Ritenuti a torto un mero retaggio del passato, i vizi capitali costituiscono un'autentica enciclopedia delle passioni umane, una lettura geniale dell'agire umano nelle sue derive negative e nei beni cercati attraverso di essi. Chiunque consideri con attenzione questi vizi potrebbe trovarvi ogni possibile situazione di vita, di classe sociale, di attività proprie della giornata dell'uomo di sempre. Si potrebbe dire dei vizi capitali quello che il regista polacco Kiesloswski aveva osservato a proposito dei comandamenti: "Essi riassumono l'intera nostra esistenza, ciò che siamo e ciò che vorremmo essere: tutti li disattendiamo eppure tutti ci riconosciamo in essi". Questa polarità di trasgressione e ideale evidenzia la perenne attualità del discorso sui vizi, mettendo in guardia da una suggestione mortale: la tentazione di eliminare gli ideali dalla vita, rassegnandosi ad accogliere passivamente ciò che capita, con indifferenza. L'importanza di studiare i vizi capitali si giustifica infine per la profonda saggezza di cui sono portatori. Non a caso sono stati lungo i secoli oggetto di indagine da parte di artisti e studiosi delle discipline più diverse: le loro analisi delineano un profilo dell'uomo di tutti i tempi. Questo libro intende esplorare tale saggezza, avventurandosi in un percorso affascinante che coinvolge teologia, filosofia, psicologia, arte e letteratura.
Questo libro tratta la problematica della possibile maturità dell'esperienza di fede dal punto di vista filosofico, psicologico e spirituale. Scopo del lavoro è di aiutare a fare chiarezza circa il percorso di vita della persona, riconoscendone desideri ed eventuali ostacoli o ambiguità, tenendo presente in particolare tre finalità fondamentali: descrivere il soggetto nel suo sviluppo affettivo, cognitivo, relazionale; notare se esso sia consapevole delle sue aree problematiche, valutando le relative capacità di autocontrollo; mostrare i possibili riflessi nell'esperienza spirituale e nella sua rappresentazione di Dio.