Che al centro dell’economia vi sia il denaro sembra uno di quegli assiomi che rientrano nel novero delle ovvietà. Il perdurare della crisi finanziaria offre la testimonianza più potente del fallimento del denaro nel garantirci un’esistenza migliore e un’economia più giusta. Diventato un fine a se stesso, sciolto da ogni vincolo sociale, il denaro, oggetto oscuro e ingovernabile, meta e ossessione degli sfruttati non meno che degli sfruttatori, deve essere abolito per la liberazione della politica e per la salute sociale. Il progressivo abbandono del criterio della moneta è un destino, un fatto ineluttabile, ma la realizzazione di un’economia postmonetaria è oggi un monito da mettere in pratica tempestivamente per realizzare un’altra politica e un nuovo diritto capaci di mettere insieme efficienza economica, giustizia sociale e libertà individuale.
Questo libro parla di economia e si rivolge a tutti, anche a chi reputa di non avere strumenti per cercare di capirne qualcosa o di saperne di più. L'economia, che Thomas Carlyle definì "scienza triste", è in realtà una parte importante di noi, un fenomeno che bene o male conosciamo tutti, anche senza rendercene conto. Facendosi carico dell'educazione a una migliore coscienza del fatto economico, una buona scienza economica promuoverà una maggiore coscienza di ciò che intimamente ci riguarda, ogni giorno e ogni ora del giorno. Cambiano le idee e le culture dominanti, cambiano ancor più velocemente le tecniche, creature del progresso. Questo, tuttavia, non è un libro "tecnico", e non perché vuole evitare di risultare di ardua lettura, ma perché vuole raggiungere il suo scopo. Che è quello di essere un vero manuale di economia, e come tale generale, esauriente, diretto a chiarire cos'è l'economia e per quale motivo deve stare a cuore a chiunque. L'economia è la sperimentazione dei fatti già pregiudicati nelle cose. Sua regola indefettibile è che il pensiero si traduce in azione per effetto della volontà. E manca, nell'aritmetica del denaro, l'"ombra" della volontà. Motivo per cui l'economia della moneta è limitata, e va superata. Per questa stessa ragione quella dell'economia è una scienza dello spirito, per nulla noiosa, tutt'altro che triste.
Karl Heinrich Marx muore nel 1883, l'anno di nascita di John Maynard Keynes. Eppure i due si incontrano, in carne e ossa, in una bella mattinata primaverile del 2015, comportandosi da subito come vecchi amici. Per quale misteriosa ragione viene loro concessa un'opportunità così strabiliante? Le leggi dello spazio, del tempo e della natura vengono violate per permettere lo svolgimento di una delicatissima missione: scoprire chi ha sabotato la macchina dell'economia, inceppandone il motore a tutto vantaggio di un'esigua minoranza e a danno della moltitudine. Le loro teorie vengono riprese, dibattute, riesaminate in ogni dettaglio della loro geniale semplicità. Come mai queste idee, avvincenti e apparentemente così solide, hanno fallito? Sarà solo dopo molte discussioni, molti sigari e innumerevoli drink che emergerà una verità indubitabile e sconcertante, che darà vita a un finale imprevedibile e dai molti risvolti comici.
Un docente di economia, appassionato della vita e della conoscenza, invia una lettera aperta agli studenti universitari per dir loro che è possibile trovare piena soddisfazione nell'esperienza universitaria: la linea di dialogo è franca e diretta, e mira a scuotere gli interlocutori dell'autore, a sollecitare una rivoluzione nel loro mondo interiore, spesso privo di convinzioni, punti di riferimento, forti motivazioni. Il libro parte dal presupposto che gli studenti universitari sono una comunità molto vitale, piena di intelligenze e di potenzialità, ma anche molto sofferente. Molti sono gli iscritti all'università che abbandonano gli studi, moltissimi sono coloro che li terminano con grave ritardo, e che non meritano, per questo, l'appellativo di "bamboccioni" o di "sfigati", usato dal ministro o dal sottosegretario di turno. Le difficoltà del contesto universitario vanno piuttosto capite e fronteggiate nella zona più intima e profonda delle loro cause, senza illudersi che l'ennesima grande riforma basti per superarle o aggirarle. Il libro si rivolge agli studenti universitari e a chi stia decidendo se iscriversi o meno a un corso universitario, ma anche ai genitori, spesso incapaci di leggere i problemi dei figli. Il libro si rivolge pure ai professori, non solo universitari, e a tutti coloro che hanno a cuore le sorti di questa istituzione. A tali diverse categorie di persone questa lettera aperta insinua dubbi, fornisce risposte, indica possibili comportamenti.