Ci avevano promesso un mondo nuovo e libero. È nato un nuovo modello capitalistico. Ci avevano promesso che tutto sarebbe stato gratis. Scopriamo di pagare cedendo un pezzo alla volta dati che ci riguardano e su cui si fanno affari. Insomma ci avevano promesso tutto e invece l'universo digitale alimenta livelli ancora più intensi di dominio da parte di poche aziende private. Peccato che questo universo coincida con quello in cui trascorriamo gran parte del nostro tempo e in cui probabilmente vivremo in misura ancora maggiore nei prossimi anni. Uno dei più originali e innovativi sociologi italiani decostruisce in 7 mosse una delle principali ideologie del nostro tempo.
Siamo sempre più immersi nel mondo digitale. Le aziende del Web ci promettono una futura esistenza online dove il nostro avatar interagirà costantemente con tanti altri sé virtuali. La nostra esistenza si sta inevitabilmente trasformando in una vera e propria 'vita digitale'. Ma quali sono le conseguenze sociali dei social media, delle piattaforme, del software informatico e degli algoritmi? Ovvero, questa 'rivoluzione digitale' sta profondamente modificando la struttura e l'identità della nostra società?
Le società contemporanee sono caratterizzate dall'eccesso e quotidianamente sommergono le persone con grandi quantità di stimoli, informazioni, merci e immagini: è sempre più difficoltoso comprendere come funzionano e dove stiano andando. Vanni Codeluppi guida il lettore a interpretare meglio l'ipermondo in cui viviamo. Lo fa con numerosi esempi tratti dal contesto sociale contemporaneo e attraverso dieci concetti sociologici. Dieci concetti che analizzano alcuni degli aspetti più rilevanti delle società contemporanee: la crescente accelerazione dei processi che caratterizzano l'attuale cultura ipermoderna; la sempre maggiore incorporazione della vita quotidiana da parte del sistema capitalistico; lo sviluppo ipertrofico di città che si trasformano in vere e proprie ipermetropoli spettacolari; l'invasione crescente della società da parte dei messaggi pubblicitari; gli eccessi che caratterizzano il mondo dello shopping odierno; la tendenza degli individui a sentirsi "in vetrina" e dunque a presentarsi al meglio; il sempre più importante ruolo di modello di riferimento esercitato dai divi del mondo dello spettacolo; i significativi processi di manipolazione e di erotizzazione a cui viene sottoposto il corpo umano; il crescente sviluppo attraverso la rete di un ambiente mediatico che impone alle persone una condizione di continua esposizione; la crescita di quei processi di controllo che rendono il corpo umano sempre più "trasparente".
Siamo tutti pazzi per la vita dei divi. Giorno per giorno, attraverso la lente dei media, ne seguiamo avidamente ogni dettaglio, ogni svolta, ogni minimo aggiornamento. Eppure, se il divismo non è un fenomeno nuovo (l'ha inventato Hollywood negli anni Dieci del Novecento), ciò che di totalmente inedito si registra nell'odierno culto dei divi è il livello di identificazione dei fan con lo stile di vita dei loro beniamini. I vip del Duemila sono diventati veri e propri modelli di riferimento per la gente comune, esempi vincenti di strategie di adattamento alla giungla contemporanea. Se un certo comportamento (ad esempio mettere continuamente "in vetrina" se stessi) funziona per chi è ricco e famoso, perché non dovrebbe funzionare anche per l'uomo della strada? Vanni Codeluppi analizza la natura del divismo contemporaneo, misura la distanza ormai abissale che lo separa dal divismo hollywoodiano classico e ne rintraccia gli esempi più vistosi nell'ambito della musica pop, vero terreno di coltura per aspiranti icone contemporanee.