Una singolare antologia con le riflessioni di alcuni Padri della Chiesa sulla questione delle migrazioni barbariche. Due momenti storici - il V sec. e il XXI - accomunabili nel fatto che entrambi obbligano i contemporanei di oggi, come quelli di allora, a confrontarsi con l'altro, con chi ha storia, tradizione, religione e cultura diverse. Le risposte che essi offrono possono suggerire anche a noi, nel nostro presente, un'interpretazione degli esodi di massa che non sia ispirata solo alla banalizzazione e alla chiusura, ma che sappia cogliere, negli avvenimenti odierni, una positività e un valore, così come seppero fare quegli antichi Padri tanti secoli fa.
Una schiera di animali presenti nelle pagine di letteratura patristica in cui l'occhio di osservazione dei Padri della Chiesa non ha intento scientifico, bensì morale: piacevoli curiosità e bizzarrie della natura che possono ammaestrare anche l'uomo di oggi.
Una raccolta di istruzioni e consigli dei monaci del IV-V secolo su cibi, abitudini alimentari e attività spirituali in cui si evince che la misura è la norma per eccellenza di una dieta parca e frugale assunta come concezione di vita.
In questo volume sono raccolti una serie di testi patristici su "Cristo medico" dei corpi e delle anime. La recente e diffusa disumanizzazione nei rapporti medico-paziente (basti pensare ai sempre più frequenti episodi di malasanità) hanno fatto dimenticare chi è il "vero medico", l'uomo/donna capaci cioè di esercitare l'ars medica, come lo fa il Cristo medico, capaci di curare (e guarire) sia il corpo che lo spirito malati. L'idea dell'autore è stato quello di raccogliere in un libro di piccolo formato (ma grande per contenuto) una serie di pensieri che i Padri della Chiesa hanno espresso nei loro scritti sull'arte medica in riferimento a Cristo. Un libro fatto non solo per studiosi di patristica, ma anche per medici e sanitari da cui attingere qualche pensiero spirituale su questa difficile arte cristiana della cura.
«L’Asceticon del monaco Isaia si presenta come una piccola summa della sapienza dei Padri del deserto. Così come accade per le altre grandi raccolte di detti e sentenze di questi solitari, gli Apophthegmata Patrum, ricorrono in esso in maniera non ordinata i temi tipici delle spiritualità monastica fiorita nel deserto egiziano nel IV-V secolo. I suoi insegnamenti perciò vertono sull’osservanza delle regole monastiche sia per quel che concerne gli spazi comuni sia la solitudine della cella; toccano le relazioni tra confratelli, trattano della necessità della vigilanza e del discernimento, dell’umiltà e della pazienza, virtù che possono essere alimentate e nutrite mediante il ricorso continuo a Dio nella preghiera, nella meditazione e, attraverso la lectio, nel confronto con le Sacre Scritture. Continuamente il monaco è istruito da Isaia, egli viene guidato nella sua crescita personale e orientato nella sua vita interiore tanto che questo libro, benché esso e il suo autore fossero poco conosciuti nell’Occidente cristiano, viene consigliato insieme agli opuscoli di Efrem e di Nilo ai maestri dei novizi della Compagnia di Gesù (cfr. Institutum Societatis Iesu, t. 3, Florentiae, 1893, p. 121; DiSp III, 833) proprio per la natura di direttorio spirituale che assumevano le sue istruzioni ed esortazioni.» (Dall’introduzione di L. Coco.)
Destinatari
Studiosi, ricercatori e storici.
L’ autore
Lucio Coco, studioso di letteratura cristiana antica, è autore di importanti lavori sulla tradizione patristica. Ha curato tra l’altro l’edizione integrale dei Detti dei Padri del deserto (Piemme, 1997). Si è dedicato con particolare attenzione allo studio dei testi di Evagrio Pontico, pubblicando in prima edizione italiana per le Edizioni San Paolo il trattato A Eulogio: sulla confessione dei pensieri e consigli di vita (2006) e per l’editrice Città Nuova le Sentenze del monaco egiziano (2010). L’Asceticon, una piccola summa della sapienza dei Padri del deserto.
Sotto il titolo di Sentenze si raccoglie, serie completa, inedita, dei testi gnomici di Evagrio che nell'offrire consigli utili alla vita cenobitica, colmano un vuoto relativo alla conoscenza diretta dell'opera e del suo pensiero ascetico. Gli otto spiriti della malvagità è un'opera molto nota, per la prima volta edita nella sua forma più estesa. Evagrio affronta il discorso dei vizi e delle passioni situandole all'interno di un percorso di affrancamento del monaco.