"Perché la mia gioia sia in voi" (Gv 15,11). Gesù parla della sua gioia come di un'esperienza di amore: egli si è sentito amato e rimane nell'amore del Padre fino alla fine. La gioia dell'amore del Padre è ciò che ha riempito tutta la sua vita, ne è il senso, un senso che viene lasciato in eredità ai discepoli perché essi ne facciano tesoro e diventi anche la loro gioia. Se è vero, come afferma papa Francesco, che la gioia evangelica "è il respiro, il modo di esprimersi del cristiano", è nostra responsabilità riappropriarci delle ragioni profonde della gioia che sono al cuore della nostra fede.
Il vangelo, la buona notizia, è duplice: Dio ci ha guardati nell’uomo Gesù, e noi a nostra volta possiamo guardare come lui, assumere il suo sguardo come nostro. All’interno delle pagine del vangelo, in modo semplice e approfondito, l’autore ci porta a scoprire lo sguardo di Gesù, che rivela Dio proprio a partire dalla sua piena umanità, e che può insegnare qualcosa a chiunque di noi si riconosca partecipe dell’umanità, sia egli credente o no. La buona notizia per tutti: per chiunque voglia lasciarsi attirare e interrogare da quello sguardo.
Fonti greche sulla vita di Pacomio e dei suoi discepoli. Introduzione, traduzione e note a cura di L. d'Ayala Valva.