L'VIII e IX Omelia sulla Genesi di Giovanni Crisostomo concentra l'attenzione sulla Parola divina che plasma l'uomo e la donna a immagine e somiglianza di Dio e li pone come custodi e signori del giardino della creazione (cfr Gen 1,26).
Da qui deriva la grande dignità di ogni essere umano, a cui fondamento sta tutto il cammino spirituale. A partire da questa stessa dignità san Giovanni Crisostomo trae anche degli insegnamenti e dei consigli per la morale di tutti i giorni e per le relazioni interpersonali.
La meraviglia del Natale. Il Signore ha reso pura la nostra carne
Il testo tradotto in lingua italiana dell’Omelia sul Natale di San Giovanni Crisostomo.
Contiene le riflessioni del Boccadoro sul Natale e sulla data del Natale. Nella sua argomentazione i due temi si intrecciano e in tal modo la celebrazione della festa viene a rappresentare un’occasione per parlare del mistero dell’incarnazione e reciprocamente, a partire da ciò, egli affronta e approfondisce la questione cronologica della nascita di Cristo.
Per qualsiasi domanda contatta il nostro Servizio Clienti.
L'ospitalità arricchisce chi la pratica. Il ministero dell'accoglienza dello straniero. Con questo titolo, che riassume il senso delle considerazioni di Giovanni Crisostomo sull'episodio di Abramo alle querce di Mamre, viene pubblicata, per la prima volta in italiano, la sezione centrale dell'Omelia 41 sulla genesi. In un'epoca segnata da profonde trasformazioni di ordine politico e sociale, quale è la seconda metà del IV secolo, di fronte alla progressiva intensificazione del fenomeno delle migrazioni dei popoli, Giovanni Crisostomo esorta i propri uditori al superamento della paura dello straniero, richiamando il modello della sollecitudine riservata da Abramo ai tre sconosciuti viandanti. L'omelia, condotta secondo il metodo esegetico dell'interpretazione letterale, offre un tipico esempio delle parentesi moraleggianti del Crisostomo, presentando al contempo le principali linee-guida per l'edificazione di una "spiritualità dell'accoglienza".
Il dolore per la morte di una persona cara è una delle esperienze più decisive nella vita, preludio e anticipo della morte che tutti affronteremo. In Cristo risorto questo male è diventato un passaggio, l’incontro decisivo con Colui che ci ha amati per primo, il Padre delle misericordie. La comunione con Lui, infatti, ci permette di vivere le esperienze della vita quotidiana – con le sue gioie ma anche le fatiche e le tante piccole/grandi morti di ogni giorno – come un incontro con il Signore e con i fratelli e come una palestra per crescere nella capacità di amare gratuitamente. Questo è ciò che realizza lo Spirito santo in noi, se accogliamo docilmente la sua azione. Proprio per questo san Giovanni Crisostomo in questa bellissima omelia, per la prima volta tradotta in italiano, può dire: dov’è Cristo, lì c’è il paradiso.
Si dirige a chi desidera nutrire la propria vita spirituale, ad appassionati di letture patristiche, a coloro che desiderano affrontare nella fede l’esperienza del lutto. Teste semplice accessibile a ogni persona.
Notizie sull’autore:
È un Padre della Chiesa e teologo del IV secolo. È stato Patriarca di Costantinopoli (l’odierna Istanbul, in Turchia). Venne deposto come vescovo della città ed esiliato per l’ostilità di alcuni membri dell’alta società e in particolare della corte imperiale. Severe, infatti, sono le sue omelie contro vizi, le tiepidezze e gli ecclesiastici troppo attaccati alle ricchezze. Il soprannome di Crisostomo, cioè, “bocca d'oro”, gli venne dato per la sua straordinaria eloquenza. È considerato, infatti, uno dei migliori oratori cristiani di tutti i tempi. È sepolto nella Basilica di San Pietro in Vaticano.
Il volume propone per la prima volta la traduzione italiana del Discorso sulla Santa Pasqua a lungo attribuito a Giovanni Crisostomo e a lungo considerata una delle sue migliori opere oratorie. I temi trattati attingono al registro teologico sul significato che assume la risurrezione del Signore per l’umanità non senza tener conto dei riflessi etico-pratici che questo evento comporta sulla vita degli uomini: questo giorno infatti, in cui la morte è annichilita e il diavolo sconfitto, diventa per tutti «presupposto della pace, punto di partenza della riconciliazione, soppressione delle guerre» (dall’Introduzione).
Nel contesto dei radicali cambiamenti sociali che continuano a segnare l'attuale storia dell'Europa e del mondo intero, la paura dell'incognito e il timore dei processi di cambiamento rischiano di ridurre la stessa fede cristiana ad un semplice elemento di identificazione culturale o ad uno strumento di conservazione della tradizione nazionale o locale. Alla riflessione su questi temi può contribuire un testo del cristianesimo antico: l'Omelia su Elia e la vedova di Giovanni Crisostomo. Nell'argomentazione di Crisostomo, l'esempio della vedova in Sarepta di Sidone si erge a modello eroico di carità: in essa l'esercizio della misericordia non viene dispensato soltanto mediante i discorsi, ma attraverso i fatti. Nell'elogio della vedova, Crisostomo proietta l'idealizzazione della donna cristiana, che deve distinguersi per fedeltà, dedizione e sobrietà, manifestando anche nella cura esteriore il distacco da ogni forma di vanità e di inutile spreco.