verso la meta finale. Oltre le barriere del tempo, la Salita ci parla ed è attuale. La via esposta da san Giovanni è ancora percorribile, giacché l'azione divina che soccorre e la risposta umana come impegno totale di vita restano parte integrante del pensiero cristiano.
In edizione economica, una traduzione del Cantico spirituale, capace di restituire la lingua immaginosa, metaforica e visiva del mistico-poeta. Considerato, insieme alla Notte oscura, tra le migliori poesie in lingua spagnola sia dal punto di vista formale e stilistico che per l'immaginazione e il simbolismo, il Cantico spirituale occupa un posto centrale tra le opere di Giovanni della Croce. Si tratta di un canto d'amore metaforico in cui la "sposa" (che rappresenta l'anima) ricerca lo "sposo" (che rappresenta Gesù Cristo), trovando la piena gioia dopo essersi riuniti. Si tratta di una sorta di libera versione in lingua spagnola del Cantico dei cantici in un'epoca in cui era proibito tradurre il testo della Bibbia in lingua volgare. La presente edizione, grazie alla traduzione di un linguista, si propone di restituire in modo originale la densità e la ricchezza del linguaggio mistico di Giovanni della Croce.
Padre Felice Mazzocchi nasce a Milano il 7 dicembre 1934 e muore a Scandicci (FI) il lunedì 10 settembre 2001. Entra fin da ragazzo, dietro esempio dello zio carmelitano, nel collegio dei Carmelitani Scalzi, dove nell’anno 1965 viene odinato presbitero entrando nell’ordine come padre Enodio, destinato al convento di Capannori (LU). Nell’anno 1967 insieme a padre Giuliano inizia a visitare per conto della congregazione carmelitana le parrocchie della Toscana per formare gruppi giovanili di ascolto della Parola di Dio e di aiuto a conoscere la propria vocazione. È nell’ottobre di quell’anno che la Provvidenza Divina lo porterà alla Parrocchia di S. Maria a Scandicci, dove con alcuni giovani di età compresa dai 18 ai 20 anni formerà un gruppo, che comincerà ad incontrarsi regolarmente ad Arcetri e una volta al mese con altri gruppi della Toscana, in località diverse fino a che non fu data in uso la canonica della Parrocchia di Acone, vicino a Pontassieve (FI), chiusa per la morte del sacerdote.
Fu questa esperienza con i giovani di Scandicci, che nel luglio 1970 lo porta a incontrare per la prima volta Kiko Argüello, e a iniziare nella Parrocchia di S. Maria a Scandicci il suo percorso neocatecumenale. Fin dai primi mesi di vita della sua comunità neocatecumenale padre Felice manifestò un grande zelo per l’evangelizzazione, e si unì alle equipes d’evangelizzazione prima locali, poi internazionali. Insieme a Kiko Argüello fu partecipe degli inizi del Neocatecumenato a Parigi, poi andò a Montréal in Canada, in Madagascar e nelle Seychelles, e infine in Austria.
Pochi dottori della Chiesa hanno accentuato come Giovanni della Croce il nulla della creatura e il tutto di Dio. Pochi alla pari di lui hanno parlato dell'amore di Dio per l'uomo, del suo desiderio di stringerlo a sé, della sua "fretta" di portarlo sollecitamente alla pienezza dell'amore. Nel desiderio di continuare a diffondere questo messaggio di grazia e di gioia, le Edizioni OCD presentano un'edizione accurata dei suoi scritti.
Una nuova edizione rivista e corretta della Notte Oscura di San Giovanni della Croce, con la traduzione di Silvano Giordano e un'introduzione di Federico Ruiz.
Tutte le opere mistiche del santo fondatore dell'Ordine dei Carmelitani.
Un testo per pregare Maria con San Giovanni della Croce.
La Fiamma d’amor viva è l’opera conclusiva di san Giovanni della Croce. Redatta infatti a due mesi dalla sua morte e legata necessariamente alla Notte oscura e al Cantico spirituale, è però originale quanto a esperienza mistica, creazione letteraria e dottrina spirituale.
Come nelle opere preesistenti, lo scopo principale è narrare la grandezza e l’onnipotenza di Dio fatte amore, ma qui mettendo al centro il suo essere trinitario, e dando particolare risalto agli effetti prodotti nell’anima.
Dominato da una forte carica emotiva, il linguaggio simbolico documenta l’ormai raggiunta maturità mistico-letteraria del Santo. Il simbolo fiamma-fuoco è prolungamento della notte-oscurità. La poesia, intensa, semplice e di grande bellezza, è più compatta del Cantico, meno progressiva e drammatica della Notte.