La mostra presenta presenta quattro dipinti, o meglio due coppie di dipinti messi a confronto, due di certa mano caravaggesca e gli altri copie antiche che ritraggono rispettivamente San Francesco in meditazione e La Flagellazione di Cristo. Il confronto tra due versioni della medesima composizione - sia nel caso di due versioni pressoché identiche, sia nel caso di un originale con la sua copia antica - costituisce un terreno insidioso e appassionante per gli studiosi, in cui gli aspetti storico-artistici e documentari si intrecciano a quelli tecnico-esecutivi e conservativi.
Le fotografie di Giulio Ielardi, in cammino sulla via Appia da Roma a Brindisi, documentano e interpretano con lo sguardo della fotografia autoriale i paesaggi attraversati. La sua ricerca del rapporto tra le tracce del passato e le forme del presente, è un invito a percorrere quei luoghi autentici e carichi di suggestioni. Il percorso artistico è preceduto da una ricca sezione di contributi multidisciplinari che sintetizza l'analisi del paesaggio della Regina Viarum e delinea le prospettive di sviluppo che il Parco Archeologico dell'Appia Antica intende perseguire nel suo ruolo istituzionale di coordinamento della valorizzazione della consolare da Roma a Brindisi. A supporto di queste linee di indirizzo, sono presentate alcune significative esperienze locali in corso. Completa il volume il diario di viaggio "social" del fotografo, introdotto da un saggio sul valore e sulle tendenze delle strategie di comunicazione per la promozione dei paesaggi e dei cammini.
L'intervento conservativo dell'Aedes Vestae nel Foro Romano, a quasi cent'anni dalla sua anastilosi, ha rappresentato un'occasione di ricerca, tutela e valorizzazione del monumento in un'ottica multidisciplinare. Il coinvolgimento di differenti specialisti - archeologi, architetti, restauratori, rilevatori, ingegneri, strutturisti e archivisti - ha permesso l'acquisizione di una base di dati imprescindibile sia per la progettazione e l'esecuzione dell'intervento sia per un nuovo esame del bene.
L'apertura nel 1998 dell'Archivio della Congregazione per la Dottrina della Fede (ACDF) alla libera consultazione degli studiosi diede avvio a una stagione completamente nuova di ricerche sull'Inquisizione romana. A quel tempo, l'evento fu celebrato con una solenne Giornata di studio presso l'Accademia Nazionale dei Lincei, conclusa dal suo principale fautore, l'allora prefetto del Dicastero cardinale Joseph Ratzinger, oggi pontefice emerito Benedetto XVI. Nel ventennale dell'inizio di quell'avventura, si è tenuto dal 15 al 17 maggio 2018 il convegno internazionale L'Inquisizione Romana e i suoi Archivi. A vent'anni dall'apertura dell'Archivio della Congregazione per la Dottrina della Fede. L'appuntamento, il quarto del ciclo Memoria Fidei, dedicato alla valorizzazione degli archivi ecclesiastici, è stato ospitato dalla Biblioteca del Senato, nella cornice dell'Insula Dominicana di Roma, che comprende anche la Biblioteca della Camera dei Deputati, la Biblioteca Casanatense e lo storico convento dei Frati Predicatori attiguo alla basilica di Santa Maria sopra Minerva. Una quarantina circa di studiosi, fra pionieri della prima ora e giovani ricercatori, si sono confrontati su vent'anni di indagini condotte in Archivio, gettando al contempo uno sguardo allo stato presente e all'avvenire degli studi. Si è delineato così un panorama quanto mai ricco di risultati: dalla storia delle idee religiose alla censura della letteratura, dall'approfondimento degli aspetti istituzionali al ruolo imprescindibile degli archivi nella ricerca storica, dalla psicanalisi alla santità canonizzata e non, dalla storiografia tra propaganda e censura al ruolo delle immagini sacre nella trasmissione della fede, dai rapporti fra Cristianesimo ed Ebraismo alla questione dei "cristiani nuovi", dall'immagine infine dell'Inquisizione nella coscienza collettiva alla letteratura e la pubblicistica intorno ad un argomento che continua a suscitare ampio interesse e a produrre risultati sempre nuovi e sorprendenti.
Il catalogo della mostra propone una lettura della formazione e delle fasi arcaiche della città che privilegia i dati archeologici, presentando oltre 1.000 manufatti in parte inediti. Una quantità sorprendente anche se non esaustiva dell'immenso patrimonio di Roma.
Il Rapporto Annuale Federculture 2019, come ogni anno, rappresenta un appuntamento di verifica dello stato di salute della cultura italiana. I saggi e le analisi statistiche presenti nel volume disegnano un quadro ricco e approfondito di ciò che accade nei territori, nella società, sul fronte delle politiche pubbliche e sul versante dell'impresa culturale, di chi, cioè, produce cultura in Italia. La lettura dello scenario che emerge ci dice che occorrono impetuose politiche di incremento del consumo culturale, che cerchino di mobilitare più risorse possibili, sia di tipo pubblico sia di provenienza privata. I temi in agenda, che il Rapporto mette in evidenza, sono molti: dare seguito alla normativa speciale per le imprese culturali e creative, una risorsa decisiva anche per l'economia del Paese; continuare nelle politiche di incentivo alla programmazione; defiscalizzare i consumi culturali; ampliare il raggio di azione di Art bonus e di App18; incrementare gli investimenti in cultura per la conservazione e per la produzione culturale. La crescita dell'Italia passa anche attraverso la cultura. E attraverso la cultura possiamo dare un contributo complessivo al miglioramento dell'Italia, alla sua reputazione internazionale, alla sua consapevolezza di Paese ricco di storia e di un patrimonio culturale fra i primi al mondo, all'accompagnamento di processi economici di grande rilevanza. Tutto questo non può essere fatto con una sola legge di bilancio. Occorrono programmazione, convinzione, continuità. Testi di: Andrea Alemanno; Giuseppe Barolo; Gabriella Battaini-Dragoni; Alessandro Bollo; Carolina Botti; Franco Broccardi; Salvatore Aurelio Bruno; Marco Cammelli; Andrea Cancellato; Annalisa Cicerchia; Cecilia Cognigni; Stefano Consiglio; Oriana Cuccu; Paola Raffaella David; Marco D'Isanto; Silvano Falocco; Carlo Fontana; Dario Franceschini; Serena Fumagalli; Tiziana Gibelli; Manuel Roberto Guido; Luigi Leva; Vanessa Menicucci; Vito Minoia; Anna Misiani; Alfredo Moliterni; Francesco Moneta; Fabio Pagano; Nando Pagnoncelli; Stefano Parise; Daniela Picconi; Carlo Luigi Pirovano; Arianna Riccardi; Simona Ricci; Giacomo Roma; Daniele Ruggeri; Severino Salvemini; Irene Sanesi; Costanza Sartoris; Giulia Sbianchi; Gabriele Sepio; Elsa Signorino; Adriano Solidoro; Remo Tagliacozzo; Antonio Taormina; Daniela Tisi; Stefania Trenti; Laura Valente; Giuliano Volpe.
Per costruire uno spazio sacro oggi, che adeguatamente riesca ad esprimere il senso del Sacro, bisogna riandare alla serata del 27 marzo 2020, in una irreale e deserta piazza San Pietro, battuta da pioggia e vento, e meditare sulle parole pronunciate da Papa Francesco, nelle quali ci raffigurava una situazione senza precedenti: "Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca... ci siamo tutti". Aggiungendo però, subito dopo, che proprio questo tempo, di dolore e crisi, è "...un tempo propizio per trovare il coraggio di una nuova immaginazione del possibile, con il realismo che solo il Vangelo può offrirci". Solo con questo spirito di solidarietà e di speranza, uniti tutti insieme dal centro alla periferia, intendendo con quest'ultima non solo quella urbana, ma nel più vasto scenario del mondo globalizzato, possiamo realizzare quegli spazi sacri, capaci di confrontarsi con la sfida provocatoria della contemporaneità, tali da provare a curare e lenire le profonde ferite dell'umanità.
Catalogo della Mostra aperta a Roma presso il Museo di Roma, Palazzo Braschi dal 08 dciembre 2018 al 17 febbraio 2019.
«Quanto a me, penso che, almeno nella storia contemporanea, le idee contino assai più degli uomini», scriveva Augusto Del Noce nel 1978. Questo volume presenta, per la prima volta riuniti insieme, tutti i suoi articoli pubblicati sul quotidiano "Il Tempo", dal 1975 al 1990. Il lettore potrà ripercorrere un pensiero, che, se si sviluppa a stretto contatto con l'evolversi della realtà storica, è però sempre animato da una ragione filosofica, capace di scorgere le linee ideali nella filigrana dei meri fatti storici. Pur nella ricchezza dei temi qui trattati, si può forse riconoscere il vero avversario di Del Noce in ogni concezione che riassorbe l'uomo nella sola mondanità: prima il marxismo, che riassorbe l'uomo nella sfera politica; poi la società tecnocratica, che riassorbe l'uomo nella dimensione economica, peggiore questa del marxismo, perché, nella piatta accettazione dell'esistente, vede la scomparsa di qualsiasi idealità. Sempre nel 1978 egli asseriva: «Quel che invece Platone afferma è la critica di una società che si modelli sul valore economico come primario, o risolvente in sé gli altri, come si direbbe oggi; in cui dominino coloro che hanno indirizzato le loro anime alla soddisfazione e alla creazione artificiale di bisogni sensibili, e alla ricerca del compenso che può venire da tale soddisfazione. In una parola, quel che in Platone è straordinariamente attuale è una critica ante litteram della società consumistica, a cui non c'è nulla di sostanziale da aggiungere, benché sia stata scritta più di ventitré secoli fa».
Il Codex Purpureus Rossanensis, conservato presso il Museo Diocesano e del Codex di Rossano Calabro, è stato riconosciuto nel 2015 dall'UNESCO Patrimonio universale dell'umanità nella categoria "Memory of the world". Il manoscritto, un evangeliario greco miniato, conserva il Vangelo di Matteo, quasi tutto il Vangelo di Marco e una parte della lettera di Eusebio a Carpiano sulla concordanza dei Vangeli. Perduti sono oggi i Vangeli di Luca e di Giovanni. I suoi 188 fogli membranacei purpurei, in scrittura maiuscola biblica, sono vergati con caratteri in oro e argento e, occasionalmente, in inchiostri neri. L'opera è impreziosita da 12 miniature che raffigurano eventi della vita di Gesù, e dalla raffigurazione a piena pagina dell'evangelista Marco con la Sophia. A queste si aggiungono le tavole dei canoni con i ritratti dei quattro evangelisti e una decorazione aurea che fa da cornice alla lettera di Eusebio a Carpiano. A partire dal 2012, presso i laboratori scientifici dell'ICRCPAL (oggi Istituto centrale per la patologia degli archivi e del libro), sono state svolte analisi e diagnostiche non distruttive al fine di verificare l'effettivo stato di conservazione del manoscritto, di caratterizzarne il supporto scrittorio membranaceo, di studiare la natura dei pigmenti delle decorazioni miniate e la natura dei materiali dei precedenti restauri attraverso l'impiego delle più moderne tecnologie. Il risultato di questo lungo percorso ha permesso una "rilettura" importante del codice stesso, fornendo alla comunità scientifica significative risposte sulla storia e sull'esecuzione del manoscritto, importanti indicazioni generali sulla fattura e lettura dei codici di analoga provenienza e periodo storico. Premesse di Giuseppe Satriano, Francesco Scoppola, Maria Cristina e introduzione di Nando Ciliberto.
"La mostra che inauguriamo ai Musei capitolini porta all'attenzione del pubblico quello stupefacente periodo, uno dei più fecondi della cultura romana, che vide alla fine del quattrocento il tessuto dell'élite culturale e politica attraversato da un grande fermento umanistico, propugnato dagli intellettuali, ma fortemente controllato da una curia romana che interpreta sé stessa come nuova Atene. Il filo conduttore dell'esposizione è il tentativo di riconoscere nelle lettere e nelle arti dell'epoca quella memoria della Roma antica, repubblicana e imperiale, sulla base della quale la Chiesa andava delineando il proprio "rinascimento" politico e religioso. I protagonisti della mostra, già indicati nell'intrigante titolo "Pintoricchio pittore dei Borgia. Il mistero svelato di Giulia Farnese", sono Bernardino di Betto, detto il Pintoricchio (Perugia c. 1454 - Siena 1513), uno degli artisti più estrosi del nostro Rinascimento, "occhio di gazza" come lo definì magistralmente Lionello Venturi già nel 1913, e il neoeletto papa Alessandro VI (Rodrigo Borgia, 1492-1503), notissima e controversa figura di pontefice che ebbe, tuttavia, tra i suoi meriti quello di richiamare a Roma l'artista umbro a decorare il suo nuovo appartamento in Vaticano. Il Pintoricchio fu un artista protagonista del suo tempo capace di affrontare tutti i nodi centrali della pittura italiana del quattrocento. Si cimentò, infatti, proponendo nuove soluzioni precorritrici di promettenti sviluppi, nella prospettiva lineare, nella pittura di paesaggio, nella pittura di storia, nella pittura di volte e soffitti, nello studio dell'antico. In tutti questi campi il Pintoricchio si dimostra spigliato, originale e anticonvenzionale; usando la felice espressione di Claudio Strinati, Bernardino di Betto fu il pittore del "tenue gigantismo", capace, nelle sue opere più riuscite, di dilatare in registri quasi monumentali il calligrafico miniaturismo, spesso considerato un suo limite, e di avvicinarsi con sguardo consapevole e moderno alla lezione dell'antichità classica." (Dall'Introduzione di Cristina Acidini e Francesco Buranelli). Prefazione di Claudio Parisi Presicce e Claudio Folena.
A cinquecento anni dallo svelamento della volai Sistina gli affreschi più celebri di Michelangelo non cessano di stimolare nuove e inedite letture. Secondo un taglio iconografico e iconologico aggiornato all'indagine contestuale, questo volume raccoglie i contributi più significativi degli studiosi che hanno affrontato con tagli diversi e complementari l'interpretazione dei significati del ciclo della Genesi, rivelandone la complessità simbolica e dottrinale, funzionale all'immaginazione creativa di Michelangelo, e il forte impatto comunicativo. I saggi di Antonio Paolucci, Maurizio Calvesi, Silvia Danesi Squarzina, Heinrich Pfeiffer, Thimoty Verdon, Gianluigi Colalucci, Costanza Barbieri, Lucina Vattuone propongono letture fondate sulla cultura agostiniana, sul gioachimismo, sul francescanesimo, sul neoplatonismo e sulla storia delle immagini. Emergono così le profonde radici storico-religiose delle scelte figurative del Buonarroti e dei teologi che lo hanno affiancato. In questa prospettiva, i contenuti giustificano le forme e danno sostanza alle scelte compositive: l'accurata tecnica esecutiva del Giona sopra l'altare, ad esempio, che ha richiesto ben dodici giornate di lavoro, si spiega con la centralità teologica del profeta nell'economia dei significati della Sistina. (Completa il volume un'appendice con i risultati inediti delle indagini diagnostiche non invasive sul "Ritratto di Michelangelo che mostra i suoi disegni" (Amburgo, collezione privata), condotte dalle più importanti istituzioni italiane ed estere (Firenze, Opifìcio delle Pietre Dure e INOA; Università di Perugia, CNR-ISTM e centro SMAART; Università di Anversa, Dipartimento di Chimica). Ne emergono dati spettacolari che gettano luce non solo sul nodo del problema attributivo, ma rivelano, negli strati pittorici soggiacenti al ritratto, la presenza di un dipinto di Andrea del Sarto raffigurante una Madonna con Bambino e San Giovannino, che i documenti associano inequivocabilmente al committente Pierfrancesco Borgherini, ad Andrea del Sarto, a Michelangelo e a Sebastiano del Piombo.