Negli Ottanta e Novanta, monsignor Giuseppe Colombo (1923-2005) ebbe occasione, più volte, di predicare corsi di esercizi spirituali ai Vescovi di varie Conferenze Episcopali dell'Italia Settentrionale (Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Triveneto). Scelse come tema il cristocentrismo, nella convinzione che la teologia, in quanto «comprensione riflessa, motivata, argomentata e, in questo senso, critica della fede», è utile «in tutti gli ambiti, non soltanto nell'ambito della scuola, ma anche nell'ambito della vita» e, perciò, anche nella «pratica della fede». Ne nacquero dieci meditazioni di carattere teorico e pratico che vengono pubblicate per la prima volta in occasione del centenario della sua nascita.
Un pensiero "debole" non ha accesso alle ragioni della libertà. Il sapere della coscienza credente argomenta mediante la ragione di uomini liberi. Il testo getta le basi per un confronto sistematico con i temi della crisi e dell'occultamento della "ragione teologica" nella cultura religiosa e non religiosa della contemporaneità.
Il volume si propone di descrivere in maniera essenziale e sintetica l'ordine cristiano, ossia la visione del mondo a partire da Gesù Cristo che è colui che fonda l'ordine cristiano, in quanto egli è il "principio" del mondo. In particolare i 25 brevi capitoli in cui è suddivisa l'opera, e quindi l'ordine cristiano nelle sue idee qualificanti (Gesù Cristo, la Trinità, l'uomo, il peccato, la Chiesa, i sacramenti, la preghiera, i santi, etc.), sono diretti a sciogliere alcuni nodi che ancora oggi legano la coscienza del 'cristiano medio', turbandone la chiarezza e inceppandone la libertà.
Il volume disegna, con intensa partecipazione e simpatia, i tratti di uno dei protagonisti della vicenda storica della teologia italiana del '900, quale fu Carlo Colombo (1909-1991). In appendice è riportata una interessante e ancora attuale relazione tenuta da Carlo Colombo nel 1967 all'Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana su "La cultura teologica del clero e del laicato cattolico".
Non è regione felice quella della teologia sacramentaria. Lo era sembrata a metà del secolo passato, quando il movimento liturgico aveva liberato i sacramenti dall'egemonia ormai plurisecolare esercitata dalla considerazione giuridico-moralista, recuperandoli alla festosità della celebrazione. Oggi la teologia sacramentaria risulta frantumata: le sintesi sono premature e a volte fuorvianti. Si legittima la ricerca che procede per saggi: nella varietà dei loro sviluppi confluiscono tuttavia verso un centro di gravità, cuore della teologia sacramentaria, ossia verso l'eucaristia.
La ricognizione storica e teologica intende mostrare la necessità e insieme il limite di un termine chiave della teologia cattolica quale il soprannaturale. La necessità, in quanto questione del soprannaturale ha determinato la comprensione storica della rivelazione cristiana a partire dall'epoca moderna. L'epoca che ha sancito la separazione della ragione dalla fede e che ha prodotto, tra i suoi esiti, in ambito teologico, la teologia del duplice fine: naturale e soprannaturale.
Concepita per gli alunni delle Facoltà teologiche, e suddivisa in 32 brevi capitoli, la presente pubblicazione intende essere una sintetica ma sicura guida per quanti decidono di scegliere la professione del teologo. Ne esce un sorprendente quadro di chi è il teologo, e di che cosa significa e perché fare teologia come servizio al 'vangelo' di Gesù, nella Chiesa.